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A La Zanzara su Radio 24 Giovanni Negri, ex segretario del Partito radicale, stronca l'ipotesi di Emma Bonino al Quirinale. "Emma presidente è una minestra riscaldata e tristissima - dice Negri che nel '99 ideò la campagna Emma for president - perchè appena si libera un predellino, qualsiasi incarico dal mercato ortofrutticolo di Foggia all'Onu, Palazzo Chigi o il consiglio comunale di Bra, i radicali fanno il nome della Bonino, siamo alla sua settantesima autocandidatura. Come se piazzare i nobilissimi glutei di nonna Emma risolvesse i problemi".
"Pannella e la Bonino - dice Negri - vengono trattati come Buddha dalla stampa italiana ma sono proprietari unici, anche finanziari, del partito da 45 anni, più del doppio di Mussolini. Altro che casta, sono come i mandarini cinesi". "Pannella è come Bourghiba - attacca ancora Negri - il grande leader tunisino che a un certo punto negli ultimi anni ha perso i colpi, esattamente quello che succede a Marco. Bourghiba era invecchiato e i suoi lo portarono a una villa al mare, era diventato imbarazzante, i suoi discorsi poco comprensibili, tutti abbiamo una condanna all'Alzheimer. Ecco, la Bonino e gli altri dovrebbero intervenire, fare qualcosa...".
"Nonna Emma invece - prosegue Pannella - deve andare a casa. Al loro posto vanno messi due ventenni. Invece a Bourghiba e Nonna Emma interessa solo avere un monumento". "Purtroppo - dice ancora Negri - quella radicale non è classe dirigente ma digerente, nel senso che ingoia tutto. Anche se prendono lo 0,3 dei voti che è il prefisso di Lodi non si apre nessuna discussione. Nessuno si ribella. E voi della Zanzara avete fatto circonvenzione di Bourghiba". "La gente pensa che Pannella e Bonino siano contro la partitocrazia - insiste Negri - e loro ne fanno una mistica. Ma la cosa non sta nè in cielo nè in terra. Vivono solo di finanziamento pubblico".
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