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Beatrice Nencha per “Libero Quotidiano”
Ma quali voti dei mafiosi! La verità è che Alemanno per le elezioni Europee del 2014 ha ottenuto, nei comuni considerati feudo del clan Mancuso, 5 voti a Limbadi e 15 a Nicotera. Questi sono dati diffusi dalla Commissione Antimafia e accessibili a tutti. A quelle elezioni noi sostenevamo Bettini e Gasbarra e con ben altri contributi rispetto ai 10mila euro versati alla sua Fondazione.
E infatti io mi arrabbio con Guarany perché mi dava fastidio che si sapesse in giro che avevamo appoggiato anche Alemanno». Sono le 11.39 quando Salvatore Buzzi prende la parola dal carcere di Tolmezzo per raccontare la sua verità nell' aula bunker di Rebibbia.
Dove il maggiore dei Ros Giorgio Colaci ha appena rievocato l' appoggio offerto in campagna elettorale dal ras della cooperativa "29 Giugno" all' ex primo cittadino, candidato senza successo alle Europee del 25 maggio 2014 nella lista "Fratelli d' Italia-Alleanza Nazionale".
SALVATORE BUZZI FRANCO PANZIRONI
Secondo l' ipotesi accusatoria della Procura, Buzzi si sarebbe attivato con uno dei referenti del clan, Giovanni Campennì, per aiutare Alemanno a ottenere preferenze nei collegi "controllati" dalla 'ndrina dei Mancuso.
Il 21 marzo 2014 Buzzi incontra il sindaco in via dei Cerchi e, in seguito, mette al corrente dell' intenzione di sostenere Alemanno sia Massimo Carminati che Claudio Caldarelli, da cui fa disporre un bonifico di 10mila euro come contributo alla Fondazione Nuova Italia per una cena elettorale organizzata il 10 aprile.
SALVATORE BUZZI - LUCIANO CASAMONICA - GIANNI ALEMANNO
La conferma arriva anche da un sms inviato dalla segretaria Nadia Cerrito: «Mi dicono di far uscire 10mila euro per la cena di Nuova Italia da Formula Sociale, provvedo?».
L' 8 maggio Buzzi contatta Campennì, sottolineando che il sostegno elettorale sarebbe andato «a un amico» comune: «Basta che non sia voto di scambio, poi tutto è legale.. Gli amici si possono ancora votare».
anche simona bonafe alla coop di buzzi
Con Campennì che acconsente: «Va bene, qua la famiglia è grande ... un voto gli si dà». Così si sarebbe messa in moto la "macchina da guerra" elettorale di Buzzi a favore dell' ex sindaco, già suo compagno di detenzione a Rebibbia negli anni '80.
Peccato che quelle elezioni europee, a differenza di Gasbarra e Bettini, Alemanno le perderà clamorosamente, ottenendo «a fronte di 44mila preferenze, 1.094 preferenze nei seggi della provincia di Vibo» secondo quanto testimoniato dal maggiore Colaci.
Voti ottenuti, questa la tesi della Procura, grazie a un elenco contenente 7 nomi di dipendenti "mafiosi" della cooperativa 29 Giugno, che Buzzi stesso avrebbe indicato. Ma qui subentra l' imprevisto, riportato anche nelle intercettazioni, poiché dalla segreteria della 29 Giugno partirà sì un elenco di contatti diretto allo staff del primo cittadino, ma contenente un centinaio di nominativi di tutti i dipendenti della cooperativa.
SALVATORE BUZZI E GIULIANO POLETTI
Nomi che Buzzi non avrebbe voluto condividere e della cui diffusione incolpa i suoi più stretti collaboratori in quanto, ufficialmente, alle Europee era impegnato a sostenere le candidature dei due big del Partito democratico. Finanziandone varie cene elettorali, per importi che sarebbero anche' essi annotati nel "libro nero" sequestrato alla segretaria. Alessandro Diddi e Pier Gerardo Santoro, difensori di Buzzi, sottolineano:
la cena poletti alemanno casamonica buzzi
«L' inconsistenza e il carattere meramente suggestivo dell' accusa di presunti contatti tra Salvatore Buzzi e gruppi criminali calabresi risulta evidente proprio dal contenuto delle intercettazioni telefoniche citate dai Ros durante l' udienza.
Infatti, sebbene Alemanno - candidato per le elezioni europee 2014 nella circoscrizione Sud - avesse chiesto a Buzzi un appoggio politico, è emerso che quest' ultimo tramite alcuni dipendenti della cooperativa sarebbe riuscito a fargli avere appena 19 voti nella Provincia di Vibo Valentia.
Riteniamo, inoltre, che anche la Procura di Roma sia consapevole della non concludenza dei dati presentati visto che il diretto destinatario dei presunti favori mafiosi, il candidato Gianni Alemanno, non si è visto contestato l' aggravante mafiosa».
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