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“SUPERCOPPA IN ARABIA SAUDITA? È UNA SCHIFEZZA” – MATTEO SALVINI INTERVIENE SUL DIBATTITO GENERATO DAI SETTORI PER SOLI UOMINI NELLO STADIO DI JEDDAH DOVE SI GIOCHERÀ LA PARTITA CHE VALE IL TROFEO – INCREDIBILMENTE D’ACCORDO CON IL TRUCE PURE LA BOLDRINI – LA FGIC CON IL MATCH SI GIOCA LA FACCIA, MA È IL POTERE DEI PETRODOLLARI… - VIDEO

 

 

 

1 – PER LA SUPERCOPPA ITALIANA, OGNI DESIDERIO E' SAUDITO – LE DONNE? SOLO ACCOMPAGNATE E IN SETTORI DOVE SI VEDE PEGGIO: LA FINALE DEL TROFEO A JEDDAH FA INDIGNARE MOLTI, NON SOLO PER IL CASO KHASHOGGI, MA ANCHE PER I BIGLIETTI DIVISI IN DUE CATEGORIE: “SINGLES” E “FAMILIES” – MA I SOLDI SO' SOLDI: GIÀ VENDUTI 50MILA TAGLIANDI…

 

http://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/supercoppa-italiana-ogni-desiderio-39-saudito-ndash-donne-191862.htm

SUPERCOPPA A JEDDAH - I SETTORI VERDE E VIOLA SONO DESTINATI AGLI UOMINI

 

http://m.dagospia.com/la-finale-di-supercoppa-italiana-in-arabia-saudita-le-donne-potranno-entrare-solo-se-accompagnate-191862

 

2 – SALVINI CONTRO LA SUPERCOPPA IN ARABIA SAUDITA: “GIOCARLA LÌ È UNA SCHIFEZZA”

Da www.lastampa.it

 

È diventata un caso politico la sfida della Supercoppa italiana tra Juventus e Milan in programma il 16 gennaio a Gedda, in Arabia Saudita. La polemica è divampata dopo che è stato comunicato che sono stati già venduti 50.000 biglietti ma con alcuni settori del King Abdullah Sports City Stadium riservati solo agli uomini. I posti più vicini al terreno di gioco, infatti, saranno vietati alle donne che potranno assistere alla gara nei settori per le famiglie e per quelle non accompagnate.

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In Italia si è subito scatenata una polemica politica che per una volta ha unito destra e sinistra, governo e opposizione. Il vicepremier Matteo Salvini ha commentato che «il fatto che la Supercoppa italiana si giochi in un Paese islamico dove le donne non possono andare allo stadio se non sono accompagnate dagli uomini è una tristezza, è una schifezza». «Io quella partita non la guardo», ha aggiunto.

 

Sulla stessa linea, sorprendentemente visti i precedenti, l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini: «I signori del calcio vendano pure i diritti delle partite ma non si permettano di barattare i diritti delle donne!», ha twittato. Critiche anche dal Pd e da M5s con il sottosegretario per le Pari Opportunità, Vincenzo Spadafora, che ha espresso il «più vivo disaccordo» sul fatto di giocare in uno stadio in cui le donne potranno assistere alla partita «segregate in appositi recinti». Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni ha chiesto di spostare la Supercoppa «in una nazione che non discrimina le nostre donne e i nostri valori».

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Il presidente della Lega calcio di Serie A, Gaetano Micciché, ha replicato assicurando che «le donne potranno entrare da sole alla partita senza nessun accompagnatore uomo, come scritto erroneamente da chi vuole strumentalizzare il tema». «La nostra Supercoppa», ha aggiunto, «sarà ricordata dalla storia come la prima competizione ufficiale internazionale a cui le donne saudite potranno assistere dal vivo». Micciché ha aggiunto che la decisione di giocare a Gedda è «in linea con le scelte dell’Italia» (che ha un interscambio con Riad pari a quasi sei miliardi di euro nei primi nove mesi del 2018).

 

bin salman

Del resto, ha ricordato il presidente della Lega, la Supercoppa, «fin dal 1993 è stato il biglietto da visita per esportare e promuovere il calcio italiano» in Paesi come Cina, Libia e Qatar.

 

Soltanto dal gennaio del 2018 le donne possono assistere agli eventi sportivi in tre stadi del regno saudita, dove il principe ereditario Mohammed bin Salman ha avviato una graduale apertura ai diritti femminili tra cui quello di guidare. Restano però le polemiche sulle limitazioni dei diritti umani, soprattutto dopo l’uccisione del giornalista dissidente Jamal Khashoggi nel consolato a Istanbul, il 2 ottobre scorso.

 

3 – SETTORI SENZA DONNE PER MILAN-JUVE IN ARABIA LA FIGC SI GIOCA LA FACCIA

Fabrizio La Rocca per “la Verità”

 

putin Mohammed bin Salman

Lo scorso 25 novembre i calciatori della Serie A sono scesi in campo con un segno rosso sulla guancia, in segno di adesione alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Il 16 gennaio prossimo, invece, quindi appena 52 giorni dopo, una partita ufficiale della Figc si giocherà in un impianto che avrà interi settori chiusi alle donne.

 

Parliamo della Supercoppa italiana che si giocherà nel King Abdullah sports city stadium della città saudita di Gedda. A contendersi il trofeo che vede di fronte la vincente dello scudetto e della Coppa Italia saranno Juventus e Milan (quest' ultima finalista perdente dell' ultima Coppa Italia, vinta dagli stessi bianconeri).

 

TRASFERTA MASCHILISTA

LA JUVENTUS VINCE LA SUPERCOPPA CONTRO LA LAZIO

I club delle due squadre si stanno già attrezzando per permettere ai propri iscritti di andare a tifare i propri beniamini anche tra le dune del deserto. Le istruzioni arrivate dalle società contengono tuttavia delle postille a cui i supporter italiani non sono abituati. Abbiamo davanti una mail mandata dalla Juventus ai propri fan club ufficiali (ma in casa rossonera sarà sicuramente girata una comunicazione analoga).

 

Oltre a varie specifiche tecniche, leggiamo che «è possibile richiedere biglietti in due sole categorie», denominate «cat 1 lower singles», dal costo di 24 euro, e «cat 1 upper families», al prezzo di 12 euro. Dimenticate curve, distinti, tribune e tutte le suddivisioni dei settori degli stadi a cui siamo abituati. Qui l' impianto ha solo posti per single e posti per famiglie. Qual è la relazione tra il proprio stato civile e il fatto di ritrovarsi sugli spalti a tifare la propria squadra?

 

Per capire dove si vuole andare a parare dobbiamo proseguire nella lettura della mail e leggere un' avvertenza preceduta da un «attenzione» scritto tutta in maiuscolo: «Nel settore single è consentito l' accesso solo a persone di sesso maschile, quindi vietato alle donne. Il settore family invece è misto quindi accessibile anche alle donne». Ebbene sì, metà dello stadio di Gedda sarà off limits per le donne.

JAMAL KHASHOGGI

 

Si dirà che sono queste le usanze locali e che, piacciano o non piacciano, vanno rispettate. Ma l' italiano che si sobbarcherà il viaggio fin nella seconda città araba non si troverà ad assistere a un match del campionato saudita, bensì a una competizione della Federazione italiana, organizzata dalla Lega calcio. Roba nostra, insomma, ma declinata secondo categorie culturali e sociali discriminatorie, lontanissime dal nostro sentire e dallo stesso discorso ufficiale delle nostre autorità sportive. La curiosa distinzione tra famiglie e single potrebbe peraltro far pensare che, anche nel settore che aprirà loro le porte, le donne debbano presentarsi accompagnate da un parente maschio. Non è del resto così che funzionano le cose lì, dove una donna sola non può praticamente avere vita sociale?

JAMAL KHASHOGGI

 

A quanto ci risulta, tuttavia, l' ingresso alle donne nel settore family sarà libero, senza dover mostrare un marito o un fratello a qualche occhiuto vigilante con il Corano alla mano.

Chissà che le denominazioni dei settori non siano state pensate per salvare la rigorosa moralità di facciata, mostrando agli ambienti più conservatori che, orrore, gli spalti saranno occupati anche da donne, ma tutto è comunque sotto controllo: siamo o non siamo nel settore riservato alle famiglie? Sarebbe in linea con una certa ipocrisia spesso vista negli Stati del Golfo...

 

mohammed bin salman 1

Quali che siano i complicati meccanismi che regolano l' etica locale, resta il fatto che una partita di calcio tutta italiana verrà giocata in presenza di una aperta segregazione degli spettatori in base al genere. Una circostanza su cui i dirigenti del nostro calcio hanno evidentemente preferito sorvolare, preferendo concentrarsi sui 21 milioni sborsati dal governo di Riad per poter ospitare il prestigioso evento.

 

IL POTERE DEI SOLDI

Non è la prima volta che il potere dei soldi porta i club italiani a esibirsi in contesti esotici. La prima volta fu nel 1993, quando la Supercoppa si giocò a Washington. Dieci anni dopo, nel 2003, si tornò negli Usa, stavolta a New York (mentre l' anno prima si era giocato a Tripoli). Nel 2009, 2011, 2012 e 2015 si è finiti invece in Cina, tra Pechino e Shanghai. Nel 2014 e nel 2016 si è invece giocato a Doha, in Qatar. Scelte sportivamente discutibili e politicamente discutibilissime.

 

gaetano miccichè

Basti pensare che appena nove anni dopo la finale di Tripoli, l' Italia collaborò a una sciagurata missione internazionale contro il governo locale, ritornato Stato canaglia dopo decenni di rapporti altalenanti con la comunità internazionale.

 

La finale di Gedda arriva in una fase di grandi manovre da parte del governo locale. L' operazione simpatia del principe ereditario Mohammed Bin Salman (ricordate la reclamizzata semi bufala sulle donne saudite che potevano finalmente cominciare a guidare?) ha subito una pesante battuta d' arresto con la morte del giornalista e dissidente Jamal Khashoggi, ucciso da un gruppo di agenti sauditi nel consolato del Paese a Istanbul, lo scorso 2 ottobre, e poi fatto a pezzi con una motosega. Una circostanza imbarazzante su cui è calato il silenzio. Pagato ben 21 milioni di dollari.