RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Stefano Cappellini per repubblica.it - Estratti
Matteo Salvini ha oltrepassato un altro confine, paradossale per chi i confini li sogna tutti blindati e impenetrabili, ed è giunto ancora più in là, dove si esulta per la morte di un uomo.
A Verona un immigrato aggredisce con un coltello una pattuglia della polizia e viene ucciso. «Non ci mancherà», erutta Salvini, ma il prefisso del verbo è facoltativo. Peccato non ci fosse il video dell’evento da postare sui social della ex Bestia: sarebbe stato il migliore degli snuff movie, quei filmati che riprendono la morte di qualcuno per il piacere voyeuristico di altri.
Un tempo si favoleggiava sull’esistenza di questi video, oggi ce n’è uno nuovo al giorno su Internet e sono tra i preferiti della propaganda dell’ultradestra in tutto il mondo. Ah, per la precisione la frase completa di Salvini sui fatti di Verona è: «Con tutto il rispetto, non ci mancherà». Con tutto il rispetto. Perché non bastava il disprezzo, serviva pure uno sberleffo.
L’ingrediente principale di certa politica contemporanea è la cattiveria. Dice: ma era un delinquente. Ma in quale Paese un leader politico, per cavare i voti dall’intestino di un pezzo di elettorato, arriva a compiacersi per la morte di un essere umano? Oppure no, piano con le parole: chi ha detto che parliamo di esseri umani? Salvini ha appena detto in piazza che i migranti sono «cani e porci», presumibilmente più porci che cani (...)
Non che sia una svolta repentina, quella leghista. Umberto Bossi parlava dei migranti e li chiamava «Bingo Bongo», Roberto Calderoli guardava l’ex ministra Cecile Kyenge e diceva di vederci «un orango». Pochi giorni fa il ri-candidato alla Casa Bianca Donald Trump, idolo di Salvini, ha accusato gli immigrati haitiani in Ohio di mangiare i cani e i gatti degli americani. La leggenda degli haitiani mangiacani è partita da fake news diffuse nella città di Springfield, nell’Illinois, che si chiama come la cittadina dei Simpson, e forse le uniche scimmie vere di questa storia sono quelle che suonano i piatti non solo nel cervello di Homer.
Quando Roberto Vannacci si gode la pallavolo in tv e Paola Egonu non gli pare italiana, «non ha i nostri tratti somatici», non scopre nulla di nuovo e il numero tre della rivista La Difesa della Razza, uscito nel 1938, dà ragione al generalissimo reclutato da Salvini per dare lustro alle liste della Lega per le Europee: vi si legge un ampio servizio fotografico per confrontare le immagini di signorine italiane con quelle di donne «negroidi» al fine di apprezzare la superiorità estetica e intellettiva delle prime. Curiosità: il segretario di redazione della rivista era Giorgio Almirante, storico leader del Movimento sociale italiano che Giorgia Meloni considera un padre della patria.
MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI
C’è da sospettare che Matteo Piantedosi, il dirigente di Stato nel quale Salvini ha visto le stimmate di un degno successore al Viminale, abbia voluto distinguersi dall’abitudine della compagnia alle similitudini animali grazie a quella neutralità che si addice alla lingua dei prefetti.
(...)
Salvini contro i magistrati
Ce l’ha da sempre con i buonisti, Salvini, e infatti sta diventando sempre più cattivo. Parlando l’altra sera a ruota libera al Tg1 per oltre quattro minuti, più che un’intervista è stato un confessionale, nel senso del reality non del sacramento, il leader della Lega ha detto la sua sui migranti che rischiano di fare avanti e indietro tra Italia e Albania: «Se tornano in Italia e stuprano qualcuno, ne rispondono i magistrati?». Non conta la legge, non conta il diritto, conta il colore della pelle: sono neri — ma in testa agli elettori più affezionati di Salvini risuona senz’altro una “g” in mezzo alla parola — dunque presunti colpevoli.
migranti in albania - vignetta by vukic
Gli alleati neonazi di Salvini
Prima dell’Europee un esponente di Afd, sempre quei cari alleati tedeschi del Carroccio, ha pubblicato un post per sostenere che dal 2015 in Germania si assiste a «una esplosione di violenza sessuale» e l’ha attribuita agli immigrati turchi, iracheni e siriani. Cercare di parlare di dati non è possibile in questi casi, non prima che chi ci prova subisca l’augurio che un immigrato gli violenti moglie, mamma, sorelle e altre congiunte. I cittadini allevati dal cattivismo politico hanno la bava alla bocca sebbene talvolta fatichino a mascherare l’eccitazione. C’è da giurare che alcuni bramino il video degli stupri. Vince la crudeltà. Ma se certe cose si dicono nei comizi e in Parlamento, perché i peggiori bar del Paese dovrebbero esprimersi meglio?
giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse. antonio tajani, giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse
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