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“DENUNCERÒ TUTTI QUELLI CHE MI HANNO DOSSIERATO, SPIATO E SBIRCIATO DAL BUCO DELLA SERRATURA” – SALVINI, FURIOSO DOPO IL CASO DELL’EX DIPENDENTE DI BANCA INTESA CHE SPIATO I CONTI CORRENTI (TRA CUI IL SUO), CHIEDE L’ISTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA E PUNTA IL DITO CONTRO L'ANTIMAFIA GUIDATA DALLA MELONIANA CHIARA COLOSIMO – “LA STAMPA”: “NON SONO PASSATI INOSSERVATI GLI ARTICOLI DURISSIMI SCRITTI DAI QUOTIDIANI DI PROPRIETÀ DEL DEPUTATO LEGHISTA ANGELUCCI, IL TEMPO E IL GIORNALE. ENTRAMBI CHIEDONO ALLA COMMISSIONE ANTIMAFIA DI USCIRE DAL ‘SONNO’ IN CUI SEMBRA PIOMBATA DI FRONTE AI DOSSIERAGGI. NEL PARTITO DELLA PREMIER SOSPETTANO CHE SALVINI STIA CERCANDO DI SPINGERE COLOSIMO A MUOVERE LE ACQUE INTORNO ALLE INCHIESTE DI PERUGIA (CASO STRIANO) E DI BARI, NELLA SPERANZA CHE EMERGANO NOTIZIE DA USARE PER PASSARE COME L'UNICA VITTIMA DEL SISTEMA”
Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “la Stampa”
matteo salvini canta a pontida
Al solo sentir pronunciare la parola "dossieraggio", nella Lega riaffiora con forza la voglia di istituire una commissione parlamentare d'inchiesta. L'avevano invocata per l'inchiesta sugli accessi illegali del luogotenente della Finanza, Pasquale Striano, e tornano ad assaporarne l'idea ora che deflagra il caso dei conti correnti di politici e vip spiati da un funzionario di banca che lavorava per Intesa Sanpaolo a Bari.
Due questioni totalmente diverse, una legata a un uomo dello Stato, l'altra al mondo bancario, ma per Matteo Salvini è sempre l'occasione per porsi come il nemico che i poteri forti e la sinistra vogliono abbattere: «Io sono tra i dossierati – sottolinea – e denuncerò tutti quelli che mi hanno dossierato, spiato e sbirciato dal buco della serratura. Li denuncio civilmente e penalmente».
Il leader del Carroccio sa bene che la richiesta di una commissione parlamentare d'inchiesta è destinata a cadere nel vuoto. I suoi alleati, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, sono fermamente contrari. E anche il Capo dello Stato, Sergio Mattarella […] Salvini, nonostante tutto questo, non accenna a voler abbassare i toni. E mette nel mirino la commissione Antimafia, guidata dalla fedelissima di Meloni, Chiara Colosimo. Non sono passati inosservati gli articoli durissimi scritti negli ultimi due giorni dai direttori dei quotidiani di proprietà del deputato leghista Antonio Angelucci, il Tempo e il Giornale.
chiara colosimo ricevimento quirinale 2 giugno 2024 foto lapresse
Entrambi chiedono alla maggioranza e alla commissione Antimafia di uscire dal «sonno» in cui sembrano piombate di fronte ai dossieraggi. Nel partito della premier sospettano che Salvini stia cercando di spingere Colosimo a muovere le acque intorno alle inchieste di Perugia e di Bari, nella speranza che emergano notizie da usare per passare come l'unica vittima del sistema.
Il vicepremier del Carroccio non è solo. In questa battaglia ha trovato un alleato anche nelle file di Forza Italia: il capogruppo in Senato Maurizio Gasparri. […] Il capogruppo dei senatori azzurri […] mette nel mirino l'Antimafia e Colosimo: «La Commissione sta valutando di assumere nelle sue competenze poteri investigativi», annuncia. Poi la stoccata: «Fa bene la libera stampa a sollecitare la commissione Antimafia. E io la sollecito dall'interno», dice facendo riferimenti agli articoli dei direttori del Tempo e del Giornale. […]
CHIARA COLOSIMO - COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA
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