DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
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A che serve agitare l'ideologia, quando un paese si ritrova con le pezze al culo dopo un anno e mezzo di pandemia? A nulla. Magari può servire a perdere il treno del Recovery Plan. Bisogna essere pragmatici quando occorre salvare un paese e metterlo sul giusto percorso, e tocca farlo presto.
E' quel che pensa Mario Draghi che predilige un approccio molto pragmatico nella gestione del potere (e nelle decisioni che ne conseguono). Quando la disoccupazione galoppa, i poveri aumentano, i licenziamenti rischiano di dare la stura alla rabbia sociale perché dare spago alle bramosie ideologiche dei partiti?
Il pragmatismo dovrà essere la bussola per orientare l'azione delle società partecipate dallo Stato che SuperMario vuole sfilare alle smanie della politica e mettere al servizio del Paese.
Gli amministratori delegati dovranno essere competenti, capaci, con una precisa visione strategica per l'azienda e per l'Italia. I presidenti non possono più essere i referenti-bandierina dei leader politici ma dovranno rappresentare un raccordo con gli azionisti, con cui discutere le proposte degli Ad. Questo "metodo" vale soprattutto per Cassa depositi e prestiti e Ferrovie dello Stato.
Draghi vuole che Cdp abbia una nuova missione: trasformarsi in un vero fondo sovrano al servizio del Paese, nell'architrave del "Piano nazionale di ripresa e resilienza". Il compito di realizzare la sua "visione" spetterà a Dario Scannapieco, che sarà il nuovo Amministratore delegato della Cassa (alla presidenza le Fondazioni hanno già confermato Giovanni Gorno Tempini).
A nulla sono serviti per l'ad uscente Fabrizio Palermo l'appoggio di Di Maio e di Salvini per una riconferma. Ora si sussurra che potrebbe andare a sostituire il reietto Domenico Arcuri in Invitalia. nel 2018 fu proprio lui, grazie ai grillini Spadafora e Buffagni, a bruciare all' ultimo miglio Scannapieco, dato in pole per la poltrona di ad pure tre anni fa. Ma l'epoca di Conte appartiene ai giornali di ieri.
Nella lista preparata dai cacciatori di teste e presentata a Draghi, al ministro dell'Economia Daniele Franco e al Dg del Tesoro Alessandro Rivera c'erano, oltre a Scannapieco, anche Fabrizio Palermo, il banchiere Flavio Valeri e il presidente della divisione Imi del gruppo Intesa Sanpaolo e vicepresidente di Prelios, Gaetano Micciché.
Luigi Ferraris - una carriera tra Enel, Poste e Terna e recentemente si è dimesso dal cda di PSC di Umberto Pesce - sarà invece designato al ruolo di amministratore delegato delle Ferrovie di Stato, al posto di Gianfranco Battisti, nominato all'epoca dal ministro Toninelli; sarà un ruolo nevralgico perché almeno 30 miliardi del Recovery saranno destinati alle infrastrutture ferroviarie. Draghi non dimentica le quota rosa: per la poltrana di presidente, il nome è Nicoletta Giadrossi, già nel cda di Fincantieri.
Lasciato al suo destino l'altro candidato forte, Paolo Scaroni (Draghi mai l'avrebbe scelto vista la loro conoscenza), dalla sua Ferraris, avrebbe avuto l'appoggio anche da Luigi Di Maio, che compenserebbe la perdita dei "suoi" Palermo e Battisti. E Giuseppe Conte? Non pervenuto. Per lui un'altra sconfitta: non serve né apparecchia. Conta solo Giggino.
luigi ferraris ternaLuigi Ferrarisgiuseppe conte dario scannapiecopier carlo padoan dario scannapiecoSCANNAPIECOhoyer giuseppe conte dario scannapieco
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