MILANOSPIA - LA VICENDA PENATI COSTEREBBE AL PD UN PAIO DI PUNTI A LIVELLO NAZIONALE, MA A MILANO IL TRACOLLO SAREBBE ADDIRITTURA DEL 20%, CHE ANDREBBE VERSO DIPIETRISTI, VENDOLIANI E ASTENUTI - C’ERA UNA VOLTA LA LISTA PENATI SCONFITTA NEL 2009: DA DAVERIO ALLA TOBAGI, UN CETO MEDIO NON BERLUSCONIANO DI ILLUMINATI E PRODUTTIVI BORGHESI CHE DAVANTI ALLO SCANDALO È RIMASTO IN SILENZIO. PER ORA…

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Da Milano Franz Brambilla Perego per Dagospia


PENATEIDE 1.
C'era un a volta la Lista Penati. Anno di grazia 2009, campagna elettorale per le provinciali, gli spin doctor del presidente uscente, il PD Filippo Penati, creano una lista civica fatta di personalità eccellenti del mondo delle professioni, della cultura, della società civile, quasi tutti indipendenti, la maggior parte di loro alla prima esperienza elettorale. Una lista da affiancare al Pd e agli altri partiti della coalizione di centro-sinistra, per intercettare elettori del ceto medio non berlusconiano.

La stampa milanese la descrive come una sorta di dream team. Punte di diamante il critico d'arte (ed ex assessore leghista al Comune di Milano) Philip Daverio e la giovane giornalista Benedetta Tobagi, figlia del giornalista del Corriere ucciso dalle BR. I sondaggisti le attribuiscono un potenziale fra il 3 e il 5%. Il risultato è più modesto, 2,5%, circa 30.000 voti, sufficienti però a mandare Penati al ballottaggio contro le superiori forze del pidiellino Podestà.

Poi nelle due settimane tra il primo e il secondo turno la Lista viene risucchiata dal PD, che se la ciuccia come si aspira la Coca Cola con la cannuccia, e i suoi candidati scompaiono per fare spazio alle grandi figure del piddì. E Penati perde; di 4.000 voti su un milione, un'inezia, ma perde. Colpa sia della sinistra vendoliana che diserta le urne sia dell'Udc divisa al suo interno fra l'anima di centro-destra e quella di centro-sinistra.

Ma forse anche non pochi elettori del ceto medio produttivo che avevano visto nella Lista un'alternativa "laica e progressista" evitano, delusi, di tornare ai seggi. La Lista esprime un solo consigliere, farfallino Daverio, che però si dimette dopo pochi giorni senza partecipare nemmeno a una seduta.

Gli subentra Benedetta Tobagi, che però nel frattempo ha spiccato il volo della notorietà mediatica grazie al libro sul padre pubblicato da Einaudi e dopo pochi mesi molla lo scranno anche lei, sostituita dalla terza degli eletti, Gabriella Achilli. In questi due anni la Lista in quanto tale non ha più dato segni di vita, i suoi candidati sono tornati alla pristina esistenza di illuminati e produttivi borghesi. Gira voce però che si incontrino nei prossimi giorni, per prendere una posizione ufficiale.

PENATEIDE 2. Da qualche giorno circolano sondaggi che attribuiscono una perdita teorica fra uno e due punti al PD su scala nazionale in seguito alla vicenda Penati. Ma sembra che ce ne sia uno commissionato da SWG a Repubblica, non ancora pubblicato, che sulla città di Milano darebbe al PD una perdita di ben il 20% rispetto ai risultati delle ultime comunali. Un 20% che andrebbe in parte a IdV, in parte a Sel, in parte si disperderebbe nell'astensione.

 

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