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Se quello che sta succedendo a Poste italiane dovesse essere un sintomo di serietà del nuovo governo e del suo ministro dell'Economia, allora non sarebbe un buon segnale. Poste, in un momento di lucidità , aveva deliberato che nelle società controllate fossero nominati nei cda solo interni (amministratori o dipendenti che fossero)e che non venisse loro riconosciuto alcun emolumento.
Cioè pulizia pura, non più il mercato delle vacche con le liti dei partiti per sistemare i trombati, gli amichetti ed amichette, gli amici degli amici, chi offriva favori ai potenti di turno, non più il subdolo sotterfugio del Ministero dell'Economia di aumentare il suo strapotere occupando con i suoi funzionarietti posti fondamentali per l'economia produttiva, rendendoli così servizievoli verso chi li aveva nominati (le intercettazioni di Milanesi Marco avevano offerto solo la puntina emergente del puttanaio delle nomine).
Ebbene che fa il nuovo ministro, duro e puro, tutti pensano "ringrazia" ed "elogia". Invece no: impone alle Poste di tenere aperte le assemblee della società (i cui consigli sono scaduti da oltre un mese) perché vuole indicare i nomi da infilarci.
L'obiettivo non è solo il controllo diretto (tra l'altro nessun ministero che ha il controllo di società operative si comporta così), ma anche un modo o di far marchette o di rimpolpare le entrate dei dirigenti di via XX Settembre, alla faccia di ogni spending rewiew: infatti mentre gli interni delle Poste devono restituire all'azienda gli eventuali emolumenti (cioè niente spese), i dipendenti dell'Economia li mettono invece in un bel fondo che poi viene ridistribuito a tutti i dirigenti, e l'infornata delle Poste vale la candela poiché si tratta di bei soldini, da 40 a 80 mila euro all'anno per ogni nominato. Senza contare che l'Economia quando ha nominato il Cda delle Poste già ci ha piazzato il suo uomo di turno che porta al fondo comune altri soldoni.
Per questo le Assemblee sono aperta da un mese, si rinviano continuamente e non si tengono con varie scuse. Finalmente, sembra che la lista sia pronta. Finalmente le assemblee si faranno. E i grillini continuano ad occuparsi del proprio ombelico.
SACCOMANNI IN RITIRO
SACCOMANNI
Poste Italiane jpeg
MARCO MILANESE
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