FLASH! - IL DAZISTA TRUMP, PER SPACCARE L'UNIONE EUROPEA A COLPI DI TARIFFE SUI PRODOTTI ESPORTATI…
Estratto dell’articolo di Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/politica/2025/02/04/news/elly_schlein_intervista_destra_europa-423980129/
[…] La segretaria del Pd Elly Schlein è a Bruxelles, ha partecipato al prevertice del Partito socialista europeo: «Abbiamo cercato di suonare la carica, perché la destra si può battere. A condizione di non inseguirla». […] Quanto al lodo Franceschini, alle aperture di Conte, al modello ulivista di Prodi, sono discussioni da cui per ora la segretaria si tiene fuori.
Come può proteggersi l’Europa dai dazi trumpiani?
«L’Europa è a un bivio: o è in grado di fare un passo avanti sull’unità, o sarà cancellata. […] va curata ogni giorno, e […] la prima cosa che deve fare è superare il potere di veto e la regola dell’unanimità».
È un’esortazione fatta anche da ex premier come Prodi, Letta, Draghi. È possibile che accada?
«[…] Davanti alla minaccia dei dazi, agli Stati Uniti che vogliono annettersi la Groenlandia, c’è la consapevolezza che nessuno si salva da solo».
Qual è il rischio, senza un cambio di regole che permetta di prendere alcune decisioni a maggioranza?
«Che gli alleati e i cavalli di Troia che Trump si è cercato dentro l’Ue lo aiutino nel suo intento di indebolire l’Europa».
Cavalli di Troia come l’ungherese Orban?
«Esattamente. Invece di subire la guerra commerciale dei dazi, dovremmo anticipare le mosse americane rilanciando un grande piano di investimenti comuni europeo. Il Next generation Eu spalmava 700 miliardi su quattro anni. Ci vorrebbe almeno ogni anno il doppio di quella cifra da investire in innovazione, per accompagnare la conversione digitale ed ecologica, con una vera politica industriale europea per sostenere la competizione energetica in alcuni settori».
Meloni può fare da mediatrice per l’Europa a un tavolo con Trump?
«Se Meloni vuole aiutare l’Italia deve aiutare l’Europa a cambiare le regole, abbattere i veti e restare unita. È invece rischioso far valere con Trump relazioni bilaterali. Se ogni Paese comincia a trattare per sé, è l’inizio della fine della forza che ha l’Unione. Si fa presto a passare da prima della classe a strumento funzionale a un disegno di disgregazione».
Il governo italiano si può fidare di Musk, che tifa Afd e invita la Germania a non vergognarsi del suo passato nazista?
«Siamo di fronte alla saldatura tra il nazionalismo di estrema destra e il tecnocapitalismo che ha una concentrazione di potere, di ricchezza, di tecnologia senza precedenti nella storia. […] Quel che dobbiamo capire è che non sono imbattibili».
Ne è sicura?
«In Italia lo abbiamo provato l’anno scorso in tre Regioni. Certo, non li battiamo rincorrendoli sul loro terreno, copiando le posizioni della destra sull’immigrazione o sulla sicurezza. Vinciamo quando li trasciniamo sul terreno su cui stanno più scomodi: la grande questione sociale. Salari bassi, precarietà alta, liste d’attesa lunghe in sanità, casa».
Basta parlare di realtà a chi ha dalla sua parte i soldi, il dominio digitale, il potere politico di influenza degli Stati Uniti?
«Sono d’accordo con Pedro Sanchez quando dice che dobbiamo fare di tutto per contrastare il dominio assoluto delle big tech proteggendo i dati dei 500 milioni di cittadini europei. E anche fermare l’elusione fiscale delle grandi multinazionali, seguendo il principio che le tasse si pagano dove si fanno i profitti. Guarda caso la destra questa battaglia non la fa».
Sulla Germania Putin ha usato le stesse parole di Musk. C’è il rischio che la guerra in Ucraina finisca con un patto tra Stati Uniti e Russia?
IL SALUTO ROMANO DI ELON MUSK ALLA PARATA PER TRUMP - CAPITOL ONE ARENA - WASHINGTON
«Manca un’iniziativa politica e diplomatica europea per far finire il conflitto. È necessaria. […] l’Europa rischia di sedersi da ospite quando sarà il momento di negoziare […] a Trump non interessano né l’integrità territoriale ucraina né il suo ingresso in Europa».
Ha detto che gli investimenti sulla difesa non devono togliere alla spesa sociale. Ma quindi servono.
«Noi siamo sempre stati a favore di una difesa comune. Il punto è come la fai. Fin qui è mancata la volontà politica da parte degli Stati di condividere competenze e risorse.
[…]».
Servono più fondi?
ELLY SCHLEIN A POMIGLIANO D ARCO
«[…] il bilancio europeo è già troppo piccolo, al 2% del Pil dell’Ue. Non guidi una Ferrari con il motore di una 500. […] chiediamo un Next generation Ue strutturale e fatto di investimenti comuni, entro cui costruire una difesa davvero comune, non il via libera ai 27 Stati per correre al riarmo».
Cosa chiede al governo sulla vicenda Almasri?
«Meloni deve venire in aula e spiegare al Paese perché il governo ha scelto di liberare e riportare a casa un torturatore libico. Anche questo attacco ai giudici per una comunicazione prevista dalla legge serve a distrarre dal merito della decisione, ma anche dai tanti problemi del Paese su cui non stanno rispondendo».
Le catene negli States, la Germania che vota largamente una mozione che di fatto nega i diritti dei profughi. Questo cattivismo antimigranti non le sembra inarrestabile?
«[…] a parte che deportare i migranti dal New Jersey o dall’Italia in Albania è inumano, ci devono spiegare in che modo abbassa le bollette alle famiglie e alle imprese. In che modo migliora gli stipendi bloccati dal no al salario minimo di Trump e di Meloni. È una risposta identitaria che dice agli ultimi: ti tolgo concorrenza dal basso, senza dire come ridistribuiscono dall’alto, loro che stanno dalla parte degli uomini più ricchi al mondo […] la destra che dice di stare col popolo non è disposta a toccare gli interessi delle multinazionali, che pagano meno tasse di una fabbrica di matite o di una famiglia di lavoratori».
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