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“SCHLEIN HA SBAGLIATO TUTTO. AVREBBE DOVUTO ACCETTARE IL CONFRONTO A TRE CON MELONI E CONTE PERCHE’ AVREBBE COSTRETTO LA PREMIER, CHE NON SI CONFRONTA, A FARLO” – ROCCO CASALINO SI RICORDA DI ESSERE STATO IL PORTA-CROCE DI PEPPINIELLO E AFFONDA IL COLPO CONTRO ELLY: “LA SUA RISPOSTA SU ATREJU È STATA ARROGANTE E OFFENSIVA” – POI SPIEGA PERCHE’ SI E' DIMESSO DA PORTAVOCE DI CONTE: “ORA CHE IL MOVIMENTO È STRUTTURATO, IL RUOLO DELLA COMUNICAZIONE È RIDIMENSIONATO” – IL NUOVO GIORNALE E L’EDITORE ANDREA IERVOLINO SOTTO INCHIESTA PER TRUFFA AGGRAVATA: “HO LETTO TUTTE LE CARTE E SONO CERTO CHE QUELLA VICENDA SI SGONFIERÀ..." – IL DAGOREPORT
DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."
Articolo di Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica” - Estratti
Il Pd ci ha sempre fatto lezioni sulla competenza. Abbiamo perfino scelto Gentiloni come commissario europeo quando eravamo al governo con loro, nel nome della competenza. E adesso, per decidere il candidato premier della coalizione, quel metodo non va più bene?».
Rocco Casalino non è più il portavoce di Giuseppe Conte, ma parla come se lo fosse. Promette che il giornale che sta per lanciare — l'editore è il produttore Andrea Iervolino — non sarà l'house organ del Movimento, eppure il suo nuovo ruolo da opinionista tv e sui social lo vede in prima linea a difendere le ragioni dei 5 stelle. Contro quelle del Pd.
Ha scritto che su Atreju Schlein ha sbagliato tutto: doveva accettare un confronto a tre con Meloni e Conte, dopo averne chiesto uno a due. Perché mai?
«Perché avrebbe costretto Meloni, che non si confronta, a farlo. E raccolto un'opportunità unica».
Conte è sembrato giocare di sponda con la premier contro Schlein, come per sminuirla.
«L'errore è stato di chi usa i manualini della comunicazione, invece di fare ragionamenti politici. Schlein e Conte avrebbero potuto mostrarsi uniti contro Meloni, rinfacciandole i dati pessimi dell'economia.
ELLY SCHLEIN ALLA RIUNIONE DEL CORRENTONE DEM - COSTRUIRE L'ALTERNATIVA - MONTEPULCIANO
Si sarebbero potuti preparare insieme. Le trasmissioni politiche fanno in media il 9 per cento di share. La stragrande maggioranza degli italiani non è interessato alla politica, non sa nemmeno quali siano le condizioni dell'economia.
Avevi l'occasione di mostrarlo, di parlarne, e di farlo di fronte a una platea potenzialmente vastissima».
È già partita la competizione su chi sarà il candidato premier?
«Con FdI che nei sondaggi è al 32 per cento la tua preoccupazione non può essere la leadership a sinistra, ma far scendere quella percentuale. Storicamente, un partito che arriva primo non è mai andato all'opposizione. Per prima cosa bisognerebbe pensare a mettere in difficoltà Meloni, ma la risposta di Schlein su Atreju è stata arrogante e offensiva. Ha detto allora tu porta Salvini, io porto Bonelli e Fratoianni, ma che modi sono?».
Ma lei è convinto di non essere più il portavoce del Movimento?
«Sto facendo ragionamenti sulla comunicazione. La candidatura a premier va conquistata, devi far convergere su di te un'intera comunità, anche quelli che votano 5 stelle. Non puoi imporla».
Si conquista con le primarie? E i 5 stelle accetterebbero il risultato, se vincesse Schlein?
«Bisognerà individuare insieme un percorso limpido che non avvantaggi nessuno. Si sa che il Pd è più radicato. Ma se non ci fossero stratagemmi, certo che il Movimento accetterebbe il risultato. Guardi Conte non è uno che smania. Quando è uscito da Palazzo Chigi noi eravamo disperati, lui sorrideva».
MENAGE ATREJU - MEME BY EMILIANO CARLI PER IL GIORNALONE - LA STAMPA
Non crede che un Movimento fermo al 9% anche nella Regione in cui esprime il presidente non possa avanzare pretese?
«Ma che c'entrano le Regionali con le politiche? Lì va sempre male. Contano i sondaggi e i sondaggi ci danno al 14%. Non così sotto rispetto al 22 del Pd».
La sindaca di Genova Silvia Salis è una candidata?
«Mi affascina: buca, è fresca, può parlare a un elettorato moderato, ma non può farcela senza un partito dietro».
Insomma lei tifa Conte, non è andato via perché avete litigato.
«Sarò di parte, ma penso che il curriculum debba contare. E una cosa è un professore universitario, avvocato di successo e due volte premier, un'altra giovane con poca esperienza come Schlein. Quando abbiamo preso il 33% Di Maio non è diventato premier perché non aveva il curriculum».
In realtà serviva un accordo con la Lega, il contratto di programma, si ricorda?
«Sì ma contava anche il curriculum e abbiamo avuto una gran fortuna a trovare Conte. In altri casi, ne abbiamo fatti di errori, nelle nomine, nei ministeri. Con lui no».
Perché è andato via?
«Perché ora che il Movimento è strutturato, con un capo, una linea politica forte, dei capigruppo fissi, il ruolo della comunicazione è ridimensionato.
Ne ho sofferto, ma ho capito che è giusto così. E non ho reagito come altri che se ne sono andati via arrabbiati, perché Conte è arrivato dopo di noi ed è diventato il capo: è stato messo alla prova, ha retto, se lo merita».
Viene da un movimento che ha messo la legalità al primo posto e si butta in un'avventura con un editore sotto inchiesta per truffa aggravata?
«Ho letto tutte le carte e sono certo che quella vicenda si sgonfierà. È frutto di una lite tra soci. Andrea è un outsider, vive fuori dai salotti, è di quelli che piacciono a me».
Andrea Iervolino ha detto a Repubblica che non farete un giornale grillino. Sarebbe mai capace di fare un editoriale contro il Movimento?
«Certo. Ad esempio chiederei di mettere di più al centro la questione dell'immigrazione e della sicurezza, non possiamo lasciare alla destra la realtà e rifugiarci nella retorica dell'accoglienza. Dobbiamo proporre soluzioni razionali».
rocco casalino a otto e mezzo
andrea iervolino
ROCCO CASALINO CON GIUSEPPE CONTE ALLA MANIFESTAZIONE DEL M5S CONTRO IL RIARMO
conte casalino
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