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SE NON CI FOSSERO D’ALEMA E BERSANI, RENZI DOVREBBE INVENTARLI – CON LA SCISSIONE “BAFFINO” E “CULATELLO” HANNO INDEBOLITO ORLANDO E FATTO UN BEL REGALO ALL’EX PREMIER CHE HA RACCOLTO IL 68% NELLE SEZIONI PD – NEI SONDAGGI IL PARTITO DEGLI SCISSIONISTI E’ AL DI SOTTO DELLE ATTESE

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Ugo Magri per la Stampa

BERSANI D'ALEMABERSANI D'ALEMA

 

Tra i tanti esercizi di retorica sulle primarie Pd, la Palma del trionfalismo va di diritto a Debora Serracchiani, che le celebra come una «festa della democrazia». Mentre l’Oscar del giudizio più prevedibile e scontato se lo merita Massimo D’Alema. Il quale non poteva certo cantare le lodi del partito che ha da poco lasciato, in quanto l’avrebbero subito portato in un Tso. Per cui ha descritto il voto dei 266 mila iscritti come una conta tra «capibastone», attratti dal potere e proni ai voleri del leader che ha rotto con la tradizione della sinistra e presto li porterà all’abbraccio con Berlusconi.

 

 

matteo renzi assemblea pdmatteo renzi assemblea pd

Quello però su cui «Baffino» non si sofferma è l’aiuto che lui, insieme con tutti gli altri fuoriusciti, ha recato senza volere alla causa renziana. Perché è probabile che, senza la scissione a sinistra e il conseguente addio della «Ditta», Matteo avrebbe faticato a raccogliere il 68 per cento nelle sezioni; e di sicuro il suo competitor Andrea Orlando avrebbe fatto un po’ meglio. A essere maligni, si potrebbe perfino sostenere che Bersani e D’Alema hanno confezionato un bel regalo a Renzi, il quale guarda caso non ha mosso un dito per trattenerli.

 

 

ORLANDO CONTRO IL CIELO BY CARLIORLANDO CONTRO IL CIELO BY CARLI

E’ ancora presto per i bilanci che si faranno alle elezioni, nel 2018. Di qui ad allora gli ex-Pd riusciranno forse a ottenere quel 10 per cento di cui da qualche parte venivano accreditati. Ma intanto, a meno di due mesi dall’addio, nei sondaggi oscillano tra il 4 e il 6, comprendendo pure il movimento di Pisapia e i resti di Sinistra Italiana. Sono di gran lunga al di sotto delle attese.

 

Quel che è peggio, di loro non si parla quasi più. Come sempre accade in questi casi (la cronaca politica trabocca di esempi) la minoranza che se ne va è oggetto di intense amorevoli attenzioni mediatiche destinate, però, a durare giusto il tempo del divorzio. Dopodiché gli esuli finiscono nel cono d’ombra dell’irrilevanza. Mdp per ora non fa eccezione.

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