E SE IL BANANA CHIEDESSE L’AFFIDAMENTO AI SERVIZI SOCIALI DI DON GELMINI? - KYENGE NON VUOLE PIÙ ESSERE CHIAMATA CÉCILE

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A cura di Primo Di Nicola e Gianluca Di Feo per "l'Espresso"

1. CASO BERLUSCONI - SILVIO A SERVIZIO DA DON GELMINI
M. Br. - E se si arrivasse a metà ottobre, quando dovrà iniziare a scontare la pena, con un Berlusconi ancora in carica e i suoi avvocati pronti a chiedere l'affidamento ai servizi sociali? È l'idea emersa nell'ultimo rendez-vous del Cavaliere con i figli e i legali ad Arcore e che potrebbe aprire uno scenario in grado di ribaltare l'immagine del condannato.

I servizi sociali potrebbero permettergli di svolgere il proprio lavoro, ovvero di frequentare il Senato, e per questo Berlusconi sarebbe intenzionato a proporsi come volontario presso la Comunità Incontro di Don Gelmini di cui è anche "benefattore" con i cinque milioni di euro donati nel 2012. L'associazione terapeutica che accoglie tossicodipendenti e sieropositivi si trova nella campagna umbra in provincia di Terni, ad un'ora scarsa di macchina da Roma.

Comoda da raggiungere e soprattutto utile a unire il profilo, a suo dire, di perseguitato a quello di buon samaritano. Una carta vincente, secondo i suo legali, destinata in caso di assenso del Tribunale a trasformare la sconfitta in possibile vittoria.

2. TORINO - RAI ALL'AMIANTO
Quel palazzo di via Cernaia a Torino, costruito negli anni Sessanta, era stato coibentato con spruzzi di eternit. E un funzionario del centro meccanografico Rai, che aveva respirato per più di trent'anni l'aria intossicata dalle polveri di amianto, era morto nel 2009, a 70 anni, di mesotelioma pleurico.

Il pm Raffaele Guariniello ha appena chiuso le indagini sul caso e sta per presentare richiesta di rinvio a giudizio a carico di 16 dirigenti della tv pubblica che, secondo l'accusa, tra il 1967 e il 1999 non si curarono del degrado delle coibentazioni, tanto che dovranno rispondere di omicidio colposo. Nel frattempo, il pm paladino della salute sta aprendo un altro fronte di indagini: sotto osservazione alcuni elicotteri AgustaWestland in dotazione ai militari italiani e i 300 morti per patologie derivate dall'asbestosi, altra malattia polmonare. F. F.

3. LETTA / 1 - BASTA FRAC A PALAZZO
G. Fed. - Per cambiare si deve partire dalle piccole cose. Enrico Letta deve aver pensato questo quando ha chiesto al segretario generale, Roberto Garofoli, di cambiare divisa ai commessi di palazzo Chigi. Attualmente indossano una sorta di frac nero, di stoffa pesante, con tanto di code. Una mise che rimanda più ai governi Giolitti e Depretis che ad un esecutivo agile e moderno. Soprattutto per le commesse costrette anche nel torrido agosto romano ad indossare le calze in forza di una vecchia circolare degna dell'epoca borbonica.

Una tortura che non è sfuggita allo staff di Letta che nel tentativo di ammodernare l'immagine di un'istituzione troppo incline a restare uguale a se stessa ha cercato di cambiare le cose. Ma siccome la coperta del bilancio è corta anche per le piccole spese, il compito appare più arduo del previsto. Così, per gravare il meno possibile sulle casse pubbliche, si sta pensando di avviare un bando per giovani stilisti desiderosi di farsi conoscere firmando le nuove divise di palazzo Chigi.

4. LENZUOLATA ZACCARDI
Goffredo Zaccardi ci riprova. Il capo di gabinetto di Flavio Zanonato sta preparando riservatamente una nuova ondata di liberalizzazioni in diversi settori: dall'energia alle assicurazioni. È un vecchio pallino dell'ex presidente del Tar Molise quello delle lenzuolate.

Fu lui a prepararle quando era capo di gabinetto sempre dello stesso dicastero dello Sviluppo economico, ma quando il ministro era Pierluigi Bersani nel 2006. Zaccardi, tra l'altro, ha avuto un'estate burrascosa al punto che a fine luglio si era dimesso in polemica con la riorganizzazione del ministero di via Veneto. Riorganizzazione che è stata prontamente corretta con il capo di gabinetto tornato più forte di prima tanto da imporre la sua agenda: a settembre si liberalizza. V. D.

5. KYENGE ALLA RISCOSSA - MAI PIÙ CECILE
V. D. - «Per favore, da oggi in poi io sono Kashetu Kyenge detta Cecile...». La richiesta di anteporre il suo vero nome, di origine congolese, al nome francese acquisito dopo il suo trasferimento in Europa, è arrivata direttamente dal ministro dell'Integrazione allo staff che ne cura i rapporti con la stampa.

A quanto pare Kyenge avrebbe voluto così esprimere il desiderio di ribadire pubblicamente, semmai ce ne fosse bisogno, l'orgoglio delle proprie origini etniche in questa particolare fase politica che la vede bersaglio privilegiato delle contestazioni leghiste legate proprio alla sua provenienza geografica. Infatti in uno degli ultimi comunicati del consiglio dei ministri, Kyenge compare già con il nome di Kashetu.

6. CACCIA AL DUCE - A VILLA CARPENA
V. D. - C'è fermento tra i nostalgici del Duce per l'attesa dei risultati di un'indagine pseudo-scientifica sulle apparizioni del fantasma di Mussolini in una delle sue storiche dimore. A Villa Carpena, vicino Forlì, lo scorso 31 agosto la società Ghost Hunter di Padova ha ottenuto dai proprietari della villa utilizzata per anni da Benito e Rachele Mussolini, ora trasformata in museo, il permesso di indagare sulle presunte apparizioni del Duce, descritte dai mussoliniani che vi si recano in "pellegrinaggio".

In particolare c'è chi sostiene che dalle foto di uno specchio si noterebbe l'immagine di Mussolini, a conferma della presenza dello spirito del dittatore in quella che fu la sua abitazione più amata. La società patavina promette che a breve sarà reso noto l'esito della caccia al fantasma e assicura che l'indagine è stata condotta «con l'ausilio di mezzi e software per uso forense».

7. MEGAFONO PER BERGAMO
Il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta punta a conquistare Bergamo. Alle amministrative previste per la prossima primavera, per eleggere il sindaco orobico Crocetta vuole far concorrere Michela Stancheris, la sua storica segretaria, che da alcuni mesi è entrata nella giunta di governo in Sicilia prendendo il posto di assessore al Turismo che fu, per pochi mesi, del cantante Franco Battiato. La Stancheris, originaria di Bergamo, potrebbe correre sotto la bandiera del Megafono, il movimento fondato dallo stesso Crocetta e costola autonoma dei democratici in Sicilia.

La reazione dei dirigenti del Pd è stata abbastanza tiepida: per il segretario provinciale di Bergamo, Gabriele Riva, si dovrà passare comunque per le primarie. Per la Stancheris non sarebbe comunque la prima volta: è già stata candidata al Comune di Bergamo nel 2009. P. M.

8. SALVA ITALIA - FORTUNATO SENZA LIMITI
Vincenzo Fortunato non ci sta a ridare indietro al Tesoro gli emolumenti percepiti in eccesso rispetto al tetto dei 294 mila euro annui stabilito nel 2011, con il decreto Salva Italia, da Mario Monti. Per questo l'ex capo di gabinetto dei ministri Tremonti e Grilli si è rivolto al Tar.

Chiede di annullare, sollevando dubbi di incostituzionalità, il provvedimento con cui l'allora presidente del Consiglio dei ministri, lo scorso anno, in applicazione del decreto Salva Italia, ha fissato il limite massimo retributivo che i top manager pubblici possono ricevere, compresi i doppi incarichi, nonché tutti i "provvedimenti del ministero dell'Economia e delle finanze di recupero somme derivanti dall'applicazione" delle norme in questione. Nella sua lunga carriera a via XX settembre Fortunato ha collezionato numerosi incarichi. L'ultimo, quello di presidente della Sgr che gestirà la dismissione degli immobili pubblici, gli è stato affidato in extremis lo scorso maggio da Grilli poco prima che lasciasse il ministero. D. L.

9. TISCALI - SORU FUORI BILANCIO
Alle primarie per la scelta del candidato governatore del centrosinistra, in vista delle elezioni regionali in Sardegna, Renato Soru ci ha già rinunciato lo scorso luglio: «Voglio contribuire a rinnovare la classe politica», aveva motivato. Intanto si avvicina il processo per una questione di evasione fiscale che l'ex presidente della Regione Sardegna dovrà affrontare il prossimo maggio. E potrebbe anche non essere l'unica grana giudiziaria in arrivo.

Insieme ad altri sette manager di Tiscali, Soru ha infatti ricevuto la notifica della chiusura delle indagini (atto che precede, di norma, la richiesta di rinvio a giudizio) relative alla presunta alterazione dei bilanci dell'azienda di telecomunicazioni da lui fondata. Per tutti il reato ipotizzato è di "false comunicazioni sociali". G. P.

 

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