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VILLA GIORGINA SEDE DELLA NUNZIATURA APOSTOLICA A ROMA
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SILENZI E UN' ALTRA DONNA SPARITA I MISTERI DEI CUSTODI DEL PALAZZO
NEGLI ANNI '60 LA MOGLIE DEL PORTIERE SCOMPARVE
Franca Giansoldati e Cristiana Mangani per “il Messaggero”
Le indagini partono proprio da loro, da quei custodi che hanno vissuto nella dependance della Nunziatura apostolica, dagli anni in cui la villa è stata ceduta al Vaticano. E mentre la polizia Scientifica si appresta ad analizzare le ossa recuperate sotto al pavimento dell' appartamento di pertinenza, la Squadra mobile va avanti con gli interrogatori nella speranza di ricostruire la storia della sede diplomatica di San Pietro. A chi era affidata la custodia di Villa Giorgina? Chi conosceva anche gli angoli più remoti di questa meravigliosa costruzione, piena di verde, praticamente nel centro di Roma?
LA FAMIGLIA
Tra le prime persone convocate dalla polizia, dopo gli operai che hanno trovato le ossa mentre picconavano il pavimento, c' è Anna Mascia, una signora molto devota, due figli, una condotta di vita irreprensibile, e il marito Felice che ha vissuto con lei nella dependance della Nunziatura di via Po. Una permanenza lunga, la loro, iniziata nel 2003 e lasciata poco tempo fa quando la signora è andata in pensione.
A chiamarla era stato il Nunzio dell' epoca, il cardinale Paolo Romeo, dopo che lo storico custode, conosciuto da tutti come Pino, aveva lasciato l' incarico alla Villa, dopo aver vissuto lì per tantissimi anni insieme con l' anziana madre. Ad Anna Mascia la polizia ha chiesto proprio di Pino, se avessero mai notato qualcosa di strano e se, nel corso degli anni, qualcuno fosse entrato in quell' abitazione. E lei ha raccontato che nel 2003, quando si è recata con la famiglia a Villa Giorgina, la dependance destinatale come alloggio, era praticamente un tugurio.
I LAVORI
Ci sono stati tanti lavori da fare, compreso probabilmente quel pavimento dove ora sono state trovate le ossa umane, che, però, quasi certamente non è stato rimosso, ma riparato e coperto con altro materiale. La casa è stata rimessa a nuovo e i muratori che ci hanno lavorato non sembra abbiano trovato niente di anomalo.
E chissà ora ai componenti di quella famiglia, composta da gente onesta e lavoratrice, quali pensieri passeranno per la testa sapendo che il pavimento calpestato ogni giorno durante la normalità della vita, nascondeva uno, o addirittura due cadaveri. Chissà quale terribile sensazione staranno vivendo.
Anche perché a scavare nella storia di Villa Giorgina affiorano altri possibili gialli. E uno riguarda proprio un custode del palazzo che ha abitato lì negli anni 60. Una possibile pista alternativa a quella di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, che la polizia sta comunque verificando. La storia viene ricordata in ambienti ecclesiastici e si riferisce a un custode sul quale sono circolate molte voci sospette.
L'uomo viveva nella dependance con la moglie, ma il loro è stato un matrimonio piuttosto travagliato. Continue discussioni e litigi, finché la donna non è sparita da casa in circostanze misteriose. Nessuno ha più avuto sue notizie, tanto meno è riuscito a rintracciarla. Il marito aveva giustificato l' assenza dicendo che la consorte lo aveva lasciato e che se ne era andata all' improvviso proprio perché non andavano d' accordo. Ma ora, con il ritrovamento dello scheletro di una donna, a qualcuno è ritornata in mente quella vicenda. E allora, nel momento in cui il dna verrà estratto dalle ossa recuperate, la polizia scientifica effettuerà la comparazione con quello dei familiari di Emanuela e Mirella. Codice genetico del quale la Procura, ma anche il Vaticano, dispongono già.
emanuela orlandi mirella gregori
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(ANSA) - "In Vaticano tutti pensano che i nomi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori non c'entrino nulla col ritrovamento delle ossa che ha avuto luogo sotto il pavimento della Nunziatura Apostolica di via Po a Roma", dice - in un'intervista a Repubblica - monsignor Gianfranco Girotti, reggente emerito della Penitenzieria Apostolica.
Già quando la magistratura cercava i resti di Emanuela a Sant'Apollinare disse che non li avrebbe trovati: "Anche allora - afferma - mi sembrava un'ipotesi priva di un reale fondamento. E lo confermo oggi. Non è inusuale trovare sotto le chiese o sotto gli edifici in zone extraterritoriali resti umani. Così credo che con Orlandi e Gregori questi resti non abbiano nulla a che fare: posso sempre sbagliarmi ma questo è il mio pensiero".
Girotti spiega che "prima di essere Nunziatura quella di via Po era una semplice abitazione. Era di un ebreo di Torino, il quale decise di lasciare in eredità la propria residenza romana a Papa Pio XII. Era il 1949", "la Nunziatura in ogni caso venne spostata lì solo nel 1959. Quelle ossa possono appartenere a chiunque".
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(ANSA) - Saranno affidati nei prossimi giorni e dovrebbero iniziare già lunedì prossimo gli accertamenti sui resti ritrovati sotto un pavimento nella casa del custode della Nunziatura Apostolica a Roma. Secondo quanto si appreso le verifiche, seppur complicate, perchè da svolgere su un materiale in parte deteriorato, saranno completamente affidate alla polizia scientifica. Non si dovrebbe fare ricorso dunque a laboratori esterni e centri accademici ma l'intera ricognizione sulle ossa, una parte di scheletro e altri resti, sarebbe affidata ai laboratori scientifici della polizia.
Una volta estratto il materiale genetico questo sarà comparato con quello di Emanuela Orlandi, il cui Dna è stato da tempo messo a disposizione della famiglia agli investigatori. Stessa cosa per il Dna di Mirella Gregori che la famiglia forni ai tempi della vicenda di Sant'Apollinare. Oltre alle perizie la Procura di Roma valuterà se ascoltare i testimoni del rinvenimento, ovvero i quattro operai che stavano lavorando al pavimento sotto il quale si trovavano le ossa. I quattro sono stati già sentiti dalla Squadra Mobile, a cui la Procura ha delegato le indagini, e hanno raccontato del rinvenimento durante i lavori di coibentazione del pavimento.
La posizione in cui si trovavano le ossa, ovvero sotto il massetto cioè lo strato di materiale edilizio che permette la messa in posa del pavimento, potrebbe far pensare a scheletri non di vecchissima datazione anche se questa risposta si avrà solo dalle perizie. In questo senso le indagini dovranno accertare a quanti e quali lavori di ristrutturazione è stata soggetta la dependance della Nunziatura in questi ultimi decenni e si potrebbe anche tentare di ricostruire e convocare le varie ditte, e anche gli operai, che furono impegnati per poi eventualmente convocarli in Procura. Parallelamente si cercano anche di ricostruire chi ha vissuto nella dependance riservata ai custodi negli ultimi decenni.
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