giuseppe de giorgi sea shepherd

SE L’AMMIRAGLIO DIVENTA PIRATA - L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA GIUSEPPE DE GIORGI SI UNISCE A ‘SEA SHEPHERD’, GAGLIARDA ORGANIZZAZIONE DI ‘ECO-PIRATI’ CHE COMBATTE LA PESCA DI FRODO - ECCO IL SUO DIARIO, DOPO L’ARCHIVIAZIONE DELL’INCHIESTA ‘TEMPA ROSSA’: ‘UN ACCANIMENTO SENZA PRECEDENTI CHE MI HA COSTRETTO NEI CAMPI PER UN ANNO. MA È TEMPO DI RIPRENDERE IL MARE. NON VEDO L’ORA’

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IL SITO DI SEA SHEPHERD, CAZZUTISSIMA ORGANIZZAZIONE DI ECO-PIRATI CHE COMBATTONO BALENIERE DI FRODO, BRACCONIERI DEL MARE E LA DISTRUZIONE DELLA FAUNA MARINA IN TUTTO IL MONDO

 

http://www.seashepherd.org/

 

 

I DIARI DI GIUSEPPE DE GIORGIO, AMMIRAGLIO DELLA MARINA ITALIANA

Da http://www.ammiragliogiuseppedegiorgi.it/

giuseppe de giorgi sea shepherdgiuseppe de giorgi sea shepherd

 

1. E' TEMPO DI RIPRENDERE IL MARE

 

Dal 3 Luglio mi imbarcherò da Port Gentil in Gabon sul M/Y Barker, una ex baleniera norvegese varata nel 1950, parte della flotta di Sea Shepherd.

 

I miei compiti a bordo saranno di Ufficiale di Guardia in Plancia e di pilota di Zodiac, per gli abbordaggi e le ispezioni ai grandi pescherecci oceanici che operano nelle acque al largo dell’Africa occidentale equatoriale.

 

Il Barker è lungo 53 metri, ha un piccolo ponte di volo per elicotteri leggeri, installato a “sbalzo” sulla poppa della nave. L’equipaggio è di circa 35 persone fra volontari e professionisti: il Comandante, il Direttore di Macchina, il nostromo e altri elementi cardine per la sicurezza della navigazione. Il resto è di volontari, come me.

 

Dopo 45 anni di Marina, 1 anno di vita agreste (coltivazione dell’orto) e di navigazione di piccolo cabotaggio a vela, sul Barracuda, è tempo di riprendere il mare su una nave. Mi manca il respiro del mare, la vibrazione quieta delle lamiere, l’odore del gasolio, la faccia dei marinai. 

giuseppe de giorgi sea shepherd  giuseppe de giorgi sea shepherd

 

La missione del Barker è perfetta per un ufficiale di una marina da guerra, perché si stratta di combattere in mare, per una buona causa: cacciare i bracconieri che uccidono specie marine in pericolo di estinzione e difendere la salute degli oceani; la nostra ultima frontiera.

 

Meglio di così!?

 

Sono entrato in contatto con Sea Shepherd, per caso, a La Spezia, durante l’ultima edizione di “Sea Future” ospitato nel nostro arsenale, quando ero Capo di Stato Maggiore della Marina.

 

C’era un piccolo stand di Sea Shepherd che cercava fondi e ne promuoveva la missione. Lì ho conosciuto Andrea e Giuliana, due dei principali organizzatori della prima ora, a livello nazionale. Scherzando dissi loro che quando sarei andato in pensione mi sarei arruolato. Tutti risero.

 

Poi, qualche mese fa, ho incontrato il Capitano Peter Hammerstedt, capo delle operazioni marittime e  storico comandante di navi di Sea Shepherd che, fra l’altro, è famoso per aver dato la caccia per due mesi a una tristemente nota nave bracconiera, il Thunder, responsabile di autentiche stragi di balene, inseguendola dalle acque dell’Antartico, sino al Capo di Buona Speranza e all’Oceano Atlantico, davanti alla Liberia, sino alla cattura e affondamento della nave assassina e all’arresto del suo equipaggio. D’impulso gli ho chiesto se potevo imbarcarmi con loro. Oggi manca poco più di una settimana alla partenza. Non vedo l’ora.

giuseppe de giorgi con sea shepherdgiuseppe de giorgi con sea shepherd

 

 

2. LA MIA STORIA ...

 

Scrivo dopo aver atteso l’archiviazione definitiva dell’indagine relativa al caso “Tempa Rossa” in cui sono stato coinvolto, per un ipotetico abuso d’ufficio, da me mai commesso.

 

E’ passato un anno dal momento in cui la notizia è stata resa pubblica ed è iniziata nei miei confronti da parte di alcuni mezzi di informazione una campagna denigratoria senza precedenti, per violenza e durata. Sottolineo di alcuni mezzi di informazione, perché per prassi deontologica, diverse testate tutt'ora si astengono dal mettere alla gogna la persona sottoposta ad indagine, finché non hanno materiale probante la sua colpevolezza e si astengono dal costruire un romanzo su una informazione “provvisoria”, quale è il coinvolgimento in una indagine che, come avvenuto nel mio caso, può poi concludersi con un provvedimento di archiviazione.

giuseppe de giorgi sea shepherd giuseppe de giorgi sea shepherd

 

Su di me, invece, da alcuni sono state fatte ricostruzioni fantasiose, con utilizzo di termini "pesanti" in grado di colpire con forza l'opinione pubblica tipo “cricca” o “quartierino”. Non solo, sono state fatte insinuazioni e collegamenti del tutto arbitrari, senza verificare le fonti e basandosi su dossier anonimi, peraltro mai considerati degni d’indagine dalle autorità competenti in quanto totalmente falsi.

 

Con queste mie riflessioni vorrei anche che si riflettesse per un momento sul fatto che la reputazione di un Ufficiale, come lo sono stato io, che ha servito con onore e abnegazione il Paese per 45 anni, non si può infangare con un titolo ad otto colonne trascinandosi dietro tutta la sua famiglia, i suoi amici, le persone che fino a quel momento hanno creduto in lui, sulla base di illazioni e pettegolezzi.

 

SEA SHEPHERD LA NAVE SAM SIMONSEA SHEPHERD LA NAVE SAM SIMON

Accade così che in un battito di ali vengono spazzate via tante vite. Le famiglie sono composte da persone giovani e anziane, molti di noi vengono colpiti da immagini ripetute all’infinito e titoli a piena pagina, senza avere gli strumenti per affrontare quella situazione così nuova ed inaspettata.

 

Mi auguro che in futuro quei giornali più propensi allo scandalo si accertino preventivamente dell’autenticità di quanto scrivono, prima che venga meno quel diritto fondamentale per il quale chi è indagato dovrebbe essere tutelato dal silenzio fino alla formalizzazione delle accuse in sede di richiesta di rinvio a giudizio, o quanto meno dalla sobrietà nella comunicazione da parte di chi esercita il diritto-dovere di cronaca.

SEA SHEPHERD TRIMARANOSEA SHEPHERD TRIMARANO

 

Ora che la verità è emersa, che la giustizia ha svolto il proprio compito, questa archiviazione diventa una “non notizia”, forse anche per nascondere le falsità raccontate prima, e soltanto alcuni media con brevi trafiletti ne hanno dato conto. La vicenda quindi si chiude in un assordante silenzio. Ma con mia grande amarezza e di tutte le persone che mi sono vicine; in particolare i miei affetti familiari che in un “giro di valzer” hanno visto vanificati tutti i sacrifici di una vita di lavoro; i miei colleghi che sono rimasti per tutto questo tempo con lo sconcerto dell'accaduto ed il seme del dubbio ormai innescato; ed infine tutti coloro che avevano creduto in me e che nel tempo ovviamente si sono persi per la strada della rassegnazione. Tutti noi non siamo più gli stessi, è un eccessivo fardello che pesa enormemente ed il danno subito dovrà essere superato con altro dolore. Le ferite dovranno rimarginarsi ...

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Di tutto ciò questa volta vorrei io farvi partecipi affinché si conoscano fino in fondo le conseguenze della leggerezza con cui troppo spesso si dà una notizia e quanto questo paese abbia bisogno di informazione seria e corretta.

 

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