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1. LA BATTUTA VIENE FACILE: SE ALLA CASA BIANCA VOLEVANO UN COMICO TOSCANO, POTEVANO ACCONTENTARSI DI MATTEO RENZI, NON C'ERA BISOGNO DI CONVOCARE PURE ROBERTO BENIGNI 2. NON SOLO BENIGNACCIO, LO SCHIERAMENTO DI APOSTOLI CHE MATTEO PORTERÀ ALL’ULTIMA CENA ALLA CASA BIANCA SARÀ IL SUO “TEAM SÌ”: CI SARA’ ANCHE LA "STAR POWER" PAOLO SORRENTINO, PROSSIMO ALL’ESORDIO AMERICANO DEL SUO “GIOVANE PAPA”

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Francesco Borgonovo per “la Verità- laverita.info”

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La battuta viene fin troppo facile: se proprio alla Casa Bianca volevano un comico toscano, potevano accontentarsi di Matteo Renzi, non c' era bisogno di convocare pure Roberto Benigni. Va anche detto, a onor del vero, che da qualche anno Robertaccio ha smesso i panni del giullare per indossare quelli del predicatore.

 

Immaginiamo la preoccupazione dei cervelloni dell' intelligence americana: «Metti che questo, a tavola, inizia a commentare i dieci comandamenti o la Divina Commedia, il povero Obama s' addormenta. Invitiamo anche Renzi: uno che faccia ridere serve sempre».

 

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Ma accantoniamo per un secondo l' ironia e andiamo con ordine: martedì sera il nostro presidente del Consiglio sarà a cena con Obama e Michelle. La visita ufficiale dovrebbe rappresentare un' opportunità «per uno scambio di vedute sul futuro dell' Europa» e per «far avanzare la cooperazione attraverso una serie di interessi condivisi, dalla sfida del cambiamento climatico alla promozione della sicurezza globale e della crescita economica inclusiva». Niente male.

 

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Ad accompagnare Renzi ci sarà ovviamente la consorte Agnese. Ma la lista degli invitati è lunga, e comprende una serie di celebrità. Ci sarà Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa. Poi la campionessa paralimpica Bebe Vio, la curatrice del dipartimento di architettura e design del Moma Paola Antonelli, e ancora la direttrice del Cern, Fabiola Giannotti. E fin qui, tutto nella norma.

 

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La Nicolini sarà utilissima alla causa del piagnisteo pro accoglienza. Del resto, il nostro Paese sifarà rappresenta re agli Oscar da Fuocoammare, film dedicato proprio all' arrivo degli immigrati sull' isola. Vuoi andare a cena dal democratico Obama e non rifilargli un po' di retorica sugli oppressi del mondo? Fortuna che ci sono pure le altre tre invitate: almeno per un attimo, si spera, daranno lustro al nostro Paese, ed eviteranno di farci passare per la casa dei derelitti.

 

All' appello, però, manca un altro personaggio. Assieme a Renzi, infatti, si presenterà alla Casa Bianca anche Roberto Benigni. Perché l' hanno chiamato? Per discutere della «crescita economica inclusiva»? Certo, esiste l' ipotesi che Obama voglia farsi palpare e sbaciucchiare da Benigni come Pippo Baudo. Una botta di vita prima di finire il mandato... No, sul serio: perché l' hanno invitato? Volevano un premio Oscar? C'era Paolo Sorrenti no, persino più fresco di statuetta. Od dio, alla consegna degli Academy il suo inglese è apparso un po' vacillante, ma una cena potrebbe anche reggerla.

 

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Viene il sospetto che Benigni serva ad altro scopo. Dopo aver rinnegato le sue idee sulla Costituzione «più bella del mondo», Roberto è diventato un graditissimo testimonial renziano. Una volta negli Usa, potrebbe pure farsi sfuggire qualche commentino a favore del Sì al referendum. Cosa che, lo sappiamo, sarebbe gradita agli amici americani, oltre che a Matteo.

 

Forse, però, si tratta solo dell' ennesima manifestazione di riconoscenza da parte di Renzi. Dopo avergli piazzato i programmi in Rai, vuole offrire a Benigni anche un viaggio e un lauto pasto. Se non altro, stavolta a pagare sarà Obama. Almeno si spera...

 

2. IL SUPER SELFIE CON VISTA SULL’OSTACOLO DEL 4 DICEMBRE

Vittorio Zucconi per “la Repubblica”

roberto benigni la costituzione piu bella del mondoroberto benigni la costituzione piu bella del mondo

 

Con la cucina di Mario Batali, il socio di Joe “Vuoi che Muoro” Bastianich, scelto da Michelle Obama dopo un test dal suo “Babbo” di Manhattan, e la voce della cantante Gwen Stefani (nota bene per Renzi: qui si pronucia Stefàni) l’ultima cena ufficiale offerta da Barack Obama sarà consumata in onore del Presidente del Consiglio italiano martedì, in una Washington un po’ distratta, che conta i minuti d’ansia che la separano dalla sentenza elettorale dell’8 novembre.

 

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Non c’è più molto che l’inquilino della Casa Bianca prossimo allo sfratto costituzionale possa davvero fare per l’inquilino di Palazzo Chigi, appeso al referendum del 4 dicembre, se non offrirgli un super selfie politico e predisporre un menu che Batali promette ricco di “cruciforme” stagionali, cavoli, cavolini, verze, rape, broccoli. Verdure ricche di mirabili virtù nutritive, seppur capaci di produrre robusti gas intestinali, non raccomandati in dinner in smoking e lungo.

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Come in tutte le cene di Stato, nessuno partecipa per il menu degustazione, ma per delibare investiture politiche. Lo schieramento di apostoli che Matteo porterà all’ultima cena sarà infatti il suo “Team Sì”: Roberto Benigni, la campionessa paralimpica di scherma Bebe Vio, le direttrici italiane del Moma Design, Paola Antonelli e del Cern, Fabiola Giannotti. Illuminato dallo star power di Paolo Sorrentino, prossimo all’esordio americano del suo “Giovane Papa”.

 

Una squadra di stelle costruita per riaffermare la reciproca devozione e reciproca inquietudine dei convitati Democratici italiani e Democratici americani alla vigilia di elezioni spinose. Sempre nel timore che anche in quest’ultima cena si possa annidare un Giuda a rovinare la festa: gli elettori.

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