nunzio galantino luca sofri

SE PURE I CARDINALI SONO A CORTO DI IDEE SULL'IMMIGRAZIONE… - NUNZIO GALANTINO COPIA LUCA SOFRI NEL SUO DISCORSO DAVANTI AD AMBASCIATORI, POLITICI, PRELATI E GIORNALISTI: ''ECCO PERCHÉ NON LI PRENDO A CASA MIA. CITERÒ UN AUTORE ANONIMO''. MA QUELL'ANONIMO È IL DIRETTORE DEL 'POST', CHE SU TWITTER REPLICA: ''FIGURIAMOCI SE E' SCOPIAZZARE, SMETTIAMOLA CON QUESTA FISSA POLEMICA DI...''

 

 

Luca Sofri‏

 @lucasofri

Luca Sofri ha ritwittato Michele Arnese

 

nunzio galantino

Grazie, ma figuriamoci se è scopiazzare, smettiamola con questa fissa polemica di guardare sempre chi dice le cose invece delle cose.

 

 

CEI, GALANTINO COPIA DA LUCA SOFRI IL DISCORSO SUI MIGRANTI: «PERCHÈ NON LI PRENDO A CASA MIA...»

Franca Giansoldati per www.ilmessaggero.it

 

Chissà se Luca Sofri sa di essere diventato il gosthwiter (inconsapevole) di monsignor Nunzio Galantino. Basterebbe, infatti, fare una ricerca su Google per scoprire che il testo che il segretario della Cei Galantino ha pronunciato ieri sera durante la presentazione dell'ultimo volume di Limes, dedicato all'Italia, nel Palazzo della Pigna, alla presenza di ambasciatori, politici, prelati e giornalisti, è stato copiato in tutto e per tutto da un vecchio scritto di Luca Sofri pubblicato nel 2015 su Il Post (https://www.wittgenstein.it/2015/06/15/cura-immigrati/ ).

 

Galantino spiegava, nel passaggio del suo discorso dedicato alle migrazioni, perchè gli immigrati che arrivano in Italia non se li sarebbe presi a casa sua e spiegava anche come rispondere alla domanda di chi spesso chiede alla Chiesa che predica l'accoglienza di accoglierli in Vaticano.

 

luca sofri

«Non li prendo a casa mia perché sarei un incosciente presuntuoso a pensare che il problema di ciascuna di queste persone lo possa risolvere io, in casa mia. Non li prendo a casa mia perché per queste persone serve altro e meglio di quello che so fare io, servono pratiche e organizzazioni che sappiano affrontare le necessità di salute, prosecuzione del viaggio, integrazione, lavoro, ricerca di soluzioni. Non li prendo a casa mia perché voglio fare cose più efficaci, voglio pagare le tasse e che le mie tasse siano usate per permettere che queste cose siano fatte bene e professionalmente dal mio Stato, e voglio anche aiutare e finanziare personalmente le strutture e associazioni che lo fanno e lo sanno fare (...)». Lo stesso brano di Sofri che Galantino si è attribuito.

 

 

Da www.michelearnese.net

 

ECCO IL PASSAGGIO DEL DISCORSO DI GALANTINO, IN CUI CITA UN AUTORE ANONIMO….

luca sofri daria bignardi

In tema di migrazioni, “i problemi richiedono soluzioni adeguate, non battute polemiche, code di paglia e sorrisetti autocompiaciuti”, ha osservato il vescovo citando le parole di un autore anonimo. “I profughi non li prendo a casa mia perché sarei un incosciente presuntuoso a pensare che il problema di ciascuna di queste persone lo possa risolvere io in casa mia”, ha continuato aggiungendo che “servono pratiche e organizzazioni che sappiano affrontare le necessità di salute, prosecuzione del viaggio, integrazione, lavoro, ricerca di soluzioni”.

 

“Voglio pagare le tasse e che le mie tasse siano usate per permettere che queste cose siano fatte bene e professionalmente dal mio Stato, e voglio aiutare e finanziare personalmente le strutture e associazioni che lo fanno e lo sanno fare”, ha spiegato Galantino leggendo ancora il testo dell’autore anonimo. “Quando c’è stato un terremoto e le persone sono rimaste senza casa non ho pensato che la soluzione fosse prenderle a casa mia, ma ho preteso che lo Stato con i miei soldi creasse centri di accoglienza e strutture adeguate, le proteggesse e curasse e aiutasse a ricostruire loro una casa”, ha proseguito mons. Galantino.

 

mons galantino

 

CHI E’ L’AUTORE ANONIMO? LUCA SOFRI. ECCO IL PEZZO DEL DIRETTORE DEL POST SCRITTO NEL 2015

Perché non li prendi a casa tua, questi profughi?

 

La domanda è diventata un riflesso condizionato di alcuni, quando si parla di lavorare per accogliere civilmente gli immigrati: è una domanda retorica, serve a chi la fa per deviare da sé la consapevolezza di essere quelli che se ne fregano, serve come equivalente dell’uso del termine “buonismo”, serve per darsi di gomito e pensare di avere detto una cosa furbissima, serve a cambiare discorso quando qualcuno fa delle proposte o delle analisi sulla questione dell’immigrazione, serve come quando litigando da bambini si dice “specchio riflesso” o “chi lo dice lo dice per sé”: è la battuta della disperazione.

 

Perché non li prendi a casa tua, questi profughi?

 

galantino nunzio

Di solito non si risponde. Per fastidio nei confronti della sciocchezza aggressiva di chi fa la domanda, per rispetto di se stessi, per imbarazzo verso qualcuno che presume con ignoranza e spocchia che tu non abbia mai accolto a casa tua immigrati o profughi, per senso di avere cose più serie di cui occuparsi, perché chi ha fatto la domanda di solito neanche la vuole, una risposta: vuole solo sentirsi molto furbo e guardarsi intorno fiero con l’aria di “hai visto che j’ho detto?”. È in malafede, vuole solo mentire a se stesso trovando un modo di assolversi dalla propria indifferenza o egoismo: è inutile rispondere a chi è in malafede.

Di solito non si risponde, saggiamente.

 

Perché non li prendi a casa tua, questi profughi?

 

Ma ieri un ragazzo molto giovane che aveva sentito fare questa domanda mi ha chiesto, sinceramente, “come si risponde, a questa domanda? Io lo vedo che è una domanda cretina: ma come si risponde?”

 

Perché non li prendi a casa tua, questi profughi?

 

Non li prendo a casa mia perché sarei un incosciente presuntuoso a pensare che il problema di ciascuna di queste persone lo possa risolvere io in casa mia. Non li prendo a casa mia perché per queste persone serve altro e meglio di quello che so fare io, servono pratiche e organizzazioni che sappiano affrontare le necessità di salute, prosecuzione del viaggio, integrazione, lavoro, ricerca di soluzioni.

NUNZIO GALANTINO 4

 

 Non li prendo a casa mia perché voglio fare cose più efficaci, voglio pagare le tasse e che le mie tasse siano usate per permettere che queste cose siano fatte bene e professionalmente dal mio Stato, e voglio anche aiutare e finanziare personalmente le strutture e associazioni che lo fanno e lo sanno fare. Non li prendo a casa mia perché quando c’è stato un terremoto e le persone sono rimaste senza casa non ho pensato che la soluzione fosse prenderle a casa mia, ma ho preteso che lo Stato con i miei soldi creasse centri di accoglienza e strutture adeguate, le proteggesse e curasse e aiutasse a ricostruire loro una casa. Non li prendo a casa mia perché se incontro una persona ferita o malata, chiamo un’ambulanza, non la porto a casa mia.

 

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Non li prendo a casa mia perché i problemi richiedono soluzioni adeguate ai problemi, non battute polemiche, code di paglia e sorrisetti autocompiaciuti: non stiamo litigando tra bambini a scuola, stiamo parlando di problemi grossi e seri, da persone adulte.

E tra l’altro, possono rispondere in molti, qualche volta li prendo a casa mia.

Risposto. Passiamo a domande migliori, va’.

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