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SE QUESTA È L’OPPOSIZIONE, CI MERITIAMO GIORGIA MELONI AL GOVERNO - IN ITALIA SPIANO I GIORNALISTI, MA PER IL PD LA PRIORITÀ È  SOLIDARIZZARE CON GLI OMOSESSUALI UNGHERESI – L’EUROPARLAMENTARE ALESSANDRO ZAN, CHE NON HA PROFERITO PAROLA SUL CASO PARAGON, RITIENE UN “DOVERE MORALE” ANDARE AL PRIDE DI BUDAPEST, CHE SI TERRÀ NONOSTANTE IL BANDO DI ORBAN. E ACCUSA URSULA VON DER LEYEN DI VOLTARE LE SPALLE AI DIRITTI “PER FARE UN FAVORE A MELONI E SOVRANISTI” – CI SARÀ ANCHE ELLY SCHLEIN, CHE SUL RIARMO MINACCIA DI STACCARE LA SPINA ALLA COMMISSIONE UE (FURBA, COSÌ SPALANCA ALLA MELONI LE PORTE DEL PPE)

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alessandro zan elly schlein al pride

1 - ZAN "SAREMO IN TANTI PER DARE UNA SPALLATA NON ABBIAMO PAURA"

Estratto dell’articolo di T. Mas. per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/cronaca/2025/06/27/news/zan_pride_budapest_ungheria_intervista-424694644/

 

Alessandro Zan ci sarà al Pride di Budapest: un «dovere morale» dopo la messa al bando della manifestazione scolpito nella pietra da Orbán. Ma l'europarlamentare del Pd spara alzo zero contro Ursula von der Leyen, accusata di aver taciuto sull'ultima torsione autocratica del premier ungherese.

 

«Sta voltando le spalle ai diritti e alla maggioranza che la sostiene in Parlamento, solo per fare un favore a Meloni e ai sovranisti».

 

pride budapest, ungheria 2

Zan, perché va a Budapest?

«Primo perché la comunità Lgbtqi+ ungherese è criminalizzata e perseguitata dal regime di Orbán. Ma questo Pride assume un significato simbolico che va oltre. Vietare un Pride significa impedire la libertà di manifestare. E se non c'è più la libertà di manifestare, non c'è più democrazia».

 

Siamo in una fase generale di recessione dei diritti?

giorgia meloni viktor orban

«Certo, è la strategia della destra. Vale per Orbán, Meloni, Trump o Bolsonaro. Togliere i diritti significa spingere le persone verso una lotta alla sopravvivenza. Così non hai più tempo per la comunità, non hai più le energie per protestare. È un modo per indebolire la democrazia».

 

[…]  «[…] Von der Leyen sta zitta perché la maggioranza dei governi europei sono di destra. E dimentica troppo spesso che la maggioranza che l'ha votata al Parlamento europeo è di centro-sinistra. Lei sta tradendo quel mandato: è sempre più asservita ai sovranisti. Si limita a fare il notaio di quello che vogliono gli Stati membri».  […]

 

elly schlein si scatena al roma pride 6

 

2 -   IL PRIDE A BUDAPEST NONOSTANTE IL DIVIETO SFIDA FINALE A ORBÁN

Estratto dell’articolo di Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/cronaca/2025/06/27/news/pride_budapest_von_der_leyen_divieto_revoca-424694707/

 

Il premier ungherese Viktor Orbán torna in patria travolto dall'ennesimo scandalo. Due settimane prima del vertice Nato che ha appena deciso il 5% per la difesa, l'autocrate aveva annunciato una "privatizzazione" dell'industria militare.

 

Ovviamente, senza gare né appalti. E il sito investigativo VSquare ha scoperto che il cruciale settore andrà in mano a uomini vicinissimi a Orbán.

viktor orban giorgia meloni - foto lapresse

 

In un momento di aumento esponenziale di spesa per la difesa in tutta la Ue, i proventi non andranno alle esangui casse dello Stato, ma al cerchio magico del premier.

 

Orbán, però, è preoccupato per un altro motivo. Il Pride di Budapest è alle porte e il bando messo alla parata ha acceso il faro dell'Europa sulla giornata di domani.

 

Comunque vada, il divieto si annuncia già come un fallimento, un "lose-lose", per il leader di Fidesz, costretto da mesi a rincorrere nei sondaggi l'astro nascente dell'opposizione, Peter Magyar.

 

 

pride budapest, ungheria 1

Negli ultimi sondaggi la distanza è diventata schiacciante: il leader di Tisza lo stacca di dieci punti: 38% contro 28.

 

E per la prima volta in quindici anni di autocrazia cleptocratica, di politiche prone alla Cina e alla Russia, l'Ungheria vede una chance reale che alle prossime elezioni politiche qualcuno possa finalmente mandare a casa Orbán.

 

[…] Il premier è a un bivio: reprimere la manifestazione o lasciarla svolgere senza incidenti. In entrambi i casi, rischia l'impopolarità. Domani nella capitale sul Danubio sono attese 35mila persone e almeno 70 europarlamentari.

 

PETER MAGYAR

[…]  Tra le presenze internazionali, oltre alla ministra spagnola dell'Eguaglianza, Ana Redondo Garcia, una delle più rilevanti sarà quella della segretaria del Pd, Elly Schlein.

 

Dopo mesi di silenzio assordante, persino la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen è riuscita a postare ieri su Instagram un breve video di solidarietà. A Budapest, nonostante la riluttanza di von der Leyen, ci sarà la Commissaria all'Eguaglianza Hadja Lahbib.

 

Un'altra star dell'opposizione è il nume tutelare del corteo, il sindaco di Budapest Gergely Karancsony, l'uomo che ha sfidato il divieto della polizia e le minacce di arresto da parte del governo annunciando che «il Pride si farà e a organizzarlo sarà il Comune».

 

elly schlein alessandro zan (7)

Un escamotage per rendere superflua l'autorizzazione dell'esecutivo. Ma non è chiaro se sarà sufficiente per scongiurare manganellate, lacrimogeni e multe che potrebbero sfiorare i 500 euro. La legge anti Pride prevede anche l'impiego del riconoscimento facciale, tanto per completare il quadro della repressione orwelliana. E Orbán ha mandato un avviso a tutte le ambasciate per ricordare che anche gli stranieri rischiano fino a un anno di carcere.

 

3 - LA SFIDA A ORBÁN PER IL PRIDE VIETATO: PARLAMENTARI E ATTIVISTI A BUDAPEST

Estratto dell'articolo di Claudio Bozza per il “Corriere della Sera”

 

Almeno 40 eurodeputati progressisti voleranno da Bruxelles a Budapest per partecipare, domani, al Pride vietato dalla «democrazia illiberale» di Viktor Orbán. E dall’Italia, sempre per contestare i divieti imposti dal premier ungherese, partiranno circa 30 tra deputati e senatori del «campo largo» (in versione ampliata), perché oltre alla segretaria del Pd Elly Schlein e alle delegazioni di M5S, Avs e Italia viva, ci saranno anche il leader di Azione Carlo Calenda e rappresentanti di +Europa. Una grande alleanza, quella italiana, che si ricompatta sui diritti dopo i ripetuti strappi su temi come il riarmo pro Ucraina e la linea su Gaza.

 

[…] 

elly schlein alessandro zan (6)

La pattuglia degli eurodeputati sarà guidata da Iratxe García Pérez, leader di S&D a Bruxelles. Piuttosto nutrita anche la «squadra» in arrivo da Roma.

 

Al fianco della leader Schlein ci sarà Alessandro Zan, responsabile Diritti del Pd: «Ci saremo per dire no a ogni deriva autoritaria: quella di Orbán perseguita le persone Lgbtqia+. — dice l’eurodeputato —. Ma anche quella del governo Meloni, che considera Orbán un modello e smantella i diritti con la propaganda».

 

Per il M5S sfileranno Croatti, Di Girolamo, Maiorino, Pirro e Morace. «Non possiamo assistere in silenzio al dilagare della soppressione della libertà d’espressione in un’Europa che dovrebbe essere la fortezza dei diritti e non una fortezza militare», attacca Alessandra Maiorino, coordinatrice del M5S per i Diritti. Per Italia viva ci sarà il senatore Ivan Scalfarotto.

 

Sempre dal centro, accompagnato da una trentina di giovani di Azione e dalla sua vice Francesca Scarpato, Calenda incalza: «Continuerò a essere contro ogni teoria gender e ritengo inaccettabile la gestazione per altri, ma i diritti fondamentali non si mettono in discussione». Da Milano, su delega del sindaco Beppe Sala, ci sarà la presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi, con lei anche l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi.

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meloni orban

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