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ANGELO BONELLI NICOLA FRATOIANNI
1 - FRATOIANNI, SE SALTA INTESA COL PD PRONTI A PARLARE CON CONTE
(ANSA) - "Doveva essere una coalizione tecnica contro la destra e che oggi invece assume un profilo diverso", dopo la riflessione "ci sentiremo con il Pd e valuteremo quali siano e se ci siano le condizioni per costruire una intesa alla quale abbiamo sinora lavorato con pazienza e in maniera responsabile".
CARLO CALENDA NICOLA FRATOIANNI
Lo dice il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, intervistato da QN, dopo aver rinviato l'incontro con il segretario Pd Letta. "E' evidente che se coalizione ci sarà, non esiste lo spazio per immaginare un programma di coalizione, un vincolo di coalizione e un leader di coalizione", aggiunge.
Tantomeno sull'agenda Draghi: "Se qualcuno pensa che la nostra lista possa essere parte di una alleanza che metta al centro l'agenda Draghi, cioè da una proposta politica costruita da una mediazione con le forze della destra, noi non ci saremo". Secondo Fratoianni, un confronto con il M5s "sarebbe stato necessario aprirlo prima" e "sarebbe ancora necessario discutere oggi di una alleanza tecnica con M5s".
Quando gli viene fatto notare che Conte sembra disponibile al dialogo, sottolinea che "mi pare che sono tutti disponibili al dialogo ma poi non si capisce mai dove lo si costruisce. Se giudicheremo impraticabile o inefficace un accordo con i Pd, e ne discuteremo anche con Europa Verde, per quanto mi riguarda le strade sono tutte aperte. Vedremo".
2 - I 5S RESTANO ALLA FINESTRA E TENTANO I ROSSOVERDI "PIÙ COLLEGI IN ACCOPPIATA"
Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”
«Con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni abbiamo molti temi in comune e se ci si incontrerà sul programma credo che sarebbe cosa giusta provare a costruire un percorso», dice senza giri di parole una dei vicepresidenti di Giuseppe Conte, Alessandra Todde. Nel M5S non ci si fa troppo la bocca, si teme di fare la figura dei rifiutati se alla fine non ci sarà alcuno strappo tra verdi e sinistra e Pd, ma sottotraccia il dialogo è in corso.
CARLO CALENDA NICOLA FRATOIANNI
La settimana scorsa il presidente dei 5 Stelle aveva avuto due distinti colloqui telefonici prima con il segretario di Sinistra Italiana e poi con il co-portavoce di Europa verde, tastando il terreno per un eventuale accordo.
Non era andata benissimo, perché i rossoverdi - che comunque non sono mai stati felici per la fine del "fronte progressista" - erano forti, o si sentivano tali, di un patto di ferro con Enrico Letta. E anche perché tra 5 Stelle ed ecologisti c'erano e ci sono vecchie ruggini legate ai rapporti con il partito europeo dei Greens, basti pensare che la co-portavoce di Europa verde, Eleonora Evi, è una eurodeputata ex Movimento.
Ora invece l'accordo tra il Pd e Carlo Calenda riapre nuove possibili prospettive. Un'alleanza tra M5S e rossoverdi - è il ragionamento che si sta facendo in via di Campo Marzio - permetterebbe di rieditare il defunto fronte progressista, proponendosi come la vera alternativa alla destra sovranista e ai poteri economici.
Giustizia sociale e climatica, pace: il programma sarebbe già fatto. Né è passata inosservata la proiezione di YouTrend-Cattaneo Zanetto & Co. che vede l'accoppiata 5 Stelle- rossoverdi conquistare tre collegi uninominali, a fronte di zero/ uno che avrebbe il Movimento in solitaria. Il punto non sono i due-tre seggi in più, ma l'immagine di rinnovata competitività che può dare l'accordo. Quante sono le possibilità che ciò accada?
NICOLA FRATOIANNI GIUSEPPE CONTE ELLY SCHLEIN
«Noi abbiamo mandato il segnale, ci siamo esposti pubblicamente, ora sta a loro decidere - spiega un fedelissimo di Conte - Le nostre agende sono sovrapponibili, però in politica non sempre sono i programmi a fare le alleanze ». Nel frattempo comunque, in attesa di chiarire il rapporto con i rossoverdi, sono state pubblicate le regole per le terze parlamentarie della storia dei 5S, aperte da domani all'8 agosto sul sito del partito.
Nel regolamento sulle autocandidature approvato dal Comitato di garanzia (ne fanno parte Virginia Raggi, Roberto Fico e Laura Bottici) viene ampliato il criterio della territorialità: per le elezioni del 2018 era incluso anche il "centro principale degli interessi vitali", mentre ora si parla in modo più vago di "centro principale dei propri interessi".
Traduzione: un big come Stefano Patuanelli, che a Trieste avrebbe avuto poche chance di essere rieletto, può opzionare Roma e il Lazio. Stavolta inoltre non saranno necessari sei mesi di pre-iscrizione, come previsto per le scorse elezioni. Gli eletti al primo mandato che si vorranno ricandidare, dovranno essere in regola con le restituzioni al M5S. Altra regola confermata, non saranno possibili le pluricandidature.
A Conte rimane la "facoltà di indicare modalità e i criteri per la formazione delle liste di candidati", è scritto nel regolamento. Significa che i capilista saranno indicati direttamente da lui, ed è questo il compromesso che è stato trovato con Beppe Grillo. Appena rientrato in Italia, infine, Alessandro Di Battista ha dedicato via social parole di fuoco all'ex Luigi Di Maio: «Trasformista, arrivista». È pronto per la campagna elettorale?
NICOLA FRATOIANNI ELLY SCHLEINENRICO LETTA CARLO CALENDANICOLA FRATOIANNI VINTAGE
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