DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
1. VALERIE DISTRUGGE HOLLANDE: È FALSO E DISPREZZA I POVERI
Mauro Zanon per “Libero Quotidiano”
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Si è presentato come l’uomo che non ama i ricchi. In realtà, il presidente non ama i poveri. Lui, l’uomo di sinistra, in privato dice: «Gli sdentati», tutto fiero della sua battuta. È in queste righe che si condensa la vera natura di François Hollande, di un presidente che si voleva «normal», nemico della finanza e amico degli invisibili, dei piccoli francesi che fanno andare avanti il Paese, salvo poi sbeffeggiarli una volta lasciato il palcoscenico politico.
Ed è in queste righe che vengono spazzati via due anni di retorica pauperista e di propaganda dei buoni sentimenti, di un uomo infingardo e contradditorio, cinico e spietato, divenuto per caso presidente della République, perché un certo Strauss- Kahn, oltreoceano, aveva mandato in frantumi i sogni presidenziali per un sexual affair. E così all’Eliseo è finito lui, Hollande, «Monsieur 3%»,soprannome che i maligni gli avevano affibbiato nel 2011, in ragione della misera percentuale di simpatizzanti socialisti che desideravano vederlo candidato.
Il giorno della elezione di Hollande
È un ritratto al vetriolo quello emerso dai primi estratti,diramati ieri da ParisMatch, del libro più atteso dell’anno in Francia, in uscita oggi in tutte le librerie: «Merci pour ce moment» («Grazie per questo momento »), firmato Valérie Trierweiler.
Eppure a giugno,quest’ultima, assicurava di non aver alcuna intenzione di raccontare per iscritto la sua versione della «rupture» con l’attuale presidente della Repubblica, in seguito allo scoop di Closer che certificava la relazione segreta tra quest’ultimo e l’attrice Julie Gayet.
Ma secondo quanto rivelato da un collega della Trierweiler al settimanale Le Point, si sarebbe verificato un episodio, quest’estate, che Valérie non avrebbe digerito e che l’avrebbe spinta a raccontare tutto. Scritto di getto, e nel massimo riserbo, è stato stampato in Germania in 200.000 copie, che solo nella nottata, secondo Le Figaro, avrebbero valicato la frontiera all’interno dei camion, per essere disponibili da questa mattina sugli scaffali francesi.
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Stessa coltre di segretezza, ai limiti dello spionaggio, per quanto riguarda la casa editrice, Les Arènes, scelta perché indipendente e dunque immune da pressioni politiche ed economiche, la quale avrebbe impaginato il libro con l’aiuto di un gruppodi lavoro ristrettissimo, tenendo all’oscuro gli altri dipendenti dell’azienda.
Così come l’Eliseo, che ha scoperto solo martedì, in contemporanea col resto del mondo, l’esistenza del testo che secondo l’entourage di Hollande avrà «effetti devastanti». «Tutto quello che scrivo» si legge nella premessa di copertina riprodotta sul sito di Paris Match «è vero. All’Eliseo mi sentivo talvolta impegnata in un reportage. E la menzogna mi ha procurato troppo dolore finendo per avvalermene anch’io ».
I votanti di Hollande vogliono che lasci la Trierweiler
È la vendetta di una donna abbandonata a mezzo stampa tramite un comunicato laconico e freddo,«18 parole ghiacchiate », scrive nel libro.Di una donna che si è sentita umiliata da un uomo che ha amato profondamente per nove anni, «disumanizzatosi » con il potere, «ripiegato nei suoi silenzi», divenuto «freddo» e «menzognero », nonostante alla stampa avesse detto che era la donna della sua vita.
Nelle pagine più personali, Valérie, cresciuta nella banlieue di Angers, figlia di un invalido di guerra e di una cassiera, racconta di quando l’ex compagno irrise la sua famiglia e le sue origini modeste durante un pranzo all’Eliseo, uno «schiaffo» che non ha dimenticato.
Un’altra volta,prima di una cena istituzionale, Hollande chiede a Valérie: «Ci metti tanto tempo per farti così bella?». E lei: «Si un po’». Chiosa di Hollande: «Del resto, non ti si chiede altro». È marzo 2013 quando i primi rumors sulla liaison tra il presidente e la Gayet iniziano a circolar e nei salotti del Tout-Paris.
«Giurami sulla testa di mio figlio che è tutto falso e non te lo chiedo più», le chiede Valérie. E lui: «Lo giuro».Passano dieci mesi, e le immagini di Hollande in scooter con i croissant fanno il giro del mondo: «La notizia di Julie Gayet è il primo titolo dei notiziari del mattino. Io crollo, non ce la faccio a sentire, mi precipito in bagno.
Afferro il sacchetto di plastica coni sonniferi...François mi segue e tenta di strapparmi il sacchetto(…) corro incamera.Lui loprende e il sacchetto si strappa. Le pillole cadono sul letto e sul pavimento. Riesco a prenderne alcune. Ingoio quelle che posso. Voglio dormire, non voglio vivere le ore che stanno per arrivare. Sento la burrasca che si sta per abbattere su dime e non ho la forza di resistere. Voglio scappare. Perdo conoscenza».
E poi c’è Ségolène, l’eterna rivale e la storia del tweet assassino che ha segnato l’inizio dell’inferno. «Ho spinto il detonatore e ritengo di essere l’unica responsabile. Ma la bomba a scoppio ritardato è stata fabbricata da Francois Hollande e Ségolène Royal, con il loro gioco costante tra privato e pubblico, a colpi di foto di famiglia e dichiarazioni ambigue».
Eppure prima del cinguettio incriminato, racconta Trierweiler, Hollande le aveva assicurato di non voler sostenere la candidatura di Ségò, salvo poi ricredersi, apportarle il suo sostegno e scatenare la prevedibile baraonda mediatica: «La menzogna è enorme. È il colpo di grazia».
John Profumo allora Ministro della Guerra
Infine,Valérie, dedica un capitolo del suo libro ai tentativi di riavvicinamento dell’ex compagno, che nei mesi successivi alla rottura l’avrebbe ricoperta di fiori e intasato il suo telefonino di messaggi, fino a 29al giorno per provare disperatamente a ricucire. «Ti riconquisterò come se tu fossi un’elezione», le avrebbe scritto. Una frase tanto brutta quanto sventurata, perché alle prossime elezioni presidenziali, Hollande non sarà nemmeno candidato.
2. AMORE, POTERE E VENDETTA QUANDO IL LEADER INCIAMPA NELLE SUE “DEBOLEZZE”
Mattia Feltri per “La Stampa”
Lui che lascia lei per una più giovane, poi si pente e vuole tornare a casa. L’ultima puntata della fiction di Casa Hollande, che ebbe momenti di altissima creatività – il tweet con cui Valérie appoggiò il rivale alle elezioni di Ségolène (la ex-ex di François: quanto è duro il riassunto delle puntate precedenti...) – in fondo è la più banale, o la più classica.
MARILYN AVEVA UNA RELAZIONE CON I FRATELLI KENNEDY
E però l’importante è che ancora succeda qualcosa, il serial vada avanti e noi lì, con la bocca sempre più aperta, a dire che son cose da non credere. E poi invece sono le incredibili cose quotidiane, se per esempio saltano fuori gli archivi segreti a certificare la notte impegnativa di Marilyn Monroe con John Kennedy e pure con Bob e pure con Ted, tutti assieme.
Forse in Francia ci sono meno abituati, o sarà vero che da Dominique Strauss-Kahn in poi hanno scoperto il gusto farabutto di mettere il naso in faccende fino a ieri coperte dalla sacralità della privatezza. Ma nel mondo anglosassone si fatica a tenere la contabilità. In occasioni come queste si tirano fuori, appunto, gli appetiti di Jfk o l’immortale rapporto incompleto di Bill Clinton con Monica Lewinsky.
Marilyn Monroe And John Kennedy
E invece ecco un sommario elenco: Larry Craig, senatore repubblicano dell’Idaho, nel 2007 fece piedino a un poliziotto nell’aeroporto di Minneapolis; Jaqui Smith, ministro dell’Interno britannico, acquistò con soldi pubblici due film porno; Anthony Weiner, membro della Camera dei rappresentanti di New York, spedì via internet (anche su Twitter) foto delle sue dotazioni; Arnold Schwarzenegger, ex governatore della California, mise incinta la cameriera;
John Major, prima di essere eletto premier inglese, intrattenne una relazione con la deliziosa parlamentare Edwina Currie; John Prescott, uomo di fiducia di Tony Blair, ne ebbe una con la segretaria Tracy Temple. Il nostro preferito rimane l’ex ministro di Sua Maestà, David Mallor, che adorava fare sesso con l’attrice Antonia de Sancha indossando la maglietta del Chelsea.
MANIFESTO ELETTORALE DI COSIMO MELE
Il padre di tutte le scappatelle è John Profumo, il ministro inglese che negli Anni Sessanta usciva con la showgirl Christine Keeler, la quale era però fidanzata con Evgenij Ivanov, agente del Kgb. In onore di quella vicenda oggi si tirano in ballo questioni di sicurezza nazionale, la grande scusa che si usò per indagare ogni mezzora d’alcova del nostro campionissimo, Silvio Berlusconi (degnissimo erede di Benito Mussolini che – dicono i migliori pettegolezzi del XX secolo – sfogava i suoi impulsi quotidianamente, all’in piedi, nella Sala del mappamondo e senza nemmeno calarsi i pantaloni).
In realtà ogni volta si mischiano obiettivi politici e (soprattutto) l’insopprimibile gusto di saziare la curiosità più beghina. Noi volemmo ogni dettaglio delle pacchianerie notturne del deputato dell’Udc, Cosimo Mele, ogni circostanza delle cene di Piero Marrazzo nell’appartamento del transessuale in via Gradoli, e persino ogni minuzia dei summit carnali fra Umberto Bossi e Luisa Corna, sebbene non sia dimostrabile che si siano mai tenuti.
Fa niente: ognuno di noi sa qual è l’ultima amante di questo o di quello, e gli atteggiamenti irreprensibili diventano a maggior ragione sospetti. I potenti sono così, amano il comando, il denaro e le donne, e per questo si infilano in telenovele che in fondo sembrano quelle nostre, di tutti i giorni.
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