COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Emanuele Bonini per La Stampa
Bruxelles – Adesso il sofagate finisce in Parlamento. Gli eurodeputati, ancora in pausa a Bruxelles sulla scia delle festività pasquali, non restano a guardare e dai loro collegi elettorali organizzano il lavoro delle prossime settimane.
Per la sessione plenaria di fine mese (26-29 aprile) i due gruppi più numerosi, popolari (Ppe) e socialdemocratici (S&D) chiedono che si discuta in Aula della missione ad Ankara dei presidenti di Commissione e Consiglio europeo, per fare luce sulla vicenda e chiedere la testa di Charles Michel, reo di essersi prestato al gioco del presidente turco.
La missione di Ursula von der Leyen e Charles Michel in Turchia «avrebbe dovuto essere un messaggio di fermezza e unità del nostro approccio al presidente Erdogan». Invece, lamenta il capogruppo del Ppe, Mafred Weber, «purtroppo ha portato a divisioni, poiché l'Ue non è riuscita a stare insieme quando era necessario».
MANFRED WEBER DONATELLA CONZATTI
Da qui la richiesta di calendarizzare il dibattito, che trova d’accordo anche il centro-sinistra. «Le relazioni UE-Turchia sono fondamentali, ma lo sono pure l'unità dell’Ue e il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle donne», incalza la capogruppo S&D, Iratxe Garcia Perez, che vuole «chiarire» cosa è successo e cosa non ha funzionato in Turchia.
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Sofa-gate, Lorenzin lascia una sedia vuota alla Camera: "Offesa grave per Ue"
Proprio dai banchi dei socialdemocratici parte l’attacco frontale a Michel, liberale, accasato nel stesso gruppo (Renew) del partito del presidente francese Emmanuel Macron. Alla loro capogruppo Perez le europarlamentari del PD Alessandra Moretti e Patrizia Toia chiedono di farsi promotrice di una «iniziativa di censura nei confronti del Presidente del Consiglio Michel» per la sua «palese inadeguatezza».
Parlamento contro Consiglio, popolari contro liberali, macroniani contro non-macroniani. Comunque andrà a finire il presidente turco ha già vinto. L’Unione europea è caduta nella trappola orchestrata ad arte, e dopo il sofagate litiga e si divide.
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E sul caso “Sofà-gate”, questa sera, nel corso della conferenza stampa sul punto pandemia-vaccini e futuro economico dell’Italia, è intervenuto anche il premier Mario Draghi che ha toccato anche temi di carattere nazionale.
«Erdogan è un dittatore di cui si ha bisogno. Non condivido affatto il comportamento di Erdogan. E' stato un comportamento di cui mi dispiace moltissimo per l'umiliazione che la presidente della Commissione Ue, Von der Leyen, ha dovuto subire». E poi: «Con questi..chiamiamoli dittatori, bisogna essere franchi nell'espressione della visione della società ma pronti a cooperare per gli interessi del Paese. Bisogna trovare l'equilibrio giusto».
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