UN SEMAFORO DI NOME CASINI – SARA’ SOLO PIERFURBY A DECIDERE QUALI DOMANDE POTRANNO ESSERE RIVOLTE NELLE AUDIZIONI DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE SULLE BANCHE – I SUPERPOTERI DEL PRESIDENTE FANNO INCAZZARE I GRILLINI, MA TRANQUILLIZZANO NAZARENO E FARSA ITALIA

 

Massimiliano Scafi per il Giornale

 

pierferdinando casini e la compagna colombiana 1

Domande? Chissà, decide lui, Pierferdinando Casini. Toccherà infatti solo al presidente valutare «l' ammissibilità» dei quesiti che di volta in volta i componenti della commissione bicamerale d' indagine sul sistema bancario vorranno rivolgere ai testimoni ascoltati. Trasparenza? Anche qui la risposta è la stessa, chissà. Spetterà soltanto all' ufficio di presidenza stabilire se, su ogni atto dell' inchiesta, porre o no il segreto. I grillini protestano: «Ci hanno completamente tagliato fuori».

 

ignazio visco

Del resto il regolamento è piuttosto chiaro. «I criteri generali per la classificazione degli atti e dei documenti - si legge - saranno definiti con una delibera dall' ufficio di presidenza». Che è composto, oltre che da Casini, dai vicepresidenti Renato Brunetta, Forza Italia, e Mauro Maria Marino, Pd, e dai segretari Paolo Tosato, Lega, e Karl Zeller delle autonomie. L' emendamento di M5s, che puntava ad estendere questo potere ai rappresentanti dei gruppi, è stato bocciato.

ghizzoni boschi etruria

 

«Così se arriva un atto noi non possiamo decidere nulla sulla segretezza - commenta Carlo Sibilia - e chi ha preso il 25 per cento dei voti degli italiani sarà escluso. Hanno deciso che i panni sporchi si lavano in famiglia». Respinta anche la proposta, sempre dei Cinque stelle, di eliminare il potere assoluto del presidente sull' ammissibilità delle domande.

 

padoan montepaschi

Scelte che riaccendono lo scontro sul ruolo di Casini, già indicato come gran frenatore dell' inchiesta e contestato da grillini e dalle associazioni dei risparmiatori per i suoi rapporti con il mondo bancario che dovrebbe mettere sotto la lente del microscopio. Tra l' altro l' ex presidente della Camera, prima della nomina, aveva espresso tutte le sue perplessità sull' organismo: «Istituire una commissione è demagogia, rischia di essere un' operazione di propaganda e di fare da cassa di risonanza delle polemiche dentro i partiti».

IL PM DI MILANO FRANCESCO GRECO AL CELLULARE

 

Ha «forti dubbi sulla sua utilità» persino il Codacons. «È l' ennesima presa in giro sul fronte delle banche», dice Carlo Rienzi. E mentre Casini è «preoccupato per la nuova stretta decisa dalla Bce sui crediti deteriorati», mentre il calendario delle udienze slitta di una settimana, il procuratore di Milano Francesco Greco inviata la commissione «ad evitare di fare gossip, di cui non abbiamo più bisogno», bensì a «risolvere i problemi del sistema finanziario italiano». Chissà.