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Silvia Zanardi per "La Stampa"
Alle dieci del mattino, Piazzale Roma è già pieno di persone. Alle porte di Venezia, si affollano mamme e papà con i bambini nel passeggino, ragazzi, studenti, uomini con i capelli grigi. Arrivano anche alcuni turisti: passavano di lì per caso e pure loro, nel loro italiano stentato, si sono fermati a gridare «Fuori le navi dalla laguna». Via. Mai più mostri d'acciaio in mezzo alla città .
Gli attivisti del comitato «No grandi navi», un gruppo che da anni cerca di allontanare i giganti del mare da Venezia - e di vietare il loro invasivo passaggio a pochi metri da Piazza San Marco - scalda la gente dall'alto di un piccolo furgone pieno di bandiere, manifesti e dominato dall'immancabile gonfalone. A terra, tappeti di salvagenti colorati uniti a materassini, braccioli da bambino e una vecchia barchetta di legno. Sembra una festa. Ma basta poco.
E la piazza diventa terreno di scontri. I salvagenti, i materassini e i frammenti della barca di legno, che prima giacevano a terra, si trasformano in scudi adatti ad andare contro il massiccio cordone di poliziotti che blocca ai manifestanti all'ingresso del terminal crociere. I dimostranti volevano andare proprio lì dentro, in area portuale e impedire alle navi di salpare. Al terminal, però, non sono arrivati. E il muro contro muro si è fermato fra fumogeni, tensione e tafferugli.
La manifestazione di ieri è l'ennesima dimostrazione dei veneziani contro quegli enormi grattacieli galleggianti che sfiorano il Campanile di San Marco. E sempre più gente teme che «l'inchino», possa un giorno trasformarsi in una seconda tragedia del Giglio, o in un secondo incidente di Genova. à sperando di scongiurare per sempre il rischio di avvenimenti simili, che il corteo, guidato dalla voce al megafono di Tommaso Cacciari - nipote dell'ex sindaco di Venezia - si è avvicinato all'ingresso del Porto, bloccando il traffico automobilistico per alcuni minuti.
Lo scontro si è poi spostato sui croceristi in partenza, bloccati all'ingresso del terminal crociere da un fitto gruppo di manifestanti. Sono volati calci alle valige, qualche insulto. Poi si sono messi di mezzo altri dimostranti e la tensione è rientrata. Comunque intere famiglie anch'esse con bambini in carrozzina e persone anziane, sono rimaste sedute per terra e sui bagagli, quasi due ore ad attendere l'ok per raggiungere il loro imbarco.
Luisa Mura e Giuseppe Coccodi erano arrivati in mattinata da Cagliari ed erano pronti a salire sulla Costa Fascinosa in direzione Grecia. «Non sapevamo nulla della manifestazione e siamo arrabbiati. à la prima volta che andiamo in crociera: avevamo prenotato il viaggio per Istanbul ed è saltato per le proteste. Ma pare che qui non ci sia andata meglio». «Capisco che i veneziani possano avere le loro buone ragioni per manifestare - ha aggiunto Giuseppe - Ma non trovo giusto che siano i passeggeri a rimetterci. Venezia, in fondo, è solo una tappa».
La manifestazione all'ingresso del Porto, proseguita nel pomeriggio con un corteo di barche nel Bacino della Giudecca, ha fatto ritardare di almeno tre ore la partenza dei giganti del mare. Costa Fascinosa e Msc Fantasia sono partite nella tarda serata e i disagi si ripercuoteranno anche oggi.
A bordo di Msc Fantasia, c'erano anche l'ad del Milan Adriano Galliani, l'allenatore dei rossoneri Massimiliano Allegri e alcune vecchie glorie come Franco Baresi, Daniele Massaro, Sebastiano Rossi, Zvonimir Boban, Gianluca Zambrotta e il campione del mondo 2006, Simone Barone.
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