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Giampaolo Cadalanu per La Repubblica
Sarebbe stata la Corea del Nord a fornire le armi chimiche, o quanto meno materiali indispensabili per la loro preparazione, al regime di Damasco: la responsabilità di Pyongyang, scrive il New York Times, risulta da un rapporto finora inedito delle Nazioni Unite. In esso gli ispettori incaricati di verificare il rispetto dell’embargo verso la Siria indicano proprio la Corea del Nord come provenienza di “pannelli, termometri e valvole resistenti all’acido” in possesso di Damasco.
In più, aggiunge il quotidiano americano, nel rapporto si parla anche di tecnici missilistici nordcoreani che sarebbero stati visti in Siria, impegnati in strutture “notoriamente dedicate alle armi chimiche”.
Il traffico fra i due Paesi sarebbe un vantaggio per entrambi, perché permetterebbe al regime di Bashar al Assad di mantenere gli arsenali che si era impegnato a eliminare e che aveva potuto smaltire con l’assistenza internazionale. Allo stesso tempo, fornirebbe a Kim Jong-un le risorse per finanziare lo sviluppo dei suoi programmi nucleari.
Secondo il Nyt, il documento riferisce che fra il 2012 e il 2017 ci sono state almeno 40 consegne di componenti missilistiche e materiali “doppio uso”. Gli esperti che fanno parte del panel incaricato dell’inchiesta vengono da Paesi diversi e posseggono competenze diverse, specifiche sull’argomento delle armi chimiche.
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Il loro rapporto non arriva a concludere in modo incontrovertibile che Damasco stia lavorando su arsenali proibiti, ma descrive nel dettaglio i traffici compiuti dai Paesi coinvolti per aggirare le regole dell’embargo internazionale. Gli esperti delle Nazioni Unite si spingono a criticare Russia e Cina, per non aver portato fino in fondo le sanzioni su petrolio, carbone e beni di lusso.
Dalle duecento pagine del documento emerge anche una descrizione dei rapporti militari fra Siria e Corea del Nord, che risalgono agli anni Sessanta, quando piloti nordcoreani volarono con l’aviazione siriana durante le guerre delle nazioni arabe con Israele. Più tardi, sarebbero stati proprio gli esperti inviati da Pyongyang ad assistere Damasco per la preparazione di missili balistici oltre che per la costruzione di un impianto di produzione di plutonio utilizzabile per scopi bellici, lo stesso che Israele distrusse nel 2007.
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