IL CAV INTERMITTENTE (COME UN ALBERO DI NATALE) – SI RIVEDE GIANNI LETTA E BERLUSCONI ABBASSA I TONI CONTRO IL COLLE (‘MAI PARLATO DI IMPEACHMENT’) – TORNA ANCHE VERDINI, CHE SI OCCUPERÀ DI LEGGE ELETTORALE: MATTARELLUM ADDIO!

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Ugo Magri per ‘La Stampa'

Finché c'era Alfano, la lotta per le poltrone di partito veniva ammantata da finalità politiche: appoggiare o meno il governo, difendere Silvio fino alla morte o quasi... Ma adesso che i «disertori» hanno tolto il disturbo, le coltellate proseguono. Come e più di prima. Con l'aggravante di non avere neppure una giustificazione agli occhi del leader. Il quale risulta letteralmente «schifato» (così si esprime fonte a lui vicinissima) dallo spettacolo.

Mai si sarebbe aspettato che i veri «poltronisti» fossero proprio coloro che accusano gli alfaniani di avere tradito in cambio dell'auto blu. Berlusconi si sente sotto assedio dai fedelissimi, ansiosi di incassare il prezzo del loro appoggio. La compagna Francesca e l'assistente Mariarosaria Rossi tentano di tenere alla larga i «questuanti», ma è come arginare il mare.

La reazione del Cavaliere? Un muro di gomma. Più quelli insistono, più lui rimanda le decisioni. In una riunione a Palazzo Grazioli, presente per la prima volta a fianco della Santanché quel Toti, comunicatore Mediaset, considerato da molti il nuovo astro nascente, forte è stato il pressing per fargli indicare i coordinatori quantomeno nelle regioni (tra cui Lazio, Piemonte e Sicilia) dove la fuga verso il Ncd ha lasciato vacanti le «cadreghe». Può essere che lui vi provveda oggi; oppure che rinvii alla Befana.

Tra l'altro ieri era di pessimo umore per due notizie dal fronte giudiziario. La prima: bocciata dalla Procura milanese la richiesta di volare oggi a Bruxelles per un'adunanza del Ppe. dove invece non mancherà Angelino. Berlusconi sapeva perfettamente che la legge lo vieta, ma aveva chiesto all'avvocato Ghedini di insistere lo stesso. Inevitabile il buco nell'acqua.

L'altra fonte di irritazione è piovuta dal Csm sotto forma di «pratica a tutela», che in concreto significa una cartellina dove vengono raccolti i ritagli di stampa con gli ultimi attacchi di Berlusconi ai magistrati. In passato, l'uomo avrebbe alzato le spalle, avendo ben altri guai. Ieri invece ha ritenuto di cogliere un nesso tra queste uscite dell'organo di autogoverno dei giudici e le sentenze emesse contro di lui. Spiega Anna Maria Bernini: «È come se il Csm incoraggiasse con una pacca sulle spalle le toghe che si accaniscono contro Berlusconi».

Di qui lo sfogo serale contro la «Repubblica giudiziaria», e una durissima controreplica ai magistrati, firmata dai capigruppo «azzurri». Qualcuno avrebbe voluto indirizzare l'attacco contro lo stesso Napolitano, che il Csm presiede, fino al punto da evocare l'impeachment. Ma qui Berlusconi ha colto tutti in contropiede: «Io non ho mai pronunciato questa parola.

Chi vuole la messa in stato d'accusa di Napolitano lo dica pure, se crede, ma senza mettere in mezzo me. Perché poi dal Colle se la prendono col sottoscritto...». Discorsi che qualcuno interpreta come prova di un grande ritorno in campo, quello di Gianni Letta, notato l'altro giorno tra i convenuti al brindisi presidenziale dopo essere stato a lungo «invisibile».

L'altra rentrée di cui prendere nota è quella di Verdini. Cioè del personaggio che, oltre a essere fiorentino come Renzi, dunque con tutti i contatti del caso, è anche l'unico da quelle parti che davvero s'intende di legge elettorale. Berlusconi è stato netto: sarà lui a occuparsi della trattativa, oltre ai capigruppo e insieme con Sisto, presidente della Commissione Affari costituzionali alla Camera. Poiché Verdini è un noto fan del sistema spagnolo, tutte le chiacchiere su Berlusconi favorevole al «Mattarellum» (che Verdini aborrisce) sono già da cestinare. Il futuro è nel grembo di Giove.

 

 

LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI GIANNI LETTA PAOLA SEVERINO GIANNI LETTA SILVIO BERLUSCONI Gianni Letta e Silvio Berlusconi NAPOLITANO GALAN GIANNI LETTADENIS VERDINI BERLUSCONI E PASCALE CON MARIAROSARIA ROSSI DA BA GHETTO