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Giuseppe Alberto Falci per il "Corriere della Sera"
Un seggio a Siena val bene un congresso. Il segretario del Partito democratico Enrico Letta si prepara alle suppletive in Toscana dov' è candidato ma mette le mani avanti: «Se perdo, ne trarrò le conseguenza». Proprio come un congresso di partito. L'ultima volta in quel collegio (Siena) la spuntò il centrosinistra: Pier Carlo Padoan ce la fece per un soffio, superando di 4 punti l'euroscettico Claudio Borghi.
Ma oggi la partita appare più complicata. Anche perché non è dato sapere quale sarà l'atteggiamento dell'eterno rivale Matteo Renzi. Ettore Rosato, il motore della macchina organizzativa di Iv, si mostra cauto: «Ne stiamo discutendo. Aspettiamo che il Pd ci chieda se sia utile il rapporto con noi. Lì abbiamo un consigliere regionale molto forte, si chiama Stefano Scaramelli».
Nicola Danti, europarlamentare e pezzo da novanta del renzismo in Toscana, la mette così: «Siamo disponibili a un ragionamento. Per adesso, però, ci sono solo parole. Prendiamo atto che i 5 Stelle non ci vogliono in coalizione e constatiamo che in tutte le amministrative il Pd sceglie sempre i grillini».
Italia viva, a Siena, vanta il miglior risultato alle Regionali dello scorso anno, un 6,83% proprio grazie al fedelissimo Scaramelli, che viene considerato una sorta di viceré del rottamatore. «Consiglierei a Letta di fare una chiamata a Scaramelli» ripete Renzi. Classe '76, sposato, due figli, impiegato al Monte dei Paschi, dopo un'esperienza al consiglio comunale di Chiusi, Scaramelli fa il grande salto in Regione dove viene eletto la prima volta nel 2015 (oltre 15 mila preferenze) e riconfermato nel 2020.
stefano scaramelli matteo renzi
Oggi è vicepresidente del Consiglio regionale. E in effetti Letta non ha perso tempo, l'ha subito chiamato. «È stata una telefonata interlocutoria, di conoscenza reciproca, io non ci avevo mai parlato» conferma il renziano. Scaramelli ha però avvertito il numero uno del Pd: «È legittima la vostra candidatura ma è legittima anche la nostra. E poi non si può pensare di costruire un'alleanza con una telefonata».
stefano scaramelli matteo renzi
Fatto sta che dalle parti di Renzi non hanno digerito la mossa del Pd di puntare su Letta. E non solo perché Letta è pisano e qui ci tengono molto al campanilismo. «Non ci vogliamo così bene», scherza. «Ma a noi non piacciono le candidature paracadutate dall'alto. Non c'entra nulla la rivalità Renzi-Letta. Semmai ci vedo una questione di rispetto del territorio.
Forse quelli del Pd non si sono resi conto che alle Regionali abbiamo preso il 7% con 14 liste. Figurarsi in una sfida a tre». Da qui l'idea di Iv di puntare su una donna. I nomi in campo sono due: Paola Piomboni, docente universitaria, ed Eleonora Contucci, consigliere comunale a Montepulciano.
«Entrambe sono molto radicate sul territorio», assicura Scaramelli, che ha in mano il dossier e già nelle prossime ore potrebbe avere un confronto con Renzi. Eppure corre anche la voce che potrebbe essere proprio Scaramelli, lo sfidante Letta. Risposta del diretto interessato: «Non ci sarebbe storia. Vincerei io. Ma sono stato eletto solo un anno fa».
ENRICO LETTA VOTA ALLE PRIMARIE PER ROMA 2
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