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DUE STATI, DUE POPOLI...DUE PIAZZE: SINISTR-ELLY IN ORDINE SPARSO SU GAZA – I RIFORMISTI PD ANDRANNO SIA ALLA MANIFESTAZIONE CON SCHLEIN, CONTE E AVS A ROMA IN PIAZZA SAN GIOVANNI, CHE A QUELLA CON RENZI E CALENDA A MILANO – "LA STAMPA": “SAN GIOVANNI È UNA MANIFESTAZIONE PER INCARNARE UNA PROSPETTIVA SU GAZA DA OFFRIRE AL PAESE O È L'ATTO PER CEMENTARE UN PERIMETRO DEL CAMPO LARGO? L'URLO DI INDIGNAZIONE CONTRO LA CIECA VENDETTA DI NETANYAHU SARÀ PIÙ FORTE DI UNA VISIONE COMPLESSIVA DI POLITICA ESTERA. E INFATTI SENZA VISIONE COMPLESSIVA C'È LA DIVISIONE…”
Alessandro De Angelis per “la Stampa” - Estratti
Il gioco di parole rende il quadro. E cioè: uno schieramento (le opposizioni) che si batte per la soluzione dei "due popoli, due Stati" si divide in due piazze: una più grande a San Giovanni, una più piccola a Milano, una che mette l'accento più su condanna e sanzioni a Netanyahu, l'altra che tiene alto il tema della sicurezza di Israele e l'antisemitismo.
La notizia di ieri è che un pezzo del partito, che dovrebbe essere egemone (il Pd), partecipa a entrambe, ravvisando in ognuna il completamento dell'altra. Si tratta dei cosiddetti "riformisti": Lorenzo Guerini, Graziano Delrio, Giorgio Gori, Lia Quartapelle, Simona Bonafè, Pina Picierno, Marianna Madia. Si sarebbe detto una volta: una posizione di "equivicinanza". Houston, c'è un problema, anche se al Nazareno lo negano, e in fondo dicono che quella posizione è utile come "cerniera".
Andiamo alla radice. Le premesse dell'indignazione su Gaza accomunano tutti. E riguardano innanzitutto l'immane catastrofe umanitaria lì e le timidezze del governo qui, sia come condanna sia come iniziativa. L'intoppo sta nello svolgimento, per come sta prendendo forma la manifestazione di sabato prossimo a piazza San Giovanni.
E infatti da questo è disceso il valzer delle altre iniziative: quella milanese di Renzi e Calenda, figlia di una indisponibilità di Giuseppe Conte a trovare parole comuni, e i riformisti del Pd che annunciano la doppia partecipazione. Svolgimento che si presta a un quesito, sin dalla scelta della data, il giorno prima del voto sul referendum (non è un dettaglio), spiegata esplicitamente con l'intento di favorire la partecipazione elettorale: San Giovanni è una manifestazione per incarnare una prospettiva su Gaza da offrire al paese o è, innanzitutto, l'atto per cementare un perimetro del campo largo?
(…)
Ecco, la sensazione è che, per come è stata presentata la piattaforma della manifestazione, essa sia molto e legittimamente "contro" la cieca vendetta di Netanyahu. E l'essere contro una leadership non significa essere contro un popolo, a maggior ragione nel momento in cui quella leadership è consumata perché senza la guerra perderebbe le elezioni o sarebbe in galera.
IL CAMPO LARGO - MEME BY EDOARDO BARALDI
Ma, nel tam tam mediatico e negli slogan, appare per ora attutito il messaggio che la ricostruzione di Gaza passa anche per la cancellazione di Hamas. Il che non significa che, tra i promotori, ci sia qualcuno che ammicca ad Hamas. Sarebbe bastato, per tenere tutto assieme ed evitare equivoci e strumentalizzazioni, convocare una piazza a favore di "due popoli" e contro il terrorismo dichiarato di una organizzazione e contro quello di un governo che ne mutua i metodi.
Non sono "incidenti" i colpi sulle case dove vengono uccisi bambini, se gli apparati di quel paese hanno un livello di sofisticazione militare tale da far esplodere i cercapersone degli Hezbollah. Sono una strategia voluta, tesa a trasmettere un messaggio di terrore, per favorire l'evacuazione dalla Striscia, apertamente teorizzata dagli esponenti della destra israeliana.
Proprio però l'assenza di riferimenti espliciti al tema della "sicurezza" per Israele ha creato delle crepe, finora a monte tra i gruppi dirigenti.
Ma c'è anche un rischio a valle ove si verificassero episodi che manderebbero alle ortiche le buone intenzioni della maggior parte dei partecipanti: qualcuno che brucia una bandiera di Israele, qualcun altro che paragona Hamas ai partigiani, qualche "pro-Pal" che si diletta con slogan antisemiti. I commenti sotto l'account X dell'associazione Sinistra per Israele, francamente agghiaccianti, suggeriscono l'esistenza di un problema.
A meno che invece la minore enfasi sulla sicurezza, e la ricerca di una piattaforma più larga, non celi il retropensiero di fare il pieno a sinistra di tutta la galassia con l'obiettivo di capitalizzare elettoralmente.
E infatti, a proposito di distinguo, c'è da scommettere che di Ucraina non si parlerà, anche se pure lì muoiono malamente dei bambini, perché su questa tema le distinzioni sono sul palco. L'urlo di indignazione sarà più forte di una visione complessiva di politica estera. E infatti senza visione complessiva c'è la divisione.
IL CAMPO LARGO VISTO DA ALTAN
RICCARDO MAGI - GIUSEPPE CONTE - ANGELO BONELLI - ELLY SCHLEIN - NICOLA FRATOIANNI - FOTO LAPRESSE
pina picierno (2)
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