MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI…
LA SINISTRA AMERICANA HA TROVATO IL SUO “TRUMP”? - GAVIN NEWSOM È VOLATO IN TEXAS PER IL PRIMO COMIZIO FUORI DALLA CALIFORNIA: HA PARLATO CON TONI POPULISTI E PARA TRUMPIANI, CONVINTO CHE “THE DONALD” DEBBA ESSERE AFFRONTATO CON LE SUE STESSE ARMI - IL SUO DISCORSO È STATO UN APPELLO ALL’UNITÀ, MA ANCHE UN MANIFESTO POLITICO. MOLTI L’HANNO VISTO COME IL PRIMO PASSAGGIO PER LA CANDIDATURA ALLA CASA BIANCA NEL 2028, L’UNIFICATORE IN VISTA DELLE MIDTERM PER I DEMOCRATICI CHE SONO USCITI CON LE OSSA ROTTE NELLA BATTAGLIA DELLO SHUTDOWN: OTTO DEM SI SONO SCHIERATI CON I REPUBBLICANI PER EVITARE IL COLLASSO DEI SERVIZI PUBBLICI. UNA VITTORIA PER TRUMP CHE…
Estratto dell’articolo di Mattia Ferraresi per “Domani”
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La fine dello shutdown, dopo oltre quaranta giorni di paralisi federale, ha creato una frattura nel Partito democratico.
La misura per riaprire il governo è passata al Senato grazie ai voti decisivi di otto democratici moderati, che hanno scelto di schierarsi con i repubblicani per evitare il collasso dei servizi pubblici.
Una mossa che ha permesso di riattivare i fondi per le agenzie federali e i programmi di assistenza, ma che ha anche scatenato l’ira dell’ala progressista del partito.
Per molti, quel voto è stato una resa politica. Il deputato della California Ro Khanna ha chiesto le dimissioni del capogruppo al Senato, Chuck Schumer, che era contrario all’accordo ma non è stato in grado di far rispettare la linea del partito.
Schumer a sua volta ha tentato di minimizzare le divisioni, ma la crepa è evidente. L’accordo, un’importante vittoria politica per Donald Trump, ha riaperto la discussione sull’identità del partito e sulla strategia in vista delle elezioni di midterm del 2026. E anche oltre.
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Dietro la frattura ideologica si nasconde una divergenza più profonda su come affrontare il presidente che ha completamente ridefinito lo scenario retorico e politico. Una parte dei democratici chiede di spostare con forza la barra a sinistra, tornando a parlare di diritti sociali e giustizia economica. Un’altra immagina un profilo più pragmatico, per non alienare gli elettori centristi e i conservatori moderati delusi da Trump, che saranno decisivi nei prossimi cicli elettorali.
In questo vuoto di leadership, il governatore della California, Gavin Newsom, ha colto il momento per accreditarsi come figura unificante. Ieri è volato alla Cop30, e sabato scorso nel vicino e odiato Texas del governatore avversario Greg Abbott ha tenuto il suo primo comizio fuori dalla California, davanti a un migliaio di persone. Ufficialmente si trattava di un evento per sostenere i democratici locali, ma nei fatti è stato il primo passo verso la corsa presidenziale del 2028.
Newsom ha parlato con i toni populisti e para trumpiani che ha affinato nei primi dieci mesi della presidenza, convinto che Trump debba essere affrontato e sconfitto con le sue stesse armi.
[…] Il suo discorso è stato costruito come un appello all’unità, ma anche come un manifesto politico. […] Dal pubblico fioccavano le invocazioni per la sua candidatura alla Casa Bianca nel 2028.
[…]
Il discorso di Newsom arriva dopo le vittorie di Zohran Mamdani a New York, delle governatrici Mikie Sherill e Abigail Spanberger in New Jersey e Virginia, e dello stesso Newsom al referendum in California sulla mappatura dei collegi elettorali, boccate d’ossigeno in un momento in cui i democratici procedono in ordine sparso.
Da un lato, la sinistra del partito accusa la leadership di essere troppo conciliante; dall’altro, i centristi temono che la radicalità alieni gli elettori chiave nei distretti periferici. Newsom tenta di muoversi nel mezzo, proponendo un’identità capace di combinare idealismo e pragmatismo, parlando con il linguaggio tutto lettere maiuscole e iperboli di Trump.
L’operazione più complicata sarà convincere un partito diviso che la moderazione non equivale alla resa, e che sulla bilancia elettorale la forza della coalizione vale più della purezza ideologica.
La campagna per il 2028 non è ancora cominciata, ma le prime linee di faglia sono già visibili. Se l’accordo sullo shutdown ha mostrato i limiti di una sinistra incapace di tenere unita la propria coalizione, la prova di Newsom in Texas mostra il tentativo di costruirne una nuova.
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DONALD TRUMP - ILLUSTRAZIONE DI POLITICO
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