IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO…
Federico Geremicca per "La Stampa"
Qualche segretario regionale, certo. Un po' di intellettualità con ancora il gusto della partecipazione alle vicende della cosa pubblica. Gli uomini e le donne della "sua" Fgci, roba - però - di venticinque anni fa. E poi, se maturerà alla maniera in cui maturano queste cose - una piccola-grande sorpresa: cioè il sindacato, la Cgil, non tutta certo, ma sicuramente una larga maggioranza, offesa con Matteo Renzi (forse è troppo: diciamo arrabbiata) per i ripetuti attacchi circa la vecchiaia e perfino l'arretratezza di certe posizioni in materia di futuro e di sviluppo del Paese.
Se è molto o se è poco, lo si vedrà : ma è questa la rete di rapporti a partire dalla quale Gianni Cuperlo - 52 anni, triestino, laureato con 110 e lode al Dams di Bologna in comunicazione di massa - tenterà di sbarrare il passo a Matteo Renzi, incamminato verso quelle primarie che dovrebbero incoronarlo segretario del Pd. Per dirla in altre parole - se è vero quel che si racconta circa il capovolgimento dei rapporti di forza tra ex popolari ed ex diessini - è a lui che oggi è affidata la difesa del patrimonio di idee e di valori sopravvissuti alla scomparsa del fu Partito Comunista Italiano.
Non sono molti quelli disposti a scommettere su un risultato a sorpresa e - dunque - su una vittoria dell'ex "allievo" di Massimo D'Alema. Dopo che Matteo Renzi ha prima spaccato e poi aperto il Pd "come una scatola di tonno", l'impresa di fermarne il cammino pare impossibile: ma Cuperlo non demorde e ancora ieri ha contestato al lanciatissimo sindaco di Firenze di volere un Pd «concepito come un comitato elettorale permanente che serve il leader di turno, il quale vive la responsabilità nel partito come il trampolino verso l'obiettivo vero, l'unico che conti: il governo».
Essendo in campo almeno altri due candidati "di sinistra" (Civati e Pittella), quella di Gianni Cuperlo appare davvero una missione senza speranza, e molti dei suoi sostenitori sarebbero già soddisfatti se raggiungesse il 20 per cento dei voti: una battaglia persa in partenza, insomma. Eppure, l'ex capo dei giovani comunisti al tempo della caduta del Muro di Berlino ha deciso di non saltare sul carro del vincitore e di restare in campo: spera che votino per lui i militanti e gli iscritti del fu partito da cui proviene. E magari un po' di altri che non amano certe semplificazioni renziane o che sono turbati (per usare un eufemismo) da certi passaggi di campo che rischiano di appesantire e render confuso il progetto ed i disegni del lanciatissimo sindaco di Firenze.
Ma il grosso delle speranze (inconfessabili speranze) è affidato ad una scommessa: che votino per lui i "nemici" di Matteo Renzi (e non sono pochi...), uomini e organizzazioni di un "modello partito" che il sindaco di Firenze non fa mistero di voler demolire. E tra le organizzazioni, in testa a tutte, c'è la Cgil. I contrasti tra Renzi e Susanna Camusso sono noti: meno note, ma ancor più aspre, sono le polemiche che lo hanno contrapposto (per esempio sul Maggio fiorentino) alle organizzazioni sindacali toscane e fiorentine.
Inutile attendere dalla Cgil - e Cuperlo lo sa - dichiarazioni ufficiali di sostegno alla sua candidatura, ma una sorta di passaparola comincia ad animare l'organizzazione della Camusso: «Con Renzi mai, non si può: meglio Cuperlo, che almeno crede che il sindacato serva ancora». Dall'intensità di questo passaparola dipenderà - probabilmente - l'entità del consenso che raccoglierà quello che appare, al momento, il più forte degli sfidanti di Matteo Renzi. Non è molto, ma non è che ci sia granchè d'altro...
«Ha molti consensi nel mondo dell'università e della cultura», dice Enzo Amendola, dalemiano schierato con
Cuperlo. «Può contare su una rete di ex Fgci ancora in pista in tutt'Italia», aggiunge Fabrizio Rondolino, con Cupero a Palazzo Chigi negli anni della presidenza D'Alema. Ha amici e sostenitori - è vero - nel mondo dello spettacolo e della Tv, da Fabio Fazio a Carlo Freccero. Truppe scelte, certo: ma esigue e insufficienti di fronte alla slavina di consensi calamitati da Renzi. Una battaglia difficile, forse impossibile. Lettiani e bersaniani sono infatti in cammino verso il sindaco di Firenze, e non sembrano voler fermarsi. Ma Cuperlo va avanti e non si arrende: insensibile alla saggezza del motto che vuole che certe battaglie, piuttosto che perderle, è meglio non cominciarle...
Gianni Cuperlo MATTEO RENZIMassimo Dalema SUSANNA CAMUSSO fabio fazioCarlo Freccero
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