DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Marcello Sorgi per “la Stampa”
Silenzio, parla Draghi. Il premier ha deciso di riprendersi la parola. L'annuncio di una nuova conferenza stampa per domani, a cinque giorni dalla controversa introduzione dell'obbligo di vaccino per gli ultra cinquantenni, e nel bel mezzo dello scontro sulla riapertura delle scuole con i governatori delle regioni (ieri a Zaia, De Luca e Emiliano s' è aggiunto Musumeci), l'iniziativa ha il segno della riscossa.
O del rimedio al disastroso mutismo di Palazzo Chigi mercoledì sera, un vuoto che sarebbe toccato ai ministri riempire, ma che per una serie di ragioni di comunicazione (la stanchezza dopo due giorni di trattative, il mancato coordinamento, le "voci di dentro" della lunga e più volte interrotta seduta del consiglio) avevano sortito l'effetto opposto. Trasformandosi, invece che in un'occasione di chiarimento di una misura così pesante e destinata a cambiare la vita dei cittadini come l'obbligo, nell'innesco delle forti polemiche che l'hanno seguita.
Critiche alle limitazioni di età (se obbligo doveva essere, meglio per tutti, obiettavano i sindacati). Alle sanzioni simboliche per i trasgressori (i famosi 100 euro di multa), alla farraginosità dei controlli (il meccanismo per cui fino a due contagi per classe, vanno a casa e in Dad i soli non vaccinati, e da tre in su tutti gli studenti della classe).
E più in generale alla mediocrità di un compromesso raggiunto dopo lunghe e infinite ore di tira e molla, che nell'intento di ritrovare il consenso di tutte le componenti della maggioranza di unità nazionale aveva dovuto rinunciare a parte dell'efficacia delle misure. Con la conseguenza, tra le prime, della rivolta della scuola e dei governatori delle regioni che temono di trasformare le classi in focolai di infezioni.
conferenza stampa di fine anno di mario draghi 2
Dov' è andato a finire il Draghi decisionista di questi ultimi mesi? Può aver giocato, e quanto, la sua disponibilità a partecipare alla corsa per il Quirinale, nel costringerlo a una mediazione eccessiva? Il governo traballa, è arrivato al capolinea o è pronto a rimettersi in marcia? E guidato da Draghi, che in questo caso rinuncerebbe al Colle? Sono queste le domande che il premier si sentirà rivolgere domani. E se ha deciso di presentarsi di nuovo davanti a giornali e tv, si vede che ha già in mente le risposte.
mario draghi all'evento lavoro ed energia per una transizione sostenibile 5
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