DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
MARCO ANTONELLIS per Italia Oggi
«Il piano Next Generation You è un progetto per voi, per restituirvi un Paese migliore. Se perderemo questa sfida avrete il diritto di mandarci a casa». Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlando con gli studenti a Norcia. Ma lo fa semplicemente per lanciare la palla in avanti ed evitare che da lunedì prossimo qualcuno gli chieda di andare a casa per l'eventuale sconfitta dei partiti filogovernativi alle regionali.
giuseppe conte alla festa de l'unita' di modena 14
È questo il vero motivo, spiegano ambienti di Palazzo Chigi, di questo tempestivo «mandateci tutti a casa» di Giuseppe Conte»: è il modo del Premier, giocando d'anticipo, di sminare il terreno se lunedì prossimo le cose saranno andate peggio del previsto. Perché è proprio questo che preoccupa i partiti della maggioranza: in molti cominciano a temere addirittura l'ipotesi del 5 a 1 piuttosto che quella di un 4 a 2 o di un 3 a 3 (un pareggio che dalle parti del governo sarebbe accolto alla stregua di una grande vittoria) tra centrodestra e centrosinistra.
Così si analizzano gli scenari per il «dopo» a cominciare dalle ipotesi di rimpasto perché, come spiegano fonti autorevoli del Pd «qualcosa potrà muoversi dopo le regionali, anche contando e «pesando» i voti che si prenderanno alle elezioni». «Certo che se il rimpasto lo vuole Italia Viva e poi non «sfonda» alle regionali, c'è il rischio che da due ministri passa a uno.
Ed anche i 5Stelle, con la botta che prenderanno, se aprono al rimpasto gli si dimezza la squadra di ministri», sentenzia un altro deputato dem molto influente. Comunque, al momento le ipotesi più gettonate sono quella dell'ingresso al governo di Zingaretti e la sostituzione dei ministri dell'istruzione, del lavoro e dei trasporti.
Rischia anche il titolare del Viminale: oltre al nome di Zingaretti al posto della Lamorgese ora si fa anche quello di Andrea Orlando mentre Graziano Delrio potrebbe prendere il posto di Paola de Micheli.
Per Maria Elena Boschi si parla del ministero del lavoro oppure della scuola. Qualcuno poi vorrebbe dei cambiamenti anche al Mef, magari per «dirottare» Gualtieri sulle elezioni capitoline del prossimo anno. Insomma, ancora qualche giorno di campagna elettorale e poi si potrà cominciare a capire il futuro di questo governo
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