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MENTRE LO SPREAD CHIUDE IN RIALZO A 304, DI MAIO-SALVINI PREPARANO UN NUOVO RINCULO: SPOSTARE AD APRILE REDDITO DI CITTADINANZA E QUOTA 100 PER LE PENSIONI, LE DUE MISURE PIÙ COSTOSE. PER GENNAIO LE COPERTURE NON CI SONO - OBIETTIVO: EROGARE ALLA VIGILIA DELLE EUROPEE PER INCASSARE ALLE URNE (80 EURO, REMEMBER?) OPPURE SE SALTERANNO ANCORA, ANDARE ALLO SCONTRO FINALE E DEFINITIVO CON L'EUROPA
(ANSA) - La Borsa di Milano (-1,8%) chiude pesante in linea con gli altri listini europei che risentono dell'andamento negativo di Wall Street. Gli investitori guardano con timore agli effetti che le tensioni commerciali avranno sui conti delle società ed il rialzo dei tassi d'interesse da parte della Fed. Chiude in rialzo lo spread tra Btp e Bund a 304 punti, con il rendimento del decennale italiano in crescita al 3,55%. A Piazza Affari soffrono le banche con Carige (-6%) in profondo rosso nel giorno del cda dopo il taglio del rating da parte di Fitch.
Male anche Mps (-3,8%), Intesa e Fineco (-2,4%) e Unicredit (-1,8%). Crollano anche i petroliferi con il prezzo del greggio in calo. In fondo al listino principale Tenaris (-4%). Male anche Saipem (-3,2%), Eni (-2,7%), Snam (-2,2%) e Italgas (-1,4%). Affonda Astaldi (-19,3%) dopo che per la gran parte della seduta non è riuscita a fare prezzo. Giù Mediaset (-2,5%) mentre Tim (-0,2%) chiude debole. In controtendenza Stm (+1,9%), unico titolo in rialzo.
Estratto dall'articolo di Giuseppe Colombo per www.huffingtonpost.it
I 5 Stelle sono i primi a riemergere dal bagno di realismo che impone una manovra ancora in grande affanno sul fronte delle coperture, a soli quattro giorni dalla scadenza dell'invio a Bruxelles. Un'immersione nella realtà dei numeri che porta a una presa d'atto obbligata: rinviare l'entrata in vigore delle misure chiave e allo stesso tempo più costose, cioè reddito di cittadinanza e quota 100, si può, anzi di fatto, si deve fare. L'input è arrivato dal Tesoro, dove da giorni è chiaro che arrivare a trovare tutti i 15 miliardi mancanti è impresa alquanto ardua, se non impossibile.
LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE
I pentastellati cavalcano la linea pubblicamente. La Lega è più coperta, ma pronta ad accodarsi: vorrebbe fare partire tutto dal primo gennaio del prossimo anno, ma "non metterà un veto" se il rinvio fosse legato a "necessità maggiori", spiega una fonte del Carroccio di primo livello a Huffpost. Flessibilità sui tempi sì, ma non oltre maggio. Quello è il limite invalicabile perché ci sono le elezioni europee e i due partiti vogliono presentarsi con il reddito di cittadinanza e il superamento della Fornero già avviati. Con le due bandiere da sventolare in faccia a quell'Europa che è critica e scettica sulla politica economica del governo gialloverde.
A via XX settembre i tecnici lavorano giorno e notte per trovare quante più risorse possibili da destinare ai capitoli 'tagli di spesa' e 'maggiori entrate', i due catini che nel disegno della manovra illustrata in Parlamento dal ministro dell'Economia Giovanni Tria devono raccogliere rispettivamente 6,9 e 8,1 miliardi. È un lavoro in salita (…)
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