“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA…
Estratto dell’articolo di Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera”
Con i passamontagna calati sul viso, i caschi neri e i fucili spianati, gli agenti delle squadre speciali della polizia ecuadoriana venerdì notte hanno fatto irruzione nell’ambasciata messicana a Quito. Hanno immobilizzato a terra il capo missione e infilato in un’auto blindata la loro «preda»: l’ex vice-presidente dell’Ecuador, Jorge Glas, che da dicembre era rifugiato nella sede diplomatica, dopo la condanna definitiva per corruzione e concussione, e che solo poche ore prima aveva ottenuto l’asilo politico in Messico.
Ora, invece, il politico 54enne si trova in un carcere di massima sicurezza a Guayaquil. L’arresto senza precedenti, ordinato dal presidente Daniel Noboa, ha aperto una crisi diplomatica che va ben oltre i due Stati coinvolti. Il presidente messicano Andrés Manuel Lopez Obrador ha denunciato la «flagrante violazione del diritto internazionale e della sovranità del Messico» e ha rotto le relazioni con l’Ecuador.
Il dipartimento di Stato Usa, che pure ha sostenuto in altre occasioni la «linea dura» del giovane leader ecuadoriano, ha condannato la violazione della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche e invitato le parti a «trovare una soluzione alle differenze nel rispetto delle norme internazionali». Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, si è detto «allarmato» e vari governi dell’America latina, pur con le loro differenze ideologiche, dalla sinistra brasiliana di Lula alla destra argentina di Milei, si sono schierati con il Messico. E il Nicaragua ha rotto le relazioni con l’Ecuador.
Una levata di scudi prevedibile di fronte a una violazione palese del diritto internazionale. Neppure le dittature di Pinochet in Cile o delle giunte militari in Argentina si erano permesse, in passato, di penetrare all’interno delle ambasciate (italiana compresa) dove trovarono protezione gli oppositori politici.
Ironia della storia, nel 2012 fu l’Ecuador a protestare con veemenza contro la minaccia del governo britannico di assaltare la sua sede diplomatica a Londra per arrestare il leader di WikiLeaks Julian Assange che lì si rifugiò per ben 7 anni. Glas, che fu vice dell’ex presidente di sinistra Rafael Correa, condannato per corruzione in latitanza, ha già scontato 5 anni di carcere prima di essere rilasciato a fine 2022. Ora dovrebbe scontarne altri sei e rispondere di nuove accuse. […]
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