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Wanda Marra per "il Fatto Quotidiano"
“Adesso non è il momento delle polemiche. Si scavi il fango dalle città, si tiri via la melma delle pratiche burocratiche, si realizzino le opere da fare. Vi aspetto, un sorriso”. Torna dall’Australia, Matteo Renzi. Ed è subito E-News. Vuole essere ricapitolativa e fiduciosa. È piuttosto lunga e recriminatoria.
Dalla riforma elettorale al Jobs Act (“quando la cortina fumogena del dibattito ideologico si abbasserà, vedrete che in molti guarderanno al Jobs Act per quello che è: un provvedimento che non toglie diritti, ma toglie solo alibi”), passando per l’Europa e le cene di finanziamento (“Quando io sono arrivato i dipendenti in forza al Pd erano 161, adesso sono 146 e io non ho fatto neanche un’assunzione. Le spese del passato ovviamente si fanno sentire”). Nel nuovo stile renziano resta il “pensierino della sera” e il “sorriso finale”. Manca il tono leggero e persuasivo.
“Non è più lui. Si vede lontano un miglio. Mia madre ha 94 anni e vede continuamente la televisione. M’ha chiesto: ‘Che è successo a Renzi?’ S’è incupito, è nervoso, tratta male le persone”. Parla Staino, vignettista, che Renzi lo conosce da sempre, anche se è sempre stato dall’altra parte della barricata. “Sono segni di debolezza. Lui ha la fortuna di quella faccia sorridente, che fa tutto facile. Ma le cose non sono andate come pensava. E adesso la gente gli tira le uova”.
C’è poi un problema di rapporti: “Lui stesso non lega: il suo cerchio magico comincia ad assomigliare a quello di Bossi e di Berlusconi. Io ho sempre pensato che lui sarebbe stato talmente intelligente da riuscire a coinvolgere anche la sinistra e il sindacato. E invece no: si è messo tutti contro, ha cercato la rottura subito”.
Lo dice con rammarico: “Io sono tra quelli che ha sperato che ce la facesse. Però, sta perdendo tempo. Con tutti questi problemi economici che ci sono, con questo disagio sociale, lui che fa? Un peggioramento dell’articolo 18. Fa ridere i polli pensare che questo possa risolvere qualcosa”. La mette pure sul filosofico: “L’abolizione ideale dei corpi intermedi porta diritti a Tor Sapienza, con un populismo feroce”.
Che la dura realtà abbia avuto un impatto difficile sul presidente del Consiglio lo pensano in molti. “Voglio vedere lei a fare il premier, con i soldi che non ci sono. Mentre piove, e tutti danno la colpa a lei”, commenta Marco Belpoliti, critico letterario e autore di un libro su Berlusconi che ha fatto scuola come Il corpo del capo: “Governare questo paese è come scendere con gli sci subito dopo che ha nevicato. È difficile restare in piedi”. E i sondaggi in calo? “Non sono altro che la registrazione di stati d’animo. Noi siamo nella dittatura degli stati d’animo ”.
Alessandra Ghisleri, sondaggista di fiducia di Berlusconi, più che di cambi di comunicazione parla di “evoluzione”: “Renzi è diventato un presidente pressato dalle difficoltà fisiche ed economiche di questo paese”. Le rilevazioni “registrano un calo costante, uno stillicidio. Anche se il premier resta al 46-47%”.
I sondaggi, spiega, vivono di momenti: “Ora c’è la Tasi da pagare. E poi, a parte gli 80 euro, non c’è stata nessuna misura forte. Prima la gente vedeva il bicchiere mezzo pieno, ora vede quello mezzo vuoto”.
Mauro Calise, editorialista de Il Mattino (ultimo libro: Fuorigioco. La sinistra contro i suoi leader, Laterza, 2013) la mette così: “Se c’è del nervosismo in più questo proviene da una debolezza: Renzi ha capito che la partita non si gioca in Italia, ma in Europa. C’è un malessere incontrollabile, ha cercato di spalmare ottimismo e di incidere in Europa, ma non ci è riuscito quanto si aspettava”.
Il premier, da parte sua, non rinuncia a battere su tasti universali. Ancora la E-news: “Si chiamava Reyaneh. Aveva 26 anni. Si è difesa dal suo stupratore e per questo è stata condannata a morte e giustiziata. Questa è la sua lettera testamento”.
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