
DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING…
Ted Cruz per i repubblicani e Bernie Sanders per i democratici si aggiudicano i caucus, ma le primarie le vincono Donald Trump e Hillary Clinton. I verdetti del "Super sabato" non cambiano di fatto gli equilibri ma mantengono aperta la corsa alle nomination per la Casa Bianca e offrono nuovi spunti di polemica nel Grand Old Party, alla disperata ricerca di qualcuno che possa fermare la prepotente ascesa del miliardario newyorkese.
Repubblicani. Ted Cruz ha prevalso nei caucus in Kansas e Maine, dove si è registrata anche una affluenza record. E si è affrettato a sostenere che questo risultato dimostra che è lui l'alternativa a Trump. Questi da parte sua ha stravinto in Louisiana, lo Stato di maggior peso in questa tornata, e in Kentucky, dove però lo scarto tra i due non è stato enorme.
In campo repubblicano l'attesa per il voto in questi quattro Stati era montata dopo la dichiarazione di guerra a "The Donald" da parte dell'establishment del partito, spiazzato dalla sua inarrestabile cavalcata. In altre circostanze sarebbe stata infatti una notte molto più tranquilla, quasi un passaggio di routine. E invece lo spoglio è stato al cardiopalma.
Così appena ha avuto la conferma di aver vinto in Kansas il senatore Cruz ha parlato, per mandare un messaggio al partito, agli elettori e ai rivali. "E' il momento di essere uniti", ha detto. Contro Donald Trump naturalmente. E ha suggerito agli altri contendenti per la nomination Gop (Marco Rubio e John Kasich - di fare un passo indietro, concentrando su di lui forze e risorse. "Continueremo ad accumulare delegati, ma adesso è necessario che il campo si restringa".
Un messaggio che deve risultare parecchio amaro per Marco Rubio, il candidato dei vertici del partito che nel "Super sabato" non vince niente (nel "Super martedì" l'aveva spuntata soltanto in Minnesota).
DONALD TRUMP MOSTRA LE MANI E GARANTISCE SUL SUO PISELLO
Il giovane senatore aspetterà senz'altro il voto del 15 marzo in Florida, il suo Stato, ma in questa notte elettorale una battaglia l'ha già persa, ovvero presentarsi come il moderato, il vero conservatore, l'uomo dell'establishment, capace di salvaguardare "il partito di Lincoln e Reagan" come va ripetendo da giorni. Invece, come era accaduto in Iowa, è Cruz a raccogliere più consensi, probabilmente grazie alla natura della sua campagna radicata sul territorio e che nei caucus (le assemblee popolari) dà risultati migliori.
In questo scenario Trump ha continuato a dare addosso ai rivali. "Non è stata una buona serata per Marco Rubio, è il momento per lui di lasciare la corsa", ha incalzato. E ha detto chiaramente che la battaglia a due la vuole con Cruz: "Lo desidererei molto. Non vince a New York, non vince in New Jersey, non vince in California". E poi lo sprint finale a novembre contro Hillary Clinton.
Il discusso miliardario ha poi manifestato la sua tranquillità replicando a quanti lo accusano di condurre una campagna di scarso spessore, segnata da allusioni e battute volgari come quelle sulle "mani piccole": "Io vorrei alzarlo il livello, ma se vengo attaccato rispondo. Ed è quello che farò anche per il nostro Paese".
Democratici. Dei tre Stati in cui si votava, Clinton ha vinto soltanto in Louisiana, mantenendo comunque il suo sostanziale vantaggio su Bernie Sanders, che ha ottenuto un buon risultato aggiudicandosi i caucus di Kansas e Nebraska.
SANDERS HILLARY CLINTON
bill clinton bernie sanders con la moglie jane
2. TRUMP VA CONTROVENTO
Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
Ted Cruz vince con largo margine nel Kansas e sembra in grado di chiudere in testa anche nel Maine. Per il momento Donald Trump accusa una battuta a vuoto, anche se in qualche modo prevedibile. Ma i conti definitivi della giornata si faranno oggi, con i risultati anche di Kentucky e Louisiana, dove il costruttore newyorkese potrebbe andare meglio. Le percentuali si assestano nella notte.
Nei «caucus» le assemblee degli elettori del Kansas, con il 71% dei seggi scrutinati e 40 delegati in palio, Cruz raccoglie il 50,7% dei voti e 22 rappresentanti: il doppio del capolista che qui si ferma al 24,4% (7 delegati). Ancora deludente la prova di Marco Rubio, lontano terzo con il 14,8% (2 delegati). Poco più di una comparsata, 8,7% , per John Kasich (0 delegati).
Analoga la distribuzione dei consensi si profila nel Maine, anche se si ragiona solo sul 5% dei seggi conteggiati: Cruz 48%, Trump 35%, Rubio 8,6%, Kasich 7,4%. Ieri si è votato in quattro Stati nel campo repubblicano: Kansas, Kentucky, Louisiana, Maine; tre per i democratici: Kansas, Louisiana, Nebraska. Oggi i progressisti tornano alle urne nel Maine e i conservatori a Puerto Rico.
I «caucus» di ieri erano «chiusi»: potevano votare solo i cittadini già registrati come elettori del partito repubblicano. Una formula che penalizza Donald Trump, l' outsider per eccellenza. Al contrario Cruz ha già battuto il capolista in Iowa, Oklahoma e Alaska, dove si votava esattamente con lo stesso sistema. Finora gli unici «caucus chiusi» espugnati da Trump sono stati quelli in Nevada.
Nella notte sono arrivati i risultati definitivi di tutti gli Stati. Si vedrà oggi se a questo punto prenderà davvero forma e sostanza il tentativo per buttar giù dal piedistallo Donald Trump. Bernie Sanders, invece, proverà ad accorciare il distacco da Hillary Clinton. In attesa, da una parte e dall' altra, della prova fondamentale di martedì 15 giugno in Florida e in Ohio.
Anche in questa tornata, sul versante repubblicano, c' è stata grande affluenza. Lunghe code per partecipare ai «caucus» soprattutto nel Kansas e nel Kentucky. Oggi si vedranno le cifre, ma pare confermata la tendenza di fondo. Con una notazione: certamente la candidatura di Donald Trump sta ripescando larghe quote di elettori dal bacino dei cittadini delusi o arrabbiati.
bernie sanders hillary clinton
Ma, visti i primi esiti del Kansas, viene da pensare che stiano mobilitando anche quegli elettori più tradizionalisti, contrariati dall' idea di farsi rappresentare dal miliardario di Manhattan.
Il turno di ieri metteva in gioco 155 delegati in campo repubblicano e 126 in quello democratico. Per il momento queste sono le rispettive classifiche provvisorie. Clinton guida con 1.066 delegati, compresi i rappresentanti scelti dal partito: quasi a metà strada verso la soglia dei 2.383 necessari per la nomination. Sanders insegue con 432. Dall' altra parte competizione un po' più aperta. Il traguardo per accedere alla finale per la Casa Bianca è fissato a 1.237 delegati.
Trump è il più avanti con delegati, poi Cruz a 231, Rubio a 110 e infine Kasich, reduce da una buona prova nel dibattito televisivo di due giorni fa, con 25. A giudicare dall' esito in Kansas e dai primi segnali nel Maine, salgono le quotazioni di Cruz, mentre Rubio, il giovane senatore della Florida, non è ancora riuscito a imporsi come la vera alternativa a Donald Trump. Ma si vedrà.
TRUMP CRUZ HILLARY
sostenitori di trump con il cartello hillary joker
Ora il serpentone delle primarie si sposta verso Stati con tradizioni e orientamenti politici che potrebbero rivelarsi più favorevoli a Rubio. Anche se, nonostante lo stop di ieri, l' avversario da battere resta Trum p.
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