“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Antonello Guerrera per “la Repubblica”
Nonostante la compostezza del primo e l'esuberanza del secondo, Mario Draghi e Boris Johnson hanno molto più in comune delle apparenze in quest'epoca segnata dalla pandemia. Oggi ci sarà il primo contatto ufficiale tra i due, un pre-vertice virtuale del G7 del prossimo giugno in Cornovaglia: è l'esordio internazionale da premier italiano di Draghi, e quello di Biden da presidente americano, insieme a Merkel, Macron, Trudeau e il giapponese Suga. Cuore del summit saranno i vaccini e il coordinamento globale della lotta al Covid.
In questo, Johnson è un modello per l'Italia. Non a caso Draghi, nel suo discorso in Senato, ha alluso al Regno Unito, sottolineando come sia necessario per l'Italia imparare «da Paesi che si sono mossi più rapidamente di noi, disponendo subito di quantità di vaccini adeguate. La velocità è essenziale» per far ripartire l'economia e fermare le varianti.
Boris Johnson visita la QuantuMDx Biotechnology a Newcastle.
È il modello inglese, e non a caso Draghi ha aggiunto che le vaccinazioni in Italia «devono essere possibili in tutte le strutture disponibili»: in Inghilterra, si vaccina persino nella cattedrale di Canterbury e si è già a 16,5 milioni di inoculazioni.
Dopo l'ultima battaglia tra Ue, Uk e AstraZeneca sui ritardo delle dosi e le critiche a Bruxelles, il vertice di oggi per Draghi è una grande opportunità per coordinare uno sforzo comune, funzionale anche all'Italia.
Boris Johnson visita la QuantuMDx Biotechnology a Newcastle
Perché Johnson, da padrone di casa, annuncerà una strategia collettiva affinché i nuovi vaccini siano ideati in solo cento giorni. Verranno poi delineati gli sforzi globali per mettere in pratica le promesse dell'Onu, tra cui hub di ricerca sulle zoonosi collegati tra loro nel mondo, sviluppo della capacità manifatturiera collettiva di vaccini e cure anti Coronavirus, allerte e protocolli globali contro le prossime pandemie, oltre alla piattaforma Covax che destinerà 1,3 miliardi di dosi ai Paesi in via di sviluppo. «Mai più una crisi simile», sarà il mantra di Johnson.
Ma siccome Londra sta volando con le vaccinazioni, Johnson annuncerà anche la possibilità di destinare nel corso dell'anno un "surplus" di dosi britanniche ai Paesi in via di sviluppo. Chissà che non apra anche all' Unione europea in tal senso.
Perché ora è vitale essere uniti contro la pandemia. Non solo: a Londra considerano il successo del G7 indissolubilmente legato a quello della conferenza Cop26 sul clima. E anche qui torna in prima linea l'Italia, che, oltre al G20, organizzerà con Boris il summit in autunno.
Una "special relationship" tra Draghi e Johnson? Chissà. Da Downing Street filtra che da settimane i contatti Londra-Roma sono fittissimi. E intanto, tra le prossime telefonate del nuovo premier italiano con i principali leader, a Roma e Whitehall si sussurra che Johnson e Draghi potrebbero avere molto presto una videocall bilaterale, forse nei prossimi giorni.
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