DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
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CHI LE STA SCASSANDO I NERVI SONO MATTARELLA E DRAGHI, LA VOLONTA DI MELONI DI SPACCARE SALVINI
Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “La Stampa”
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani è rientrato l'altra sera da Parigi, dove ha partecipato ai funerali dell'ex presidente della Commissione Europea Jacques Delors. Nella corte d'onore del complesso degli Invalides c'erano tutti i vertici di Bruxelles, i capi di governo e alti rappresentanti delle cancellerie della Ue. «C'era la famiglia europea, i rappresentanti della nostra casa comune, uniti, insieme, per il funerale di uno dei nostri padri fondatori, un presidente della Commissione che in 10 anni ha fatto tanto per accelerare la crescita della nostra casa comune. Cito solo un numero: 14 milioni di giovani europei hanno frequentato l'Erasmus grazie a lui, l'ha voluto lui».
GIORGIA MELONI E MARINE LE PEN
A Parigi, in quel piazzale, non c'era Marine Le Pen…
«Non ha un incarico europeo o di governo. La visione attuale della signora Le Pen non ha nulla a che fare con quella di Delors, che era invece fondata sulla fiducia nelle istituzioni comunitarie e nel mercato unico. Ma oggi non vorrei parlare di partiti nazionali e alleanze elettorali europee. Quello che dobbiamo chiederci è: con quale visione, con quale consapevolezza dei problemi europei vogliamo andare verso le elezioni del nuovo Europarlamento?».
Un attimo. Lei continua a non condividere, quindi, le aperture che arrivano dai suoi alleati di centrodestra? Anche Giorgia Meloni ora riconosce che Le Pen sta facendo «un ragionamento interessante».
«Meloni è leader dei Conservatori, Forza Italia invece è nel Partito popolare europeo e per noi è impossibile fare accordi con chi ha uno statuto di forte impronta anti-Ue e anti-Nato».
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju 1
La premier dice che vuole parlare con lei e con Salvini prima di decidere se candidarsi alle Europee. Lei cosa ne pensa?
«Non sarebbe la prima volta, Berlusconi l'ha fatto, quando voleva mandare un messaggio politico forte. Se però deve esserci un accordo tra i leader del centrodestra, come chiede Meloni, questo vuol dire che o ci candidiamo tutti o non si candida nessuno».
Ed è un problema?
«Se si candidano nello stesso momento la premier e i due vicepremier, credo ci sia il rischio che si perdano di vista le priorità del governo. E inoltre: io mi sono candidato cinque volte in Europa, non mi spaventa questo appuntamento elettorale, ma c'è prima il Congresso di Forza Italia da affrontare, e devo farlo con responsabilità».
[…]
FASCIO TUTTO IO - VIGNETTA BY MACONDO
Quali sarebbero invece le riforme necessarie a migliorare la governance?
«Quelle utili a velocizzare e migliorare le sue decisioni. E quindi bisogna allargare la possibilità del voto a maggioranza, una possibilità che vede ormai molti pronti ad adottarla. Ma poi parlare anche di un altro tema difficilissimo, un vero tabù: non possiamo avere due presidenti, il Presidente della Commissione e quello del Consiglio».
Sarebbe una rivoluzione profonda, che troverebbe molte resistenze nazionali.
«Immagino quali sarebbero le resistenze, ma questa struttura attuale, bicefala, ha fatto il suo tempo. Molti sono d'accordo. La modifica prevederebbe una revisione dei Trattati, il che potrebbe scoraggiare anche solo un avvio della discussione. E invece no: con tutte le cautele e i contrappesi, la leadership europea ormai deve essere rappresentata da un unico soggetto, dobbiamo parlarne».
[…]
Il Mes è naufragato definitivamente o può tornare sul tavolo delle trattative?
«Mi sembra superato. La riforma da fare è quella di introdurre un controllo del Parlamento europeo sull'operato dei vertici del Mes. I dirigenti del Mes dovrebbero farlo, così come la presidenza della Bce è tenuta a riferire più volte, durante l'anno, al Parlamento europeo. Ma il Mes è solo parte di un progetto che deve essere completato. Non è un capriccio mio o dell'Italia, è una necessità: bisogna andare avanti sull'Unione bancaria, sul Mercato unico dei capitali, sulla armonizzazione fiscale. Queste sono riforme che consolidano i progressi dell'Europa».
Dopo il Mes, la direttiva Bolkestein sulle concessioni dei balneari e degli ambulanti. Qui però rischiamo di farci male incorrendo in un'infrazione europea.
«Bisognerà trovare un compromesso. Si devono rispettare le decisioni della giustizia, ma anche tutelare le aziende. Dobbiamo trovare una formula».
Vuole un cambiamento anche sulla regolamentazione della Concorrenza?
antonio tajani giorgia meloni.
«Sì, dobbiamo alzare l'asticella e permettere di creare delle aziende che siano "campioni europei" in grado di competere a livello globale. Non possiamo avere regole della concorrenza vecchie di decenni, scritte quando la Cina non era questa Cina, e l'India era ancora un Paese emergente. Ormai la concorrenza è globale: l'Europa deve correre, è un continente industriale e le regole della competizione ormai devono tener conto delle potenze industriali mondiali». […]
MARINE LE PEN MELONIMATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - ANTONIO TAJANI
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