ISTANBUL A FERRO E FUOCO E ERDOGAN AIZZA LA PIAZZA: “SEGHEREMO QUEGLI ALBERI”

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Marta Ottaviani per LaStampa.it

Sale di nuovo la tensione a Istanbul. Questa mattina alle 7 italiane la polizia ha fatto irruzione in Piazza Taksim, nel centro della città e uno dei simboli della rivolta. Decine di poliziotti in tenuta antisommossa hanno scortato idranti che avevano il compito di ripulire la piazza e togliere le barricate.

Subito dal primo momento sono andati scena scontri con alcuni gruppi di manifestanti dal volto coperto, che hanno tirato molotov contro le forze dell'ordine. Gezi parki, l'area verde al centro della rivolta non è stata toccata minimamente, in compenso nella zone vicine a Taksim, soprattutto ad Harbiye e Tarlabasi, sono andati in scena scontri violenti.

"Il nostro intento - ha assicurato il prefetto di Istanbul, Avni Mutlu - era quello di pulire la piazza e le zone limitrofe. Posso garantire personalmente che non sarà fatto nulla ai ragazzi di Gezi Parki".

Il prefetto ha poi ringraziato quei manifestanti "che hanno mostrato buon senso e sono rimasti all'interno dei confini del parco" e chiesto di "isolare provocatori e frange estreme", dicendo che lo spettacolo di piazza Taksim di questa mattina "ha sconvolto la popolazione e mezzo Taksim in una cattiva luce agli occhi del mondo".

Ma la polemica è alle stelle. Alcuni manifestanti hanno infatti accusato la polizia di aver infiltrato persone apposta per lanciare molotov e creare tensione. Il prefetto dal canto suo, se l'è presa con i social media, dove "ci sono alcune persone interessate ad alzare il livello dello scontro".

Lo sgombero di Taksim arriva proprio il giorno prima in cui il premier turco islamico-moderato Recep Tayyip Erdogan avrebbe dovuto incontrare una delegazione di manifestanti. Il premier ha detto oggi che i piani per la distruzione del Gezi Park andranno avanti.

«Segheremo gli alberi di quel parco, saranno ripiantati in un altro posto» ha spiegato davanti al gruppo parlamentare del suo partito. Le proteste sono nate dalla salvaguardia di Gezi Parki, un'area verde nel centro di Istanbul, ma ben presto sono diventate un atto di accusa contro il premier e il suo governo in tutto il Paese, con la gente che ne critica la deriva autoritaria.

Nel fine settimana il primo ministro aveva detto che la pazienza dell'esecutivo stava finendo e che avrebbero usato un linguaggio "che i manifestanti avrebbero capito". Le proteste vanno avanti ormai da quasi due settimane e fino a questo momento il bilancio è di 4 morti, centinaia di feriti e decine di arrestati.

 

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