FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Giuseppe Alberto Falci per il "Corriere della Sera"
Inizia la settimana cruciale per le sorti della riforma della giustizia. Stamane si riunirà l'ufficio di presidenza della commissione Giustizia di Montecitorio che discuterà l'ordine dei lavori, prima dell'approdo in Aula del provvedimento. E poi esaminerà la richiesta di Forza Italia di allargare il perimetro della riforma a tutti i reati contro la pubblica amministrazione.
ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE
Ed è già quest' ultima una grana per il governo e per chi spinge sui tempi del via libera al testo. Non a caso raccontano da più parti che sarebbe in corso un tentativo di moral suasion affinché il partito di Silvio Berlusconi ritiri la proposta. La ragione? Se passasse la richiesta azzurra si dilaterebbero i tempi, si riaprirebbe il termine per gli emendamenti, e, per dirla con il democrat Alfredo Bazoli, «si direbbe "ciao ciao" all'approvazione della riforma entro l'estate».
Pierantonio Zanettin, capogruppo in commissione Giustizia di Forza Italia e promotore della proposta, respinge questa ricostruzione: «È la nostra posizione di partito. Entro domattina (oggi per chi legge, ndr ) mi sembra impossibile che cambi qualcosa. Credo che la nostra richiesta sarà formalizzata».
In questo contesto il vero grande nodo da sciogliere rimanda al Movimento 5 Stelle. Da quella parti il clima continua a essere teso. Chi segue il dossier giustizia ripete a oltranza: «Non possiamo cedere sui processi per mafia». Addirittura c'è chi evoca l'appoggio esterno, chi lo strappo di Conte e della delegazione ministeriale nel caso in cui non mutino i contenuti della riforma.
Scenario che, ieri mattina, l'innercircle dell'avvocato di Volturara Appula smentisce: «Si precisa che Conte non ha rilasciato interviste, né dichiarazioni, né virgolettati. Il presidente sta lavorando a una mediazione». Il tempo però stringe. Il testo Cartabia sulla riforma del processo penale dovrebbe approdare in aula il prossimo 30 luglio.
giuseppe conte alfonso bonafede
Il premier Draghi è stato molto chiaro: via libera ad aggiustamenti tecnici, anche importanti, a patto che non stravolgano l'impianto della riforma. Una condizione che non soddisfa il Movimento. Ieri Conte si è confrontato con i membri del governo e i capigruppo di Camera e Senato. «La trattativa è in corso» è il messaggio di giornata che viene fatto filtrare.
E, come assicura il sottosegretario all'Interno Carlo Sibilia, «si sta lavorando per la mediazione». Intanto, oggi i grillini della commissione Giustizia avranno un solo un obiettivo. «Respingeremo l'assalto del centrodestra sui reati contro la pubblica amministrazione» assicurano. Dopodiché si continuerà a trattare dentro e fuori al M5S.
All'inizio della settimana Conte dovrebbe confrontarsi con gli eletti di Montecitorio e Palazzo Madama per fare il punto sul dossier giustizia e per valutare le prossime mosse. Sorride Matteo Renzi: «I Cinquestelle sono il nuovo Attak: dove si siedono si incollano. Oggi mi chiedevano se sono preoccupato che Conte tolga la fiducia al governo. Ma Di Maio quando mai si schioda?».
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