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Monica Ricci Sargentini per il “Corriere della Sera”
«Spianiamo la strada per la pace insieme». Recep Tayyip Erdogan, ieri, ha insistito con Vladimir Putin sull'importanza di adottare misure urgenti per un cessate il fuoco ma non è riuscito, almeno per ora, ad aprire uno spiraglio.
Tra i leader che stanno dialogando con il leader russo, però, è forse quello che ha più possibilità. I due presidenti hanno molti tratti in comune: entrambi sono uomini forti, inclini a dare prove testosteroniche di autocrazia, allergici alle critiche e alla presenza di un'opposizione interna.
La loro vicinanza si è acuita nel 2016 dopo il fallito colpo di Stato in Turchia che il presidente turco sospetta sia stato appoggiato dagli Stati Uniti dove vive in esilio il predicatore Fethullah Gülen.
Ma il loro non è un rapporto tutto rose e fiori, i due si sono trovati agli antipodi su diverse questioni geopolitiche: dal Nagorno-Karabakh alla Libia, passando per la Siria, dove Mosca non ha esitato a bombardare le truppe turche nel febbraio 2020, facendo 33 vittime.
UNA MADRE E I DUE FIGLI UCCISI DAI BOMBARDAMENTI RUSSI A IRPIN
Amici-nemici, come li ha definiti l'Economist , tanto che il presidente turco ha deciso l'evacuazione del personale diplomatico da Kiev all'alba del 24 febbraio poche ore prima che Mosca invadesse l'Ucraina.
Putin l'aveva tenuto all'oscuro dei suoi piani, nonostante il giorno prima si fossero parlati e Erdogan gli avesse proposto un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Istanbul. Nel conflitto in corso Erdogan è stato costretto a mantenere un difficile equilibrio tra la sua adesione alla Nato, il suo sostegno a Kiev e la volontà di mantenere dei buoni rapporti con Mosca.
«Non possiamo fare a meno né dell'Ucraina né della Russia» aveva dichiarato all'inizio di febbraio. Ma poi ha condannato, senza se e senza ma, l'invasione e, dopo qualche tentennamento, ha chiuso lo stretto dei Dardanelli e il Bosforo alle navi da guerra tanto che, secondo il Financial Times , quattro incrociatori russi sarebbero stati respinti qualche giorno fa.
D'altra parte la Turchia ha rapporti stretti con l'Ucraina cui ha anche fornito i droni militari che in questi giorni colpiscono i carri armati di Mosca. Ma forse è proprio lo stretto legame con entrambi i Paesi coinvolti nel conflitto che potrebbe darle più chance negoziali? Putin e Erdogan sono alleati in molti settori come dimostra il Turkish Stream, il gasdotto per il trasporto del gas russo in Europa e Turchia o la costruzione, in divenire, della prima centrale nucleare del Paese.
Non bisogna poi dimenticare che il Sultano ha acquistato il sistema di difesa antiaerea russo S-400 facendo andare su tutte le furie gli Usa. Ankara è poi molto dipendente dal mercato russo per l'arrivo di frutta e verdura ed ha bisogno, per la sua economia in crisi, dei turisti russi che lo scorso anno sono stati 4,5 milioni.
GASDOTTO TAP PUTIN ERDOGAN ALIYEV
L'impressione, però, è che sia Mosca a tenere il coltello dalla parte del manico. Lo dimostra la situazione a Idlib, in Siria, l'ultima roccaforte controllata, in buona parte, dai gruppi di opposizione, che ospita circa 4 milioni di abitanti. Due anni fa Putin ed Erdogan firmarono un cessate il fuoco ma dall'inizio della crisi in Ucraina le violazioni sono all'ordine del giorno con il rischio che decine di migliaia di profughi si ammassino al confine turco. Un avvertimento, neanche troppo velato.
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