DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Lillo, Antonio Massari e Valeria Pacelli per il “Fatto quotidiano”
Quella che si sta consumando in queste ore nei palazzi di giustizia romani è una storia di tradimenti e colpi sferrati dietro la schiena tra chi dovrebbe stare sempre dalla stessa parte. Protagonista è Luca Palamara, sostituto procuratore a Roma, ex consigliere al Consiglio superiore della Magistratura (Csm), in passato anche presidente dell' Associazione Nazionale Magistrati. Doveva rappresentare la sua categoria, meno uno.
Ossia Paolo Ielo, procuratore aggiunto a Roma. Lo stesso che a Perugia aveva inviato nel 2018 le carte di un' indagine che raccontavano i rapporti tra Palamara e l' imprenditore Fabrizio Centofanti e che sono costati all' ex consigliere l' accusa di corruzione.
FABRIZIO CENTOFANTI UMBERTO CROPPI
Uno smacco che Palamara non sopportava, tanto da utilizzare per screditare Ielo - secondo le carte dei pm di Perugia - una denuncia fatta al Csm da un altro magistrato, Stefano Rocco Fava in cui "venivano segnalate 'asserite' anomalie commesse" da Ielo ma anche dall' ex procuratore capo Giuseppe Pignatone.
È la storia di un esposto rivelato mercoledì dal Fatto che riguarda presunte ragioni di astensione in una particolare indagine in capo a Pignatone e Ielo per gli incarichi che sarebbero stati assunti dai due fratelli dei magistrati. Accuse che i pm di Perugia bollano così: "circostanze allo stato smentite dalla documentazione sin qui acquisita".
E così anche Fava si ritrova indagato a Perugia, ma per favoreggiamento e rivelazione di segreto. Quest' ultimo reato contestato anche al consigliere del Csm Luigi Spina.
È stato il trojan installato sul cellulare di Palamara a svelare questa storia di notizie rivelate e usate a proprio favore. Un trojan che ha raccolto anche tante altre voci di chi nel Csm ora sta discutendo la nomina a procuratore capo di Roma.
Sono stati ad esempio intercettati "casualmente" almeno due parlamentari che parlavano con Palamara a maggio del 2019. Ci sarebbe poi anche una registrazione della voce di Luca Lotti, il renzianissimo ex sottosegretario allo Sport, totalmente estraneo alle indagini. Sono due dunque le rivelazioni fatte a Palamara.
Da una parte Spina - secondo le accuse - gli ha detto che era arrivato alla prima commissione l' esposto di Fava, ma anche che era stata inoltrata da Perugia la comunicazione della sua iscrizione nel registro degli indagati. È stato poi lo stesso Fava a consegnarli il 16 maggio scorso l' esposto, "strumento" per Palamara "per screditare il procuratore aggiunto". "Siccome un angelo ce l' ho io sei spuntato te, m' è spuntato Stefano che è il mio amico storico", diceva l' ex consigliere a Spina. Che lo rassicura. "Ma è spuntato Stefano, adesso si va fino in fondo".
Quegli atti consegnati a Palamara sono costati a Fava l' accusa di favoreggiamento per averlo aiutato "ad eludere le investigazioni a suo carico". Agli amici il pm Fava ha detto che "erano atti non più segreti". La rivelazione di segreto invece gli viene contestata perchè come titolare del procedimento dal quale erano "scaturiti gli accertamenti" su Palamara, "rispondendo alle sue plurime e incalzanti sollecitazioni, gli rivelava come gli inquirenti fossero giunti a lui, specificandogli che gli accertamenti erano partiti 'dalle carte di credito' di Centofanti e si erano estesi alle verifiche e pernottamenti negli alberghi". Su questo Fava, che sarà interrogato il 4 giugno, si difende dicendo: "Non ho mai avuto in mano quell' informativa Centofanti-Palamara, non era nel mio fascicolo".
Dell' esposto contro Ielo si parla in diverse conversazioni. Per esempio, il 9 maggio scorso alla presenza anche di "due parlamentari". "Per quel cazzo che mi hanno combinato lì a Perugia ancora nemmeno si sa", dice l' ex consigliere. E il 7 maggio sempre Palamara dice che Fava "vuole fare andare a Perugia".
E qui entrano in gioco le nomine: domani infatti il procuratore capo di Perugia Luigi De Ficchy sarà in pensione e bisogna nominare il successore. Palamara vuole qualcuno che lo aiuti quando l' esposto contro Ielo arriverà anche lì. "Ma io non c' ho nessuno a Perugia zero", dice Palamara, informandosi "su uno dei tanti candidati conosciuto e in contatto con il suo interlocutore". Di questa nomina parla anche con Fava il 16 maggio.
È scritto negli atti: "Traspare l' interesse di Palamara che venga nominato un procuratore a Perugia che sia sensibile alla sua posizione procedimentale e all' apertura di un procedimento fondato sulle carte che Fava sarebbe intenzionato a trasmettere". Per i pm "la consegna delle carte 'contro' i suoi colleghi da parte di Fava" hanno "per Palamara, nella sua ottica, un valore al contempo difensivo e forse di 'ritorsione'".
malagò e palamara foto mezzelani gmt061
E la sintesi delle intenzioni sta in una intercettazione tra Spina e Palamara del 16 maggio. "C' avrai la tua rivincita perché si vedrà che chi ti sta fottendo e tutte le cose forse sarà lui a doversi difendere a Perugia, per altre cose perché noi a Fava lo chiamiamo", dice Spina. E Palamara: "No, adesso lo devi chiamare, altrimenti mi metto a fare il matto".
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