COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Lorenzo De Cicco per ''Il Messaggero''
1. «A ROMA TROPPI RIFIUTI IN STRADA LUNEDÌ NON RIAPRIAMO LE SCUOLE»
Prima dei bimbi, sono arrivati, senza zaini, i ratti. Inquilini indesiderati delle classi ora deserte causa vacanze, incoraggiati dalle pile di maleodorante monnezza che ormai trovano più posto sui marciapiedi che dentro ai bidoni che l' Ama non riesce a svuotare. Si ammonticchiano, i sacchetti, pure davanti ai portoni chiusi dei licei o davanti ai cancelli degli asili, tanto che se la situazione non darà segnali di miglioramento nelle prossime 48 ore, i presidi di Roma minacciano di non riaprire le aule lunedì prossimo, quando è stato fissato il rientro sui banchi dal Provveditorato. Il rischio è stato ventilato in una lettera spedita ieri alla sindaca Virginia Raggi.
cassonetti pieni di spazzatura davanti alle scuole di roma
C' è un problema «sanitario», si legge nella missiva dell' Associazione nazionale Presidi. È l' ultima minaccia che aleggia sulla Capitale sempre più tormentata dalla crisi della spazzatura. Emergenza detonata con l' incendio che l' 11 dicembre scorso ha incenerito l' impianto di trattamento al Salario e che da allora, al netto degli annunci della giunta grillina, non ha fatto che peggiorare, regalando a romani e turisti un Natale nel segno del pattume.
SOS NEGLI ISTITUTI
Si spera che stavolta la Befana, oltre alle feste, come dice il proverbio, porti via pure un po' di spazzatura. Altrimenti molti istituti potrebbero rimanere chiusi in attesa del passaggio dei netturbini. Il «grave problema» dell' immondizia che straripa dai cassonetti davanti agli ingressi, ha scritto il presidente della sezione del Lazio dell' Associazione nazionale Presidi, Mario Rusconi, «investe il tema sanitario, che potrebbe comportare in alcuni casi anche la chiusura delle scuole, soprattutto quelle dell' infanzia ed elementari la cui popolazione è composta da bambini molto piccoli, qualora non fosse tempestivamente risolto».
Per questa ragione è stato chiesto alla Raggi di mettere in atto «un decisivo intervento nei confronti dell' Ama (la società dei rifiuti, ndr) affinché preveda la raccolta di tutta questa immondizia almeno nei pressi delle scuole prima della ripresa delle attività didattiche prevista per il 7 gennaio». Altrimenti, come si diceva, c' è il rischio che gli istituti prolunghino «la chiusura».
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L' associazione presidi, nella missiva inviata a Palazzo Senatorio, racconta delle «numerose segnalazioni che stiamo ricevendo da diversi colleghi di scuole del centro e della periferia, di asili nido, scuole elementari medie e superiori». «Basta girare per le strade della città - si legge ancora - e constatare i cumuli di rifiuti a volte anche ingombranti attorno ai cassonetti strapieni di immondizia vicino ai cancelli e ai portoni degli istituti scolastici. Non solo spettacoli poco decorosi, ma anche odori nauseabondi accompagnano la vista dei cittadini nel constatare come animali randagi e roditori trovino spesso bivacco attorno a questi monumenti di pattume».
Oltre ai rischi sanitari per alunni e insegnanti, i presidi rimarcano un altro aspetto: «Questo sconveniente scenario - scrivono sempre alla Raggi - è diseducativo per i nostri studenti che tutti i giorni nelle aule educhiamo al senso civico, al rispetto per la città e al decoro, alla cura per il bene pubblico, alle regole della convivenza e della cittadinanza, che poi vedono puntualmente infrangersi fuori dalle loro aule a pochi passi dai portoni d' ingresso delle scuole, attorno a queste pattumiere a cielo aperto».
Monica Nanetti, preside dell' istituto tecnico Enrico Fermi, sulla Trionfale, non distante da dove abita Raggi, si sfoga così: «Noi dentro alle classi facciamo la differenziata, poi i ragazzi escono e vedono questo scempio di immondizia all' ingresso, così si indeboliscono tutti i messaggi che si vogliono dare. La sindaca vive da queste parti, come fa a non rendersene conto?». E lo stesso sgradevole spettacolo si presenta davanti al liceo classico Pilo Albertelli in pieno centro, al Lucrezio Caro, agli asili della Balduina, alle elementari dei quartieri San Giovanni e Don Bosco, e spingendosi nella periferia del quadrante Sud, sulla Casilina. E la lista è lunga.
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IMMONDIZIA IN AUMENTO
Alla protesta dei presidi, per ora, il Campidoglio non ha replicato.
Informalmente viene spiegato che «la situazione tornerà alla normalità a breve», un disco che suona da settimane, mentre le buste dell' immondizia continuano a tracimare dai bidoni. Per l' Epifania l' Ama metterà in campo 1.200 addetti, «uno sforzo ingente», dice la partecipata. Non aiuta il fatto che l' immondizia continui ad aumentare. Nei primi tre giorni del 2019 a Roma sono state raccolte 7.800 tonnellate di spazzatura, circa 400 tonnellate in più rispetto all' anno passato.
2. ROMA RIFIUTI DAVANTI ALLE SCUOLE LA GRILLO: IL CAMPIDOGLIO PULISCA
Le pile di immondizia in strada, i ratti che fanno capolino nelle scuole, i presidi che minacciano di tener chiuse le aule per «rischi sanitari». La crisi della monnezza romana allarma anche il governo, perfino i ministri di segno grillino, colleghi (di partito) della sindaca Virginia Raggi. «Per Roma è un momento critico», ammette la titolare della Salute, Giulia Grillo, che tiene a precisare come a risolvere la situazione, subito, debba essere la sindaca.
È affar suo, perché «la gestione dei rifiuti è di competenza comunale - rimarca la ministra - e spero che Virginia Raggi riesca a superare presto e bene questa fase critica». Per le scuole, dice, «è doverosa un' attenzione particolare, se i presidi segnalano criticità non rimarremo a guardare», è l' avvertimento. «Il ministero e i Nas - dice ancora Grillo - vigilano sulla situazione sanitaria di Roma in accordo con le Asl, come di ogni altra città». Messaggio chiaro, «attenzione alle polemiche strumentali», ma «il governo segue da vicino la situazione di Roma e, per la parte che mi compete, sono sempre attenta a ogni segnalazione».
IL LEADER M5S
cassonetti pieni di spazzatura davanti alle scuole di roma
Anche Luigi Di Maio è impensierito dal precipitare della situazione romana. Ieri ha parlato di una «città in ginocchio», pur dando la colpa «all' incendio di uno degli impianti fondamentali», il Tmb del Salario, incenerito quasi un mese fa in circostanze poco chiare. «Daremo il massimo supporto, ma so che Regione, Comune e ministero dell' Ambiente stanno collaborando per trovare una soluzione temporanea», ha detto il vicepremier. Sarà. Per il momento la crisi non sembra smorzare i suoi maleodoranti effetti, anzi.
L' Associazione nazionale Presidi, in una lettera anticipata ieri dal Messaggero, ha dato l' ultimatum al Campidoglio: o porta via i sacchetti che si sono accumulati davanti agli ingressi di elementari e asili, oppure domani, alla ripresa delle lezioni, le classi rimarranno chiuse. La minaccia sembra avere ottenuto gli effetti sperati, perché, su input di Raggi, l' Ama ha spedito centinaia di netturbini intorno agli istituti.
Altri ancora lavoreranno a pieno ritmo nella giornata di oggi, nonostante sia domenica. Ieri Palazzo Senatorio faceva sapere che gli operatori della società dei rifiuti avevano «già monitorato oltre 3mila scuole». E che «tutte le eventuali criticità sono oggetto di intervento urgente, in modo da ripristinare il decoro già entro la giornata».
DIRIGENTI IN ALLERTA
Fino a ieri però la situazione, intorno agli istituti di Roma, era ancora estremamente critica.
Tanto che i presidi si mantengono guardinghi: «Se le cose, come promette il Comune, miglioreranno, lunedì le scuole riapriranno», spiega il capo della sezione del Lazio dell' AssoPresidi, Mario Rusconi. «Ma continueremo a fare verifiche e sopralluoghi fino all' ultimo per controllare che siano effettivamente garantite le condizioni igieniche per alunni e insegnanti. Questo monitoraggio andrà avanti anche nelle prossime settimane, non ci accontentiamo di una pulizia spot dell' ultim' ora». I dirigenti che domattina dovessero ravvisare ancora gravi problemi nei loro istituti, aggiunge Rusconi, «chiameranno le Asl, per certificare l' emergenza. Ogni preside deciderà per sé».
GIULIA GRILLO TONINELLI LUIGI DI MAIO
L' allarme nelle scuole ha fatto da innesco agli attacchi contro la giunta grillina, dal Pd a Fdi e Forza Italia: chi chiede le dimissioni della Raggi, nel caso in cui le lezioni vengano rimandate, chi rinnova la richiesta di un commissario per i rifiuti. Lei, la sindaca, per il momento non parla.
Con i suoi sta mettendo in fila, in un documento, le sciagure di questi mesi: l' incendio al Tmb, i roghi dei cassonetti in batteria (300 nel 2018, secondo il Comune, 70 solo a dicembre), il presunto assenteismo tra i netturbini sotto le feste. Finirà tutto in un dossier che sarà spedito in Procura.
3. LA TENTAZIONE DELLA RAGGI: UN COMMISSARIO PER LA CRISI
«Virginia, qui serve una mossa forte», dicono i consigliori della sindaca, mentre i bidoni dell' Ama continuano a traboccare di pattume. Facendo la tara con gli annunci della propaganda grillina, il timore in Campidoglio è che la situazione, col passare dei giorni, sia destinata a peggiorare. Non è allarmismo, è un dato di fatto: la produzione dell' immondizia, in questo primo scorcio di 2019, è già aumentata di centinaia di tonnellate ogni giorno rispetto all' anno passato.
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E tanti romani erano in ferie. Ora, a vacanze finite, i volumi della spazzatura da trattare e smaltire (ma dove?) sono destinati a gonfiarsi ancora. Ecco perché, a Palazzo Senatorio, prende quota la tentazione di una sterzata, per mettere fine all' impasse. Il percorso porta dritto al commissariamento della gestione dei rifiuti. Non di Roma, ma delle competenze che fanno capo alla Regione.
La sindaca ci ragiona da tempo. È una carta che finora non ha voluto giocare, ma nel Raggio magico l' opzione, ormai, non viene più esclusa, se la crisi dei rifiuti dovesse degenerare. La minaccia dei presidi di tener chiuse le scuole causa monnezza è stato un primo campanello d' allarme.
Soprattutto per l' eco che ha avuto sui social e sui siti di tutta Italia. Alla fine, la serrata degli istituti dovrebbe essere scongiurata, anche perché nelle ultime ore centinaia di netturbini dell' Ama sono stati spediti davanti ai cancelli di asili ed elementari. Altri 1.200 lavoreranno oggi, in straordinario, nel giorno della Befana, per portare via i sacchetti. Insomma, gli ingressi delle scuole, domattina, dovrebbero essere un po' più puliti di come si presentavano ancora ieri, ma la sensazione, in Comune, è che il peggio debba ancora venire. L' incendio dell' impianto del Salario, che trattava un quarto dell' immondizia di Roma, è stato il colpo del kappaò a un sistema già fragilissimo, dopo lo smantellamento di Malagrotta, la gigantesca discarica chiusa nel 2013 e mai rimpiazzata.
Per questo, al di là delle promesse, la macchina pentastellata si sta già muovendo, si studiano le contromosse.
Per arrivare a un commissariamento Raggi dovrebbe intanto dichiarare l' emergenza cittadina. Il prefetto di Roma ha già fatto capire, informalmente, che non lo farà. Toccherebbe quindi al Comune, che però, per portare a dama l' operazione, dovrebbe riuscire a convincere il ministro dell' Ambiente, Sergio Costa, finora piuttosto restio a sposare quella che viene vista solo come un' extrema ratio, anche perché a quel punto il dossier rifiuti, che nessuno smania di maneggiare, passerebbe al governo.
ASSESSORE IN BILICO
Raggi, in pubblico, non ha mai affrontato l' argomento. Nel Lazio c' è bisogno di un commissario per i rifiuti? «Stiamo lavorando tutti insieme per trovare soluzioni concrete: ho molto apprezzato la collaborazione della Regione», ha risposto, prendendola alla larghissima, in un' intervista su queste colonne. Senza né avallare né bocciare l' operazione. Molto dipenderà dalla piega che prenderà la raccolta nelle prossime settimane.
A Palazzo Senatorio c' è la consapevolezza che, dopo il salvataggio dell' Atac tramite concordato, sono i rifiuti la grande emergenza da affrontare nel 2019. L' assessore all' Ambiente, Pinuccia Montanari, è in bilico, nonostante sia una fedelissima di Beppe Grillo. Lo stesso si può dire del presidente dell' Ama, Lorenzo Bagnacani. Proprio l' Ama, ormai, è nel mirino di diversi consiglieri M5S, che hanno chiesto alla sindaca i rapporti sulle assenze dei dipendenti durante le feste, a caccia di assenteisti.
Forse c' è chi, dietro alle pile di immondizia sui marciapiedi, vede un complotto dei netturbini.
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