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Giuseppe Sarcina per il Corriere della Sera
«Le donne mi accusano sono tutte bugiarde, le porterò in tribunale una a una». Donald Trump si presenta a Gettysburg, in Pennsylvania, con l'idea di lanciare il «piano per i primi 100 giorni di governo» e, soprattutto, per convincere gli americani che solo lui è «in grado di unificare il Paese».
Il richiamo al passato è più che impegnativo. A Gettysburg, il 19 novembre del 1863, Abraham Lincoln pronunciò uno dei discorsi più importanti della storia: poche frasi destinate a segnare «la rinascita nella libertà dell' America». Allora gli Stati Uniti erano dilaniati dalla Guerra Civile; oggi sono spossati da una lunga e aspra competizione elettorale.
Da diverse settimane Hillary Clinton guida i sondaggi con continuità. L'ultimo, ieri, commissionato dalla catena tv Abc la accredita di un vantaggio di 12 punti: 50% contro il 38% attribuito al rivale repubblicano.
Dal campo del tycoon filtra una certa preoccupazione: Kellyane Conway, responsabile della campagna, riconosce che Trump «è indietro» e Hillary «ha molti vantaggi». Per esempio 66 milioni di dollari in più da spendere in pubblicità. Ma su tv, giornali e siti di informazione tengono ancora banco le accuse di molestie sessuali rivolte a Donald Trump. Ieri ne è venuta fuori un' altra. Jessica Drake, un'attrice porno, ha convocato una conferenza stampa a Los Angeles per raccontare la sua vicenda.
Nel 2006 sostiene di aver conosciuto il tycoon in un evento per beneficenza, in un campo da golf del Nevada. Trump invitò lei e le due amiche che la accompagnavano nella sua stanza d' albergo. Proposta accettata. Appena entrate nella stanza, riferisce Jessica, «ci abbracciò e tentò di baciarci senza il nostro consenso». Coda finale: rientrata nella sua camera, Jessica ricevette una telefonata: un collaboratore di Trump prometteva 10 mila dollari in cambio di un incontro sessuale. Offerta respinta.
Lo staff del front-runner repubblicano ha reagito con una nota: «Il signor Trump non conosce questa persona. È un altro esempio di come la campagna di Hillary cerchi di truccare le elezioni». È uno schema ormai familiare. Con Jessica Drake, le accusatrici di Trump, dall' aprile 2016 a ora, diventano 11. Da Jessica Leeds, la donna d' affari che sostiene di essere stata molestata in aereo, a Natasha Stoynoff, giornalista di People , che ha riferito di aver subito palpeggiamenti molesti, dopo un' intervista.
Da Karena Virginia, istruttrice di yoga, a Rachel Crooks, che lavorava come receptionist nella Trump Tower. Poi conoscenti, persone in cerca di un lavoro, modelle, aspiranti attrici, partecipanti ai concorsi di bellezza come Kristin Anderson, Cathy Heller, Temple Taggart McDowell, Mindy McGillivray, Rachel Crooks, Jill Harth, Summer Zervos. Fatti, o misfatti, avvenuti tra gli anni Ottanta e il 2013.
Per Trump ognuna di queste donne è «una bugiarda»: «Vengono fuori solo adesso per danneggiare la mia campagna. È tutto inventato, tutto falso. Queste cose non sono mai accadute. Farò causa a ognuna di loro, quando le elezioni saranno finite».
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