A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO…
TRUMP VS DEEP STATE: LA RESA DEI CONTI SI AVVICINA – LA CASA BIANCA HA LICENZIATO UNA TRENTINA DI AMBASCIATORI IN TUTTO IL MONDO: È L’ULTIMO ATTO DI SFIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MONDO DIPLOMATICO E DEL DIPARTIMENTO DI STATO GUIDATO DA MARCO RUBIO – IL SEGRETARIO DI STATO È STATO GIÀ ESAUTORATO DALLE TRATTATIVE PER UCRAINA E GAZA, DOVE TRUMP LO HA RIMPIAZZATO CON STEVE WITKOFF. CON ESITI TALMENTE IMBARAZZANTI CHE È TOCCATO AL MINISTRO DEGLI ESTERI RIMETTERCI UNA PEZZA (VEDI IL PIANO IN 28 PUNTI DETTATO DAL CREMLINO). QUANTO REGGERÀ RUBIO, INTERVENISTA IN POLITICA ESTERA ED ESPRESSIONE DEL VECCHIO ESTABLISHMENT REPUBBLICANO? LE MIRE SULLA CANDIDATURA NEL 2028, CON UNA POSSIBILE SFIDA CON VANCE..
Estratto dell’articolo di Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore della Difesa, per “il Foglio”
MARCO RUBIO - DONALD TRUMP - FOTO LAPRESSE
E’ di questi giorni la notizia che un certo numero, circa una trentina, di ambasciatori degli Stati Uniti ha ricevuto una telefonata da Washington, con cui veniva comunicata la fine del mandato, con l’ordine di rientrare in patria entro il mese di gennaio, uno sfratto esecutivo in piena regola.
Nel sistema americano solo una parte delle sedi è occupata da diplomatici di carriera, mentre quelle più significative vengono consuetudinariamente affidate a personalità estranee, che hanno ben meritato agli occhi del presidente in carica, anche per cospicui finanziamenti effettuati a favore della sua campagna elettorale.
vladimir putin - yuri ushakov - steve witkoff
Ovviamente in queste sedi l’ambasciatore titolare è affiancato da esperto personale diplomatico [...]. [...]
Nel resto del mondo operano in prima persona funzionari del dipartimento di Stato, cioè il ministero degli Esteri, guidati dalle loro competenze professionali, nel rispetto delle direttive che arrivano da Washington tramite Foggy Bottom, come viene usualmente chiamato il dipartimento di Stato, dal quartiere urbano in cui è insediato.
Ovviamente è proprio verso queste sedi che si è indirizzata la campagna di epurazioni cui stiamo assistendo: in generale si tratta di paesi non di primissimo piano, ma scorrendo l’elenco di quelli coinvolti, alcuni nomi balzano agli occhi, come ad esempio l’Algeria, l’Egitto, le Filippine, il Viet Nam, paesi che rivestono un’importanza strategica indubitabile, per il quadrante mediorientale o per quello dell’Indo-Pacifico, da decenni indicato come assolutamente prioritario (si ricordi il “pivot to Asia” proclamato da Obama).
Per questa ondata di richiami non è stata fornita alcuna motivazione di dettaglio se non una spiegazione a carattere generico, ma indicativa, sottolineando che gli ambasciatori sono indicati a discrezione del Presidente e devono promuovere le sue priorità.
Il che implicitamente è un atto di sfiducia nei confronti del mondo diplomatico e del dipartimento di Stato nel suo complesso, a partire dal suo titolare, quel Marco Rubio che nel 2016 osò sfidare Trump alle primarie per la candidatura alla presidenza.
howard lutnick marco rubio donald trump foto lapresse
[...] Rubio vene sistematicamente e regolarmente marginalizzato: questo avviene per la crisi mediorientale, così come per le trattative per la soluzione del conflitto scatenato dalla Russia contro l’Ucraina: la comparsa sulla scena di Steve Witkoff, l’immobiliarista improvvisamente assurto a negoziatore plenipotenziario sia per Gaza che per l’Ucraina, ora accompagnato da Jared Kushner, il genero del Presidente, ha di fatto esautorato il dipartimento di Stato e quindi il suo capo [...].
I risultati sono sotto gli occhi di tutti, anche senza fare illazioni, che peraltro appaiono ben sostanziate, sulle personali simpatie nutrite da Witkoff verso Putin [...]: documenti pasticciati e imprecisi, come la famosa bozza di intesa in 28 punti, [...] di cui Rubio appare tenuto quasi all’oscuro fino alla loro pubblicazione.
sergei lavrov marco rubio anchorage, alaska foto lapresse
Vediamo dunque il convergere di due linee politiche distinte ma non indipendenti. La determinazione a mettere sotto un controllo ferreo del Presidente tutte le strutture portanti delle istituzioni americane: è accaduto con il Pentagono e con il dipartimento della Giustizia e sta accadendo per il dipartimento di Stato.
La seconda direttrice è quella di preparare il futuro sviluppo della lotta politica per le elezioni del 2028, appuntamento che può apparire lontano, ma con una campagna elettorale di cui già vedremo i primi atti nel prossimo anno.
trump rubio bigliettino
trump legge il bigliettino che gli ha consegnato rubio
DONALD TRUMP MARCO RUBIO
DONALD TRUMP MARCO RUBIO
MARCO RUBIO DONALD TRUMP
trump rubio
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