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TUTTI CONTRO GIULI MANI DI FORBICE – LE OPPOSIZIONI VANNO ALL'ATTACCO DEL MINISTRO DELLA CULTURA PER LA MAIL CON CUI IL 17 OTTOBRE IL SUO GABINETTO HA SUGGERITO AL TESORO DI TAGLIARE I FONDI PER IL CINEMA FINO A 240 MILIONI NEL 2026 E QUASI 300 NEL 2027. CIFRE DI MOLTO SUPERIORI A QUELLE POI ISCRITTE NELLA LEGGE DI BILANCIO, MA SOLO GRAZIE ALL'INTERVENTO DEI TECNICI DEL MEF, CHE HANNO “ATTENUATO” LA SFORBICIATA – IL M5S: “GIULI CI METTA LA FACCIA E SPIEGHI NELLE SEDI OPPORTUNE”. IL PD: “L’OBIETTIVO DEL MINISTRO È DEMOLIRE UNA FILIERA INDUSTRIALE DEL PAESE PERCHÉ NON GRADITA AL GOVERNO” – IL “DANDY CARIATO” MINACCIA AZIONI LEGALI CONTRO “LA REPUBBLICA”, CHE HA SVELATO LA MAIL…
Estratto dell’articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”
Ha scatenato un putiferio la mail con cui il 17 ottobre il gabinetto del ministero della Cultura ha indicato ai tecnici del Tesoro i capitoli di spesa da tagliare per far quadrare i conti della manovra. Fra questi, come svelato da Repubblica, il Fondo per il cinema, che i collaboratori di Alessandro Giuli hanno suggerito di ridurre fino a 240 milioni nel 2026 e quasi 300 nel 2027.
Cifre di molto superiori a quelle poi iscritte nella legge di Bilancio, ma solo grazie all'intervento del Mef, che ha infine attenuato la sforbiciata per evitare di mandare sul lastrico le imprese del settore. Un documento inedito, rivelatore delle intenzioni sempre coltivate dall'inquilino del Collegio Romano: colpire un mondo — attori e produttori — considerato vicino alla sinistra e ostile al governo di destra.
ALESSANDRO GIULI - FOTO LAPRESSE
[...] alla Camera, il 5S Gaetano Amato ha preso la parola e prima ha intimato a Giuli di «venire a riferire con urgenza in aula su quanto riportato da Repubblica», quindi ha attaccato: «È un fatto di una gravità inaudita, il ministro ha chiesto tagli per 500 milioni, la nostra principale industria culturale non può essere trattata come una pezza da piedi».
[...] Ancor più duro Matteo Orfini: «Quanto riportato da Repubblica è inquietante. L'ennesima conferma che non siamo di fronte a un errore, ma a una linea: demolire una filiera industriale del Paese perché non gradita al governo», accusa il deputato Pd. «I tagli e le nuove regole saranno una pietra tombale sul nostro cinema, a tutto vantaggio delle produzioni straniere che invece non vengono toccate: un vero capolavoro per un esecutivo sovranista».
E di «ministro contro la Cultura» parla pure Elisabetta Piccolotti di Avs: avrebbe «il dovere di proteggere e valorizzare» il settore anziché affossarlo. «È il peggior nemico del cinema italiano» decreta il senatore dem Francesco Verducci.
Fatto sta che, non potendo smentire la mail pubblicata dal nostro quotidiano, Giuli per tutta la mattina resta zitto. Fino a metà pomeriggio, quando finalmente decide di uscire dall'angolo. Furibondo per la fuga di carte riservate, avrebbe voluto dire che la notizia è priva di fondamento, ma i suoi gliel'hanno sconsigliato: la mail non solo esiste, ma è stata riportata testualmente.
Quindi affida a non meglio precisate "fonti Mic" un'arrampicata sugli specchi condita da varie inesattezze e una minaccia: «Siamo pronti a difenderci nelle sedi opportune», ossia in tribunale, «in caso di notizie distorsive e lesive dell'immagine e del lavoro svolto». A suo parere la ricostruzione di Repubblica è «tendenziosa e manipolatoria».
LUCIA BORGONZONI ALESSANDRO GIULI
L'articolo darebbe infatti «una lettura falsa di una mail nella quale il ministero prendeva atto di una serie di tagli subìti e rispetto ai quali aveva chiesto la possibilità di spalmarli nel triennio».
Peccato solo che sia stato proprio il suo gabinetto, quel famoso 17 ottobre, a indicare al Mef i capitoli di spesa su cui far cadere la scure e pure il valore complessivo della dotazione da destinare al Fondo per il cinema: 450 milioni annui per il 2026 e 400 milioni «a decorrere» dal 2027. Sarebbero cioè dovuti rimanere tali anche nel 2028 e negli anni a venire.
alessandro giuli ad atreju - foto lapresse
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ALESSANDRO GIULI - FOTO LAPRESSE
alessandro giuli partita del cuore foto lapresse
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