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1 - NELLA SQUADRA DI BORIS C’E’ UN ITALIANO
Simona Pletto per “Libero quotidiano”
Da Ferrara a Londra. Da operatore turistico specializzato in viaggi, a politico, e infine a timoniere vincente della macchina raccogli voti del primo ministro inglese fresco di rinomina. Dietro alla schiacciante vittoria elettorale di Boris Johnson, che lavora a tempo pieno per la Brexit, c' è lui, Salvatore alias Rino Siconolfi, ferrarese, divenuto nel giro di pochi mesi uno dei responsabili del Conservative Calling, il vero e proprio call center del partito conservatore che ha contribuito al successo del riconfermato premier inglese.
A poche ore dai sorprendenti risultati elettorali che hanno visto trionfare Johnson, questo quasi ferrarese (è di origine avellinese, suo padre è cugino del democristiano Gerardo Bianco) si è fatto immortalare davanti a Westminster, sede del parlamento, mentre esibiva sul petto la coccarda azzurra dei Tory, i conservatori di Johnson, in segno di esultanza per il risultato elettorale. «Proud of my country», cioè «orgoglioso del mio Paese». Di quello d' adozione, s' intende.
BORIS JOHNSON E RINO SICONOLFI
FIGLIO D' ARTE
Siconolfi, dopo aver chiuso la propria agenzia viaggi a Ferrara (la Tubi viaggi di Ferrara) poco più di un anno fa, si è trasferito a Londra dove vive appunto dal 2018. Negli ultimi mesi Rino è divenuto uno dei responsabili del Conservative Calling, un' organizzazione che, a suon di contatti telefonici e di visite porta a porta, ha contribuito al successo del primo ministro inglese. La sua telefonata alla casalinga dello Yorkshire comincia così: «Signora carissima, come sta? Sta cucinando? Mi sembra di sentire un profumino. Scusi se l' annoio con la politica, ma questo piano di Boris per la sicurezza è davvero interessante».
E la casalinga, che non riceve un complimento da anni, non resiste e promette di votare Boris, insieme a tutti i familiari. Figlio dell' ex presidente della Provincia di Ferrara e che oggi vive in Portogallo, Salvatore alias Rino si è messo in evidenza per la sua straordinaria capacità di raccogliere consensi telefonici. Sico jr (chiamato così dagli amici) non è nuovo alle campagne elettorali. Politicamente vicino a Forza Italia, anni fa è stato braccio destro di Giorgio Dragotto nella sua corsa alle Regionali.
«Abbiamo visto alla tv l' esito dei voti di Boris», commenta Paolo Siconolfi, avvocato ferrarese e zio di Rino. «E sapere che dietro a quel successo c' era mio nipote ci ha riempito di orgoglio, certo. Purtroppo lo sentiamo poco. So che chiama spesso il padre che vive in Portogallo, magari ci chiamerà lui quando potrà». Dentro le Mura estensi, insomma, lo considerano quasi un cervello in fuga.
Le occasioni per affermarsi in Italia non gli erano mancate. Poi aveva scoperto l' arte del trasformismo. Siconolfi, nella sua carriera politica in Patria, era diventato attivista del Movimento Cinque Stelle. Poi aveva cambiato bandiera avvicinandosi alla Lega.
«La situazione in Italia», diceva prima di trasferirsi all' estero, «si è fatta davvero pesante. I giovani non vedono un futuro davanti a loro, i pensionati stentano ad arrivare alla fine del mese, molti capifamiglia hanno perso il lavoro e si orientano perciò laddove c' è ancora possibilità di fare investimenti nei settori immobiliari, turistici e della ristorazione».
LUSSO E PROPAGANDA
La sua esperienza londinese inizia con il mestiere che già conosceva, il tour operator. Anche se dal suo profilo Instagram - stracolmo di foto che lo ritraggono in grand hotel, club esclusivi, con il frac e la tuba alle corse di Ascot o appariscenti giacche di Versace - risulta anche titolare di un' agenzia, la Fashion Uk&Usa Magazine, che si occupa di moda. «Fa il tour operator ed è un attivista straordinario del nostro gruppo», ha dichiarato Christian Vinante Giovannini, cantante originario della Val di Fiemme e che a Londra ha fatto carriera diventando ora direttore dell British Italian Conservatives.
L' attività del gruppo è quella di lobby, di supporto a una serie di candidati che, anche grazie al ferrarese, risultano tutti eletti. Nel suo profilo Facebook non ancora aggiornato a poche ore dai risultati elettorali, spicca la foto di Boris Johnson mentre stringe la mano alla regina Elisabetta. "La nostra missione è quella di rendere il Regno Unito il posto più grande della terra". Votare per credere. Parola di Boris e Rino. La Brexit è quasi fatta.
2 - IL GENIALE RASPUTIN DI JOHNSON CHE CON TRE PAROLE HA STRAVINTO
Antonello Guerrera per “la Repubblica”
Dominic Cummings, genio ribelle. Ma anche "Rasputin" di Boris Johnson, Bannon dell' euroscetticismo britannico, anticristo, sociopatico, pazzo, messia, "psicopatico in cerca di fama" (copyright David Cameron), oppure eroe, stando ai lettori del suo folle blog, dove intreccia Sun Tzu, filosofia russa, robotica, Orson Wells e Bismarck.
Dominic Cummings, alias Benedict Cumberbatch nel recente film a lui dedicato Brexit, the Uncivil War, è forse tutte queste cose. Di sicuro è il custode della fortuna politica di Boris Johnson, del quale è il consigliere supremo dopo esser stato a capo della propaganda per la Brexit nel 2016. Già, perché Cummings ha scolpito i due slogan che hanno segnato il destino del Regno Unito: Take Back Control (Riprendere il controllo) nel referendum sull' Ue e Get Brexit Done (Completiamo la Brexit) alle ultime elezioni che hanno sancito, oramai irreversibilmente, l' uscita dall' Ue.
Due motti geniali: perché il primo rielabora lo zeitgeist contemporaneo mondiale, ossia riprendere il controllo di confini, leggi, flussi migratori e commerciali, globalizzazione. Di qui l' ascesa mondiale di entità in grado di "riportare il controllo", come Trump, i populisti europei o la stessa Brexit. Le tre paroline magiche dell' ultimo slogan invece hanno conquistato sia i brexiter affamati sia gli europeisti esasperati dallo stallo politico.
Dominic Cummings, 48 anni, sposato con la vicedirettrice della rivista Spectator Mary Wakefield, è estremamente schivo. E quando appare tra Downing Street e Westminster, si fa notare perché è l' unico che non veste giacca e cravatta, bensì camicie sdrucite, t-shirt sciatte o felpe con cappuccio.
Dominic Cummings e Boris Johnson
Pare un disadattato, difatti l' establishment conservatore lo odia. In realtà è un sopraffino stratega politico che ha vinto quasi da solo il referendum 2016 con una propaganda impeccabile, che ha accalappiato i delusi e i "dimenticati" anche grazie alle bufale (sua l' idea del bus con i 350 milioni a settimana in più alla sanità dopo Brexit) o sfruttando i dati personali degli elettori su Facebook. «Anche stavolta voi europeisti istruiti non avete capito l' umore del Paese», ghignava ieri.
Pure Cummings è istruito, negli anni Novanta si laurea a Oxford in Storia antica e moderna, sin da bambino ha una passione per la Russia fiorita coi Fratelli Karamazov e in gioventù a Mosca lancia una compagnia aerea che realizza un solo volo, con un solo passeggero. Poi inizia a fare consulenze per il brexiter Michael Gove e pian piano il suo genio diventa una risorsa indispensabile ai conservatori, che pure lui disprezza: «Se ne fregano della sanità e dei poveri», sbottò qualche anno fa.
Capelli radi, viso delicato e sguardo pazzoide tra Dorian Gray e Hannibal Lecter, detesta la «decadente, burocratica, finanziaria Unione Europea », per lui destinata a fallire come capitolò la Cina post-rinascimentale per i troppi regolamenti. Il suo mondo ideale è fondato su meritocrazia, scienza, nanotecnologia, algoritmi, futurismo e giovani prodigi al potere selezionati in base al quoziente intellettivo. Un' élite illuminata per poter trasformare il Regno Unito in una sorta di «tecno-polis meritocratica», come ha scritto l' Economist, all' avanguardia nell' istruzione e nella scienza: «Una visione del mondo nietzschiana, una lotta erculea tra sapienza e mediocrità». Sarà mica questo il Regno Unito di Boris Johnson dopo la Brexit?
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