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Marco Cremonesi per il Corriere della Sera
«Per gli uomini, la giacca sempre e rigorosamente chiusa. Le donne, accollate e non troppo truccate». Elena Donazzan è donna di temperamento, ma ancora si emoziona ricordando la lezione di televisione, qualche mese fa, di Silvio Berlusconi: «Devo ammetterlo, mi sono sentita una privilegiata. All' inizio non ero certa di essere al mio posto. Sa, sono di Forza Italia ma vengo dalla destra... ».
Lei è assessore al Lavoro della giunta veneta di Zaia. E ora è anche uno dei volti nuovi che Forza Italia ha cominciato a mandare in televisione, nei talk show nazionali, per rinfrescare l' immagine del partito.
Facce nuove per la scena nazionale, certo. Ma nessuno è un neonato della politica: il requisito per far parte della video-squadra è essere già stati amministratori locali o regionali. E anche aver preso un bel mucchio di preferenze alle ultime elezioni utili. Oltre a Donazzan (22 mila voti in Veneto), c' è Eleonora Mosco, fino a novembre vicesindaco di Padova, sollevata dall' onda del miglior risultato tra tutti alle elezioni della sua città.
E poi, Andrea Romizi, l' uomo che nel 2014 riuscì nella mission impossibile di espugnare Perugia, guidata dal 1946 da giunte di sinistra. Il milanese Pietro Tatarella l' anno scorso è stato una delle armi segrete di Forza Italia per superare la soglia del 20% sotto alla Madonnina, così come il consigliere regionale Fabio Altitonante, o il giovane Marco Bestetti, di cui lo stesso Berlusconi cantò pubbliche lodi al teatro Dal Verme. E poi c' è il capogruppo azzurro in Regione Puglia, Andrea Caroppo, che a dispetto del botto di voti si limita a dire che la sua palestra è stata il «territorio, quello che faccio è semplicemente il mio lavoro».
La regia dell' operazione è di Andrea Ruggieri, responsabile tivù di Forza Italia e nipote di Bruno Vespa. Il lavoro è partito dal monitoraggio delle tivù locali di tutta Italia. Chi funzionava, finiva nella prima lista . Ma l' esperienza di amministrazione era prerequisito. Se poi c' era un consenso dimostrato si finiva nella short list. Molti dei prescelti, nel novembre scorso hanno ricevuto una convocazione a Villa Gernetto, in Brianza. E lì, il Cavaliere ha dispensato i suoi consigli.
Nessun corso di public speaking, nessuna lezione di tecnica televisiva: «Berlusconi - racconta Donazzan - ci ha semplicemente detto che in televisione non si può improvvisare. Si deve preparare ogni uscita, essere pronti su tutto». Un tempo la tecnica forzista era il non mollare mai la parola: «Ora il presidente ci ha raccomandato, nel caso in cui ci interrompano, di non dimenticare mai il garbo. Mai essere sguaiati».
Il problema è che la miscela di capacità di fronte alle telecamere e voti sul territorio per alcuni versi è insidiosa. Nel partito ha suscitato vive inquietudini che si possono riassumere così: «Oggi in televisione, domani nelle liste elettorali». Ma Tatarella vuole sgomberare il campo dalle ansie: «I primi a segnalarci sono stati i coordinatori regionali del partito. Dunque, non credo proprio che possano sorgere problemi. Si tratta solo di allargare l' offerta di Forza Italia e riportare i voti dispersi».
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