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TUTTO STO SBATTIMENTO PER NON SCONTENTARE LE MINORANZE NON È SERVITO A UN CAZZO – BIDEN, COSTRETTO DALL’ALA RADICAL DEL SUO PARTITO A FARE IL BUONISTA SULL’IMMIGRAZIONE, PERDE VOTI TRA NERI E ISPANICI. NEGLI STATI CHIAVE DI MICHIGAN E PENNSYLVANIA AVREBBE SOLO IL 56 E IL 54%. NEL 2020 ARRIVÒ QUASI AL 90% DI CONSENSO, ALMENO FRA GLI AFROAMERICANI – GLI ASSI NELLA MANICA DI TRUMP: WALL STREET E LA LOBBY PETROLIFERA…

Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per www.lastampa.it

 

biden tra gli afroamericani a charleston

Numeri, tanti e diversi. Ma al momento portatori di un unico messaggio: Donald Trump ha molti assi nella manica da spendere nelle prossime settimane. Il dibattito in tv contro lo smarrito Biden ha sancito un punto di passaggio di un trend che da parecchie settimane lasciava presagire un ritorno alla grande del tycoon nella corsa alla Casa Bianca.

 

Numeri, come quelli dei sondaggi che danno, quasi tutti, Donald in vantaggio: a livello nazionale ha il 46% contro il 44% di Biden per citare quello uscito venerdì sul New York Times. Numeri, come quelli della raccolta fondi. E qui lo scenario della rimonta è evidente. Negli ultimi due mesi il tycoon ha colmato il gap con il presidente, i due rivali sono entrati nel mese di giugno con in cassa rispettivamente 235 milioni di dollari e 212. In marzo Biden aveva un vantaggio di quasi 100 milioni.

 

DONALD TRUMP AFROAMERICANE - FOTOMONTGGIO

[…]  A toccare le corde buone anche un reindirizzamento delle strategie elettorali e l’arrivo nell’aprile scorso di Susie Wiles a guidare, pur se informalmente, la campagna di Donald. […] I big donors di Wall Street hanno staccato assegni a sei zeri e il mondo dei colossi dell’energia ha rotto gli indugi e sposato il piano di Donald. E poi ci sono le microdonazioni on line schizzate in alto nelle 72 ore post condanna per il caso Stormy Daniels.

 

Certo Trump corteggia e promette a colpi di slogan e annunci roboanti. Qualche giorno fa in Nevada ha detto che avrebbe tolto le tasse sulle mance. Prontamente Ted Cruz, senatore del Texas, ha presentato al Senato un disegno di legge; ieri Karoline Leavitt, portavoce del tycoon che nella sua vita precedente era una delle tante dipendenti dell’ufficio stampa della Casa Bianca, ha dichiarato che da presidente Donald si ritirerà (nuovamente) dall’accordo sul clima di Parigi.

DONALD TRUMP - PETROLIO

 

 Non c’è nulla di sorprendente poiché il tycoon l’ha già fatto nel primo mandato e proprio per ingraziarsi i colossi di Big Oil ha promesso di allentare le regole e le restrizioni ambientali imposte da Biden. La sua crociata contro le auto elettriche poi fa breccia nella classe media alle prese con l’aumento dei prezzi dei veicoli e fra i lavoratori degli Stati industriali del Midwest.  […]

 

Ancora numeri poi, come quelli che riflette la mappa elettorale nello scenario migliore per Donald: oggi vincerebbe in tutti e sette gli Stati chiave (viene considerato nella lista anche il North Carolina) e avrebbe 312 grandi elettori, 42 in più del numero magico (270) che significa vittoria.

biden tra gli afroamericani

 

Due dati su tutti preoccupano Biden e galvanizzano Trump e sono le intenzioni di voto di neri e ispanici. Entrambe le comunità stanno mostrando freddezza per il presidente in carica. In Michigan e Pennsylvania (vere cartine di tornasole delle elezioni) Biden avrebbe rispettivamente il 56 e 54 per cento laddove nel 2020 arrivò quasi al 90% del consenso almeno fra gli afroamericani. Trump in Michigan salirebbe dal 9% al 15%. In un contesto in cui quattro anni fa il democratico prevalse per il 2,4% significa sconfitta certa per Joe in novembre. […]

 

Oggi il vantaggio di Biden fra gli ispanici è di 6 punti, nel 2020 fu di una ventina. Invertire la tendenza è complicato anche perché a spingere Donald sono pure le priorità degli americani: immigrazione ed economia sono i temi più urgenti e in entrambi il vantaggio del repubblicano è netto. Spiega Dan Kochis dell’Hudson Institute che «agli americani interessa la politica interna, non certo l’Ucraina». «L’impossibilità per i giovani di comprare una casa per i costi dei mutui ad esempio – prosegue Kochis – impatta sulla vita quotidiana più dei discorsi sulla democrazia».

 

NERI PER TRUMP

Donald Trump ha infine un altro asso da giocare: l’annuncio del nome del suo vice attirerà copertura mediatica e attenzione. In lizza volti giovani del partito, personalità che nel 2028 sarebbero pronte a fare i presidenti: J.D. Vance, scrittore, veterano e senatore dell’Ohio; Marco Rubio, senatore della Florida, Doug Burgum, governatore del North Dakota su tutti. Chiunque sarà, nel caso, resterà comunque all’ombra di re Mida Donald Trump.

dopo il presidente nero ecco quello arancioneDONALD TRUMP - PETROLIODONALD TRUMP - PETROLIObiden tra gli afroamericani a charleston