
DAGOREPORT – SULLA POLITICA ESTERA, IL GOVERNO MELONI ARRANCA, E SI SPACCA PURE LA FAMIGLIA…
Ernesto Menicucci per il “Corriere della Sera”
La storia delle sue ricevute, per Ignazio Marino, rischia di diventare ancora più pericolosa del Panda gate (le multe non pagate e il «pasticcio» che ne è seguito), delle legnate di Matteo Renzi e di papa Bergoglio.
Perché l' operazione trasparenza, fatta dal sindaco solo dopo la richiesta di accesso agli atti di M5S e l' intervento dei carabinieri, può trasformarsi in un nuovo boomerang. Intanto per le vaghe giustificazioni delle cene di rappresentanza: appuntamenti con non meglio precisati «parlamentari, giornalisti, comunicatori, medici».
Ma poi c' è un dettaglio che può mettere seriamente nei guai il sindaco, che usa una carta di credito a lui intestata ma «appoggiata» sui conti del Campidoglio. Il 26 dicembre del 2013 Marino va a cena all'«Antico Girarrosto Toscano» di via Campania, a Roma.
Ristorante a due passi da via Veneto ma anche, fatalità vuole, a pochi metri dalla casa della madre di Marino, dove il sindaco va spesso. Il sindaco dichiara «sotto la sua responsabilità» che era lì per «una cena con alcuni rappresentanti della stampa per illustrare iniziative dell' amministrazione a carattere sociale per il periodo natalizio». Al ristorante - dove conoscono bene Marino, la madre e gli altri parenti - però, ricordano un' altra cosa: «Era una cena familiare, ed erano in cinque o sei».
Sei, per l' esattezza. Conto da 283 euro, scontato a 260: due bottiglie di vino (70 euro), sei secondi di carne (163 euro), acqua, contorni, dessert, caffé. Sicuri sulla data? «Assolutamente, era Santo Stefano. E Marino era con la famiglia». Tanto che la Lista Marchini è già pronta «a portare tutto alla Corte dei Conti». E le altre ricevute? Il sindaco pare prediligere due locali: «Sapore di Mare» e «Archimede», ristoranti in centro, meta di vip, tutti e due a pochi metri da casa di Marino. Lì il sindaco cena con deputati e senatori, ordina champagne e vini pregiati, mangia pesce e cibi prelibati.
Al «Sapore di Mare», il 26 ottobre 2013, va «con alcuni esponenti della Comunità di Sant' Egidio» che si occupa dei poveri, e l' ordinazione è di «8 spaghetti all' aragosta». Conto da 263 euro, ribassato a 150. Ma da Sant' Egidio arriva una smentita: «Qui nessuno ha mai cenato con il sindaco».
MARINO A FILADELFIA CON LA FASCIA TRICOLORE A SENTIRE BERGOGLIO
Altro locale: il «Manfredi», roof garden sopra al Colosseo. Marino ci porta il magnate uzbeko Usmanov (conto da 3.500 euro) ma anche «chirurghi di fama internazionale che devono andare in udienza dal Papa»: 1.270 euro in dodici.
Finita? Non ancora. Tra gli alberghi c' è la ricevuta del Ritz Carlton di Filadelfia, intestata a «Ignazio Marino della Thomas Jefferson University», dove Marino non insegna più da anni.
Ultimo particolare: il sindaco dice di aver speso 44 mila euro, 1.700 al mese. Però, come spese di rappresentanza, ci sono altri 128 mila euro spesi nel 2014 .
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