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Da Circo Massimo - Radio Capital
Il governo sta arrivando al capolinea? "Sì", risponde Walter Veltroni a Circo Massimo, su Radio Capital. "Tutti i giorni se ne vede una. Temo per la situazione economica del Paese, che è veramente molto grave. Quando si lavora sulla paura è come pagare con la carta di credito: puoi comprare tutto, ma a un certo punto ti viene chiesto di rientrare. Quando prometti tutto a tutti per alleviare la paura, se dopo un anno non hai cancellato la povertà e non hai cacciato 500mila immigrati e il Paese è in recessione, le persone se ne renderanno conto.
Se prima delle ultime elezioni si fosse parlato di un governo M5S-Lega... è chiaro che è una cosa che non può stare in piedi", continua l'ex segretario del PD, "c'è una diversità di costituzione del loro elettorato. L'elettorato dei 5 stelle è per larga parte ha un orientamento che non è assimilabile a quello leghista: molti avevano votato per il PD, altri hanno posizioni più radicali. Gli uni sono imbrigliati in una gabbia, in cui è chiaro che la leadership vera è di Salvini; gli altri vorrebbero avere le maglie più larghe per poter fare di più. L'anomalia del sistema italiano ha generato un'alleanza tra diversi".
WALTER VELTRONI NICOLA ZINGARETTI
Nel PD, intanto, c'è stato il cambio di leadership: il nuovo segretario, Nicola Zingaretti, ha secondo Veltroni "una cosa importante: il tono di voce. Non sembra parlare come si parla adesso nella vita pubblica del nostro Paese. Sembra parlare un altro linguaggio, avere un altro tono, puntare a una leadership inclusiva. Mi sembra che i primi passi siano buoni". La dote principale del presidente del Lazio è "l'equilibrio: è un direttore d'orchestra e non un solista, e questo è ciò di cui la sinistra ha bisogno in questo momento". A chi gli chiede di tornare a dare una mano, Veltroni risponde: "Non torno perché non sono andato via. Ho smesso di avere ruoli e responsabilità senza chiedere ruoli o rompere le scatole al prossimo. Cerco di dare una mano a Nicola, si può fare politica, nel senso dell'impegno civile, senza avere un incarico formale. Anche facendo un film".
Parlando delle manifestazioni delle ultime settimane, l'ex leader dem dice che "c'è un'altra idea di Italia che sta prendendo piede. E forse qualcosa in più. In questo momento c'è, e andrebbe esaltata, una differenza di valori, che sono una cosa importante. Ad esempio l'ambiente. Non c'è niente più del tema ambientale che metta in discussione i nazionalismi. È un tema, e uso un'espressione di Berlinguer, da governo del mondo. Stiamo andando, se le cose continueranno così, verso un esito che comprometterà il destino delle nuove generazioni.
E una sinistra che non mette l'ambiente e il lavoro al centro della propria identità non risponde alla domanda di valori diversi che c'è. Una domanda di valori, di competenza, di cultura, di un tono di voce diverso da quello che domina, che è più grande di quella intercettata dai sondaggi. Bisogna portare l'offerta politica al livello di quella domanda". Non partirà, visto il rifiuto di PiùEuropa, la lista unitaria per le Europee proposta da Carlo Calenda: "Si può anche andare con più liste, l'importante è avere un tessuto programmatico comune, un documento in cui si indichino dei punti comuni", commenta Veltroni, "Se PiùEuropa ritiene giusto misurarsi alle elezioni ne capisco le ragioni, ma rimane l'esigenza di un PD che dia l'idea all'elettorato di essere qualcosa di nuovo, e quindi si apra a energie e competenze che vengono dalla società civile".
Da tifoso juventino, Veltroni è felice del passaggio del turno della Juventus in Champions: "Allegri ha vinto tutte le partite salvo tre del campionato, ha 18 punti di vantaggio sulla seconda, viene da quattro scudetti vinti, due finali di Champions, quattro Coppe Italia, ha perso la partita d'andata con l'Atletico e gli stessi tifosi della Juventus dal giorno dopo si lamentavano. Siamo fatti così. Ormai si è impadronita di noi un'emotività a breve che è il contrario del respiro lungo che ci vuole per tutte le cose della vita. Allegri ieri sera con delle genialità tattiche ha messo la sua squadra nelle condizioni di ottenere un risultato che il 90% degli italiani immaginava non si sarebbe realizzato. Io ero nel 10%, e sono contento".
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