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VENTI MILIARDI NON BASTANO, MA SI PUÒ TRATTARE – MENTRE ASPETTA LA MOSSA DEL GOVERNO E DI CDP, TIM PRENDE TEMPO CON KKR. L’OFFERTA DEL FONDO PER LA RETE È SERIA. AL PUNTO CHE, PER EVITARE RIMBROTTI EUROPEI SULLE NORME ANTITRUST O SUGLI AIUTI DI STATO, SPUNTA L’IPOTESI DI UN’OPERAZIONE CONGIUNTA CON CASSA DEPOSITI E PRESTITI, IN MODO CHE LO STATO POSSA ENTRARE NELLA GOVERNANCE – MA ALLA FINE, SARÀ SEMPRE VIVENDI (PRIMO AZIONISTA COL 23,7%) AD AVERE L’ULTIMA PAROLA
Estratto dell’articolo di Francesco Spini per “la Stampa”
Si susseguono le riunioni tra Palazzo Chigi, che ha ormai preso la regia, ministero dell'Economia e Cdp per capire come si può sbloccare il dossier relativo alla rete nazionale. Il tempo stringe: venerdì il cda di Tim si riunirà per esaminare l'unica offerta (non vincolante) fin qui arrivata per la sua infrastruttura fissa, quella del fondo americano Kkr.
Per una possibile alternativa di Stato, il governo procede negli approfondimenti sui temi legati alle questioni Antitrust Ue, sanabili con vendite di pezzi di rete, e sul rischio che l'investimento, abbattendo il debito di Tim, possa essere considerato aiuto di Stato. Un segnale dall'esecutivo sul da farsi potrebbe arrivare prima di venerdì.
In cda, comunque, Tim punterebbe a comprare tempo per non chiudersi altre strade. Con ogni probabilità, quindi, non sarà concessa l'esclusiva a Kkr. Si lavora su due opzioni: limitarsi a chiedere al fondo nuove informazioni o, per fare un passo più deciso, avviare trattative con gli americani.
L'offerta di Kkr che valuta la rete 20 miliardi […] viene considerata seria […], ma bassa. […] Si punta quindi a lavorare per spuntare un rilancio del fondo. Che, se arrivasse, complicherebbe ulteriormente le eventuali mosse di Cdp, sulla cui partecipazione all'affare restano dubbi in alcune componenti dell'esecutivo.
C'è poi sempre l'opzione di un accordo, obtorto collo, con Kkr per far partecipare all'operazione sulla rete accanto al fondo Usa (che avrebbe la maggioranza) anche […] per […] avere […] un ruolo dello Stato nella governance. […] In ogni caso i conti vanno fatti con l'oste, che si chiama Vivendi: il primo socio di Tim col 23,7% ritiene che la rete valga circa 30 miliardi, ben oltre le cifre in campo. […]
vincent bollore
PIETRO LABRIOLA
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